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Jan Karski, l’uomo che scoprì l’Olocausto, la recensione

Federico Salvan 30/01/2014

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Nel 1942 un uomo scoprì cosa accadeva nei campi di concentramento nazisti e tentò di avvertire il mondo. Non venne ascoltato. Questa è la storia di Jan Karski.

Jan Karski
L’uomo che scoprì l’Olocausto

Autore: Marco Rizzo (testi) e Lelio Bonaccorso (disegni)

Casa Editrice: Rizzoli Lizard

Provenienza: Italia 2014

Genere: Storico, Drammatico

Prezzo: 17,50 Euro, cartonato, 17×24, 160 pp., colori

Data di Pubblicazione: Gennaio 2014

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Una grande storia sembra facile da raccontare con qualunque mezzo (cinema, fumetto) in virtù del fatto che è di suo bella e appassionante. Quella di Jan Karski è una grande storia, una grande storia vera.

Nato in Polonia nel 1914, Jan (il cui vero cognome era Kozielewski ) ebbe una vita avventurosa e difficile: combatté contro i nazisti prima come membro dell’esercito polacco, poi aiutando la resistenza e partecipando a diverse missioni di spionaggio che lo portarono per primo a scoprire l’orrore dei campi di sterminio. Nel 1942 incontrò negli USA Roosvelt e i leader dell’occidente per raccontare loro tutto ciò che aveva visto, sperando di aprire gli occhi agli Alleati su quello che realmente avveniva agli ebrei nei territori occupati dai tedeschi. Purtroppo non venne creduto, o venne semplicemente ignorato per motivi di strategia politica e militare, e la Soluzione Finale non verrà fermata che tre anni dopo. Karski morirà nel 2000, cittadino onorario di Israele e Giusto delle Nazioni.

Il materiale che Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso hanno adattato per questo graphic novel viene dai diari pubblicati da Karski stesso con il nome  La mia testimonianza davanti al mondo: storia di uno stato segreto nel 1944. Purtroppo proprio dalla fase di adattamento e “montaggio” vengono la maggior parte dei problemi del fumetto: come dichiarato dagli autori stessi nella postfazione, si è cercato di rendere la storia appassionante nonostante i numerosi tagli dovuti alla lunghezza della fonte (La mia testimonianza… ha più di 500 pagine), e lo si è fatto aggiungendo un “nemico” identificabile (il medico nazista Fischer), un love interest (Joanna) ottenuto sintetizzando più donne della vita di Jan, cambiando leggermente personaggi e situazioni per dare al lettore modo di “ritrovarsi” durante i numerosi cambiamenti di ambientazione spaziale e temporale.

Se in linea teorica tutto questo poteva funzionare in questo caso l’impressione che si ha è quella di (perdonate la confusione tra mezzi) leggere un trailer: una sequenza di scene slegate l’una dall’altra dietro cui si intuisce una storia, ma tutto si muove troppo velocemente per legarsi a un personaggio o rimanere veramente colpiti. Così alcune scene possono essere, prese singolarmente, coinvolgenti e azzeccate come la visita al Ghetto o quella al campo di concentramento, ma l’insieme non convince. Per di più le aggiunte “romanzate” sono come minimo deboli, con il malvagio Fischer che ha la caratterizzazione standard ‘nazista disumano’ e Joanna che difficilmente resterà impressa nei cuori dei lettori (lo stesso Jan la dimentica a metà fumetto). Probabilmente l’opera sarebbe stata più valida se si fosse scelto di concentrarsi solamente su due o tre episodi della vita di Karski e limitando i personaggi di contorno, molti dei quali appaiono e spariscono senza veramente fare nulla.

Niente da dire sui disegni di Lelio Bonaccorso, che riesce a trasmettere la sofferenza dei campi e del ghetto con le sue anatomie scheletriche e grandi illustrazioni a tutta pagina che bene accompagnano le parole di Karski.

In definitiva resta però un occasione sfruttata a metà per far conoscere a un pubblico più ampio la vita di un uomo che sicuramente avrebbe meritato più attenzione. La storia potente e interessante rimane, ma dato il materiale di partenza il risultato su carta sarebbe dovuto essere decisamente migliore.

Voto 6

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