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Bleeding Mariachi – Il Canto dell’Immortale di Veronica Ciancarini | Recensione

Claudia Padalino 05/10/2018

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Amore, horror e magia tra il Messico e il suo affascinante Aldilà.

Storie oscure e piene di esseri strani luminescenti, provenienti dall’Aldilà, si narrano di padre in figlio, di nonno in nipote, o dai ragazzi più grandi ai ragazzini… soprattutto per impressionarli!

Tra templi maya e cultura mestiza dei popoli messicani, si narra la storia di tre amici d’infanzia (Sus, Lupe e Isabel), trascinati in un insolito destino che li porterà ad affrontare un “piccolo” problema nel ponte tra la terra dei vivi e quella dei morti.

Bleeding Mariachi è il volume d’esordio dell’autrice Veronica Ciancarini, oltre a essere il primo della collana “BD Next” della casa editrice Edizioni BD.

In questa storia dagli sfondi che ricordano le pitture maya, compare una strana vampira che fuoriesce dalla terra e impazza per le strade di un piccolo paesino messicano, facendo strage di capretti e piccoli animali per potersi rifornire di sangue. Il giovane Sus, ex mariachi, è depresso dopo la morte della moglie Lupe e si ritrova nel cimitero nell’esatto momento in cui la vampira sbuca da sotto la lapide di Lupe.

Questo strano essere, dalle fattezze così simili a Lupe ormai morta, inizia ad andare girando per il paese: solo Sus riesce a calmarla, suonando quel Cielito Lindo che la sua defunta moglie tanto adorava. Ma la chitarra da sola non basta: qui entra in gioco uno stregone un po’ strano, e molto poco stregone in realtà, che aiuterà la bizzarra coppia a trovare una risposta… nell’Aldilà?

  • AY, AY, AY AY…

Frenesia, suspense, azione e un pizzico di risate in una storia che inizialmente spaventa ma che, con l’avanzare delle pagine, fa sbucare un sorriso sulle labbra. Decisamente più vicino al genere della commedia che al genere horror, Bleeding Mariachi colpisce e fa emozionare come un cartone animato Disney vecchio stile, quando la grafica era ancora in 2D.

Il gioco degli equivoci, dell’horror tendente al comico e la scena del “disseppellimento” della vampirella ricordano, a una prima lettura, La sposa cadavere di Tim Burton. Fortunatamente, la storia non tende verso quel tipo di narrazione, incentrandosi tutto sul mistero della nascita della vampirella.

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Si gioca tutto solo su tre colori, che fanno da padroni in una landa colma di storia, musica e tradizioni:

  • rosso, come l’Eterno Amore di due amici d’infanzia, Sus e Lupe, che ti danno speranza nell’esistenza di un sentimento che va da qui all’eternità;
  • nero, come la Notte dell’animo e come l’Orrore di chi non si aspetta uno stravolgimento della propria vita verso l’Oltretomba;
  • bianco, come la Speranza nell’arrivo di un aiutante, Guillermo el brujo (lo stregone), che riesce a dare, seppur in maniera impacciata, una soluzione al problema venutosi a creare.

Il volume di esordio di Veronica Ciancarini esplode con la forza degli Antichi in tutte le direzioni.

L’autrice a tutto tondo non riesce a dare un freno alla storia; la narrazione inizia lenta come una canzone d’amore, come un Cielito lindo che scalda l’anima e la riempie di sentimenti romantici ma, alla comparsa dello strano essere che sbuca da sottoterra e che ha le fattezze di Lupe, il racconto diventa frenetico, come un rabbioso rasgueos su una chitarra flamenco.

La conclusione suona come i reprise delle suite orchestrali, che svelano tutta l’epicità di una narrazione carica di significati nascosti e trame misteriose.

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