Ultimate Comics Ultimates 2011 di Jonathan Hickman – Speciale

Pubblicato il 19 Aprile 2013 alle 15:00

Speciale sulla rocambolesca epopea degli Ultimate Comics Ultimates di Jonathan Hickman.

Quando, nell’ormai lontano 2000, l’Universo Ultimate vide la luce fu subito chiaro l’intento degli editor della Casa delle Idee: dare nuova linfa a quell’intricato stratificarsi di storie (detta Continuity), svecchiare personaggi che rischiavano di risultare anacronistici con il recondito intento di attirare nuovi lettori. Dalla celebratissima prima serie, targata Millar/Hitch, sono trascorsi ormai più di dieci anni, nell’arco dei quali l’Universo Ultimate ha dimostrato di godere dell’affetto di un sempre più nutrito stuolo di lettori e di una popolarità forse a tratti superiore del classico universo di Terra-616.

A causa però di alcune scelte editoriali audaci, come il coinvolgimento dei “Padri Fondatori” dell’Universo Ultimate in progetti della linea canonica o la scelta di una svolta action come quella di Loeb, l’universo “definitivo” sembrava inesorabilmente condannato ad una prematura chiusura. Era dunque necessario ripartire da zero, riplasmare quel giovane universo cosi amato dai lettori. Ma su chi sarebbe ricaduta la scelta?

Ultimate Comics Ultimates di Jonathan Hickman

La conduzione della testata non poteva che essere affidata ad un tandem d’eccellenza: Hickman ai testi e Ribic (coadiuvato da un eccelso colorista come White) alle matite per Ultimate Comics Ultimates di Jonathan Hickman. Il primo si era fatto notare per la sua run su F4/FF e in particolar modo per i Secret Warriors e SHIELD. L’artista croato invece vanta una datata collaborazione con la Marvel, avendo curato negli anni tanto i disegni quanto le cover.

Un team promettente dunque, chiamato a ad un compito arduo: riportare in auge una testata prossima alla chiusura. Ma in che modo? La risposta di Hickman non tarda ad arrivare. Sin dalle prime pagine siamo immersi in una narrazione che ricalca, per impostazione, le atmosfere di un thriller spionistico: la trama si dirama come un fiume con i suoi affluenti, per poi ricompattarsi in un finale ricco di colpi di scena.

Questo quadro tentacolare offre numerose ed interessanti caratterizzazioni di ogni singolo personaggio che, a modo suo, cercherà di adempiere al proprio ruolo ed arginare una temibile ed apparentemente invincibile minaccia. Protagonista assoluta della storia è il responsabile della sicurezza nazionale, nonché capo dello SHIELD, Nick Fury. Sono trascorsi diversi anni da quando l’allora Presidente G.W Bush, affidò a Nick il compito di allestire la prima unità Superumana; da allora il team ha conosciuto diverse incarnazioni e addirittura diverse leaderships.

Senza ombra di dubbio però la defezione più importante è quella consumatasi a seguito degli avvenimenti narrati nella saga “Death of Spider Man”: Steve Rogers. Il soldato senza tempo, emerso dalle fredde acque dell’oceano, sentendosi direttamente responsabile per la morte di Peter prese una controversa ma irremovibile decisione: abbandonare definitivamente gli Ultimates. Insomma un bel grattacapo per Fury che cosi perde non solo un importante,sebbene non imprescindibile pezzo della sua scacchiera,ma l’ uomo che indossa la bandiera.

La situazione ben presto peggiora, tre teatri bellici si infiammano contemporaneamente: in Uruguay, nella Repubblica del Sud-Est Asiatico e nella Germania dell’ovest. Se nel primo caso la situazione è relativamente sotto controllo (viene “solo” fatto esplodere dai membri del Kratos Klub un ordigno nucleare prodotto dalla Stark Industries) è in Asia e Germania che le cose sembrano mettersi peggio: nella RSE alcuni super-umani rovesciano il governo locale ed istituiscono una repubblica indipendente mentre in Germania una misteriosa sfera, che diverrà tristemente nota come la Città, si staglia all’orizzonte. Dal suo interno fuoriesce un manipolo di meta-umani, I Figli del Domani, il cui intento è chiaro: conquistare a qualsiasi prezzo il proprio posto sul pianeta.

I Children of Tomorrow, avveniristico popolo ultra evoluto, sono solo la “longa manus” di una mente che trama nell’ombra. I nostri eroi scopriranno che dietro l’attacco di questi meta-umani altri non c’è che il redivivo Reed Richards, ex leader degli ormai disciolti F4, ritornato dalla morte, pronto a giurare vendetta nei confronti di tutti gli Eroi Delle Repubblica. La scelta narrativamente è vincente. La figura che Hickman abilmente tratteggia non è un villain tout court bensi una sorta di specchio deformante del concetto stesso di supereroe. L’obbiettivo di Reed non lascia spazio all’immaginazione: portare l’umanità ad un livello evolutivo superiore e tutto ciò può realizzarsi solo attraverso l’estinzione di tutta la razza umana. Una catarsi forzata, proprio come quella dei “Figli”, che condurrà ad un nuova Arcadia.

Gli amanti del genere Sci-fi avranno sicuramente apprezzato le scelte di Hickman che da il meglio di se nella caratterizzazione del creatore: un Despota illuminato, un vate, uno scienziato vinto dalle sue debolezze, emarginato e cacciato da tutti gli altri Eroi, finalmente pronto per la sua vendetta. La sua follia viene magistralmente trasfigurata: il suo volto sfregiato, l’escrescenza sul suo cranio sono passaggi indispensabili per tramutarsi nel Creatore.

Il cerchio si chiude con l’introduzione di un terzo co-protagonista, anzi di due Popoli: i Celestiali di Zorn e gli Eterni di Xorn. Hickman introduce questi popoli nella mini in 4 numeri dedicata ad Occhio di Falco (pubblicata in un comodo albetto monografico dalla Panini ndr). Le due città celesti, costituiscono le capitali gemelle della Repubblica di Tian, formatasi a seguito della distruzione (ad opera degli stessi popoli) della RSE. Un’altra minaccia o un possibile alleato? La risposta è tutt’altro che scontata: Xorn e Zorn hanno costruito una utopia per tutti i meta-umani del mondo, sebbene le loro visioni siano antitetiche.

La loro stessa vita è la testimonianza tangibile della follia dei governi di tutto il mondo: creati in laboratorio nell’ambito di un progetto top secret mediante un preparato Il Siero ,ora noto come la fonte, capace di estinguere il gene X e donare al contempo singolari e irripetibili poteri. Una miscela esplosiva che letteralmente esplode in faccia a Fury e gli Ultimates; il Presidente degli USA , contrariato dai fallimenti di tutte le controffensive adotta fin’ora, attiva i protocolli Winter sottraendo a Nick Fury la direzione dello shield, ed intimandogli di costituirsi pacificamente assieme agli Ultimates.

Non vi sveleremo il finale (ammesso che possa definirsi tale) della gestione di Hickman che passa il testimone a Sam Humphries.

Per quanto concerne la parte grafica c’è poco da dire: Ribic, coadiuvato da un White in stato di grazia, è semplicemente perfetto; le sue tavole trasudano di realismo. In ogni primo piano, in ogni micro-espressione del volto ritroviamo e percepiamo le emozioni tradotte in parole da Hickman. Un vero e proprio affresco in movimento. Peterson sostituisce occasionalmente Ribic, talvolta in interni numeri, altre volte in brevi spezzoni.

Il cambiamento in corso d’ opera, tanto ai disegni che ai testi, (dovuto al coinvolgimento di Hickman e Ribic nel megarilancio noto come  Marvel Now!) non giova affatto nell’economia della storia, lasciando al lettore un senso di incompiuto, o meglio di realizzato troppo rapidamente e lasciando troppi punti in sospesi.

In generale però la Run risulta piacevole e gli eventi ben orchestrati; riprova di quello che diciamo è la “promozione” del tandem autore/disegnatore nella linea canonica di casa Marvel

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