HULK: GRIGIO | Recensione del volume Marvel Must-Have

La nascita di Hulk e i suoi primissimi passi, rivisitati secondo la sensibilità di due autori come Jeph Loeb e Tim Sale !

Pubblicato il 13 Febbraio 2023 alle 14:00

Autori: Jeph Loeb (testi), Tim Sale (disegni)

Formato: 17X26, 160pp., C., colori

Prezzo: 15,00 euro

Genere: Supereroi

Provenienza: USA

Casa editrice: Panini Comics

Data di pubblicazione: 12 gen. 2023

Marco -Spider-Ci- Novelli
Marco -Spider-Ci- Novelli
2023-02-13T14:00:12+01:00
Marco -Spider-Ci- Novelli

Autori: Jeph Loeb (testi), Tim Sale (disegni) Formato: 17X26, 160pp., C., colori Prezzo: 15,00 euro Genere: Supereroi Provenienza: USA Casa editrice: Panini Comics Data di pubblicazione: 12 gen. 2023

Nato sulla scia del successo del mostro di Frankeinstein negli anni Sessanta, di cui all’epoca spopolava anche una sua action figure ispirata al mitico film con Boris Karloff, l’incredibile Hulk è un altro personaggio Marvel che ha appena festeggiato il ragguardevole traguardo dei sessant’anni di carriera.

Sempre per ispirarsi alla famosa creatura di Mary Shelley, inizialmente Hulk aveva una pigmentazione della pelle grigia e si trasformava solo di notte, così da accentuare le atmosfere tetre e spaventose tipiche dei fumetti horror.

Nel giro di pochissimi numeri, però, il colore del Gigante di Giada si trasformò nell’iconico verde che tutti conosciamo, decisamente migliore a livello di resa tipografica, allora non eccelsa… e anche le trasformazioni del mite dott. Bruce Banner iniziarono ad innescarsi in base ai suoi livelli di rabbia, e non più quando calavano le tenebre.

Piccoli aggiustamenti e correzioni in corso d’opera, insomma, che spesso avvenivano in quel periodo, quando la fervida immaginazione di Stan Lee sfornava senza sosta nuove storie e personaggi, che ben presto sarebbero entrati nell’immaginario collettivo.

La rodatissima coppia formata da Jeph Loeb e Tim Sale, che già aveva dato alla luce capolavori come Batman: Il lungo Halloween alla Distinta Concorrenza, nei primi anni Duemila decise di dedicare la propria arte ad alcuni iconici personaggi Marvel, rivisitando per nuovi e vecchi lettori i loro primi passi, o momenti particolarmente rappresentativi della loro vita editoriale.

Nacque così la famosa “quadrilogia dei colori”, in quanto ogni storia avrebbe avuto un colore predominante che l’avrebbe caratterizzata, e da cui prendeva anche il titolo. Stiamo parlando di Daredevil: Giallo, Spider-Man: Blu, Hulk: Grigio e Capitan America: Bianco. Quattro racconti dall’impronta molto personale, grazie ai testi delicati e introspettivi di Loeb e allo stile inimitabile di Sale.

In Hulk: Grigio, come potrete intuire, si fa riferimento a quel (breve) periodo in cui il nostro “eroe” aveva quel colore della pelle, e quindi si trasformava per la prima volta. Attraverso un colloquio tra Bruce Banner, alter-ego di Hulk, e il suo amico e psichiatra Leonard Samson, Loeb ci fa ripercorrere quegli sconvolgenti attimi, durante i quali lo scienziato fu accidentalmente colpito dalla bomba gamma di sua stessa invenzione, per poi mutare nella spaventosa creatura che tutti conosciamo.

Banner ha sempre visto la nascita di Hulk come una maledizione, e non prova minimamente a giustificare le sue azioni, anche quando non ha più il controllo di sé. Una situazione che ricorda molto quella del Dott. Jekyll & Mr. Hyde, da cui chiaramente anche Lee prese ispirazione, per portare il dramma di un uomo fin troppo mite e represso, che considerava Hulk come la manifestazione di tutti quegli istinti primordiali e violenti che aveva sempre cercato di non far emergere.

A peggiorare il tutto c’è la faida iniziata sin da subito contro l’esercito, guidato dal granitico generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross, un soldato pronto a tutto pur di fermare l’enorme ammasso di muscoli, il quale vorrebbe in realtà solo essere lasciato in pace, ma invece verrà continuamente istigato e aizzato dai loro attacchi, suo (e loro) malgrado.

In mezzo a questi due fuochi ci si troverà l’affascinante Betty Ross, figlia del generale e fiamma di Bruce Banner, la quale inizialmente non saprà nulla della trasformazione del suo innamorato, ma dovrà comunque affrontarne le conseguenze, visto che anche Hulk prova attrazione e affetto nei suoi confronti, e farà di tutto pur di proteggerla.

La figura di Betty sarà centrale nel racconto di Loeb, proprio perché lo scrittore vuole analizzare la parte più intima e nascosta del Gigante di Giada, mostrando anche il suo lato goffamente tenero e genuino. Non sapendo chi lui sia in realtà, la figlia del generale ovviamente sarà impaurita e refrattaria nei suoi confronti, nonostante tutte le attenzioni che le rivolge e di cui non ne capisce la motivazione. Dall’altro lato, Hulk è come un bambinone incapace di esprimersi, se non con poche frasi e versi gutturali, per cui non sarà facile la comunicazione tra loro…

Loeb alterna dunque momenti di pura rabbia e violenza ad altri di tenerezza e compassione, per farci comprendere al meglio il turbinio di emozioni provate da Bruce Banner/Hulk in quei primi giorni, ed arrivare poi a una conclusione amara, che fa rabbrividire e disperare lo scienziato: Hulk e il generale Ross, in fondo, non sono così diversi e la loro battaglia probabilmente non finirà mai, anche a causa del loro stesso orgoglio. Ma soprattutto affiora la consapevolezza (almeno secondo Banner) che Betty riesca ad amare solo i “mostri”, ovvero persone pericolose e violente, incapaci di darle l’affetto che merita.

Hulk: Grigio è quindi un racconto triste e malinconico, come lo è sempre stato il protagonista, del resto, perennemente afflitto da sensi di colpa, rabbia e costernazione. Una summa ideale se si vuole conoscere meglio il personaggio, ma anche i fan di vecchia data apprezzeranno sicuramente questo sentito omaggio da parte dei due autori, che hanno voluto rievocare quei dirompenti primi numeri, di cui si parla (e si ricorda) sempre poco.

Cosa aggiungere, infine, sul talento grafico del compianto Tim Sale… La sua capacità di fondere un retrogusto classico con la sensibilità del fumetto moderno è impareggiabile. Il suo tratto è immediatamente riconoscibile e caratterizza in maniera unica ogni opera con la quale si approccia.

Nel caso di Hulk, Sale riesce con naturalezza a rappresentare l’enorme massa di muscoli e la potenza che lo contraddistinguono, ma anche il suo lato più tenero e naif, grazie alla grande espressività che infonde a qualunque personaggio. La sceneggiatura molto scorrevole e cinematografica di Loeb, poi, gli permette di spaziare con splash page o vignette di ampio respiro, particolarmente azzeccate per rappresentare al meglio l’imponenza del Gigante di Giada o la vastità delle aree desertiche in cui muoveva i suoi primi passi.

Merita senz’altro una citazione anche il suo Iron Man, che qui compare ovviamente nella sua primissima armatura dorata, simile allo scafandro di un palombaro, di certo non adatta a resistere alla furia di Hulk, ma che farà comunque felici tutti gli appassionati del vintage targato Marvel.

Se non avevate ancora letto Hulk: Grigio, dunque, quale migliore occasione per recuperarlo della sua riedizione per la collana Marvel Must-Have di Panini, adatta a tutte le tasche. Un piccolo gioiello che non può mancare nella libreria di ogni appassionato del Golia Verde.

In Breve

Storia

7.5

Disegni

7.5

Cura editoriale

7.5

7.5

Punteggio Totale

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