Nathan Never – Odissea nel Futuro | Recensione

Pubblicato il 7 Dicembre 2018 alle 11:00

Un classico di Nathan Never riproposto in un’edizione di pregio e colorata.

La Sergio Bonelli Editore sta approfittando dell’esplosione del mercato fumettistico nelle librerie per proporre in volumi di pregio alcune delle storie che hanno maggiormente influenzato i personaggi che hanno segnato la storia della casa editrice. Così dopo un volume di pregio dedicato ad una storia classica di Julia, ecco che da poco è stato lanciato nelle librerie Nathan Never. Odissea nel Futuroun classico del personaggio ideato dal co-creatore Antonio Serra, e disegnato da Mario Alberti.

Si tratta di una storia lunga, con una certa epicità, e che ha segnato una svolta nel percorso del personaggio. Protagonista del fumetto è Susan Strong, scrittrice che vive una vita piuttosto regolare, e che rivestirà un ruolo importante nelle guerre tecnobiologiche tra i Tecnodroidi ed i guerrieri della Nautilus, guidati da Nemo, un clone di Nathan Never.

La saga inizia nell’antico Giappone, quando la Tecnodroide Selena arriva in terra asiatica, ed inizia a contagiare parte della popolazione. Il percorso del fumetto è piuttosto articolato e s’intreccerà con le vicende della figlia di Nathan Never, con la vita passata del protagonista, con Susan Strong, i Tecnodroidi, e con linee temporali che s’intersecano fra di loro portando dal Giappone medievale ad un futuro remoto.

Antonio Serra quando ha realizzato questa storia, pubblicata per la prima volta nel novembre del 1996 su Nathan Never Gigante, ha portato con sé tutta una serie d’influenze fantascientifiche che, inserite e dosate nella giusta maniera, hanno creato una storia capace di trasudare epicità ed intrigare anche a distanza di vent’anni.

I creatori della serie di Nathan Never  Michele Medda, Antonio Serra e Bepi Vigna hanno avuto come base iniziale per l’ispirazione del personaggio il Rick Deckard di Blade Runner. Ma in Odissea nel Futuro il cult di cui si avverte maggiormente la presenza è Terminator. Le linee temporali influenzate fra di loro, guerrieri e guerre che si spostano avanti ed indietro nel tempo, tutta una serie di sequenze e situazioni che riportano alla mente le vicende di Sarah Connor e del cyborg interpretato da Arnold Schwarzenegger. Odissea nello Spazio ha tanto di Terminator ma anche molto di più.

A farla da padrone è comunque la storia di Nathan Never, e del percorso che ha portato alla nascita del suo clone Nemo, con ampie influenze (non solo date dal nome di riferimento) provenienti da Jules Verne. Inoltre, anche la scelta di raccontare gran parte della storia dal punto di vista del personaggio “secondario” di Susan Strong rievoca film celebri come La Fortezza Nascosta di Akira Kurosawa (il cui influsso si respira sempre in qualunque storia che ha di mezzo samurai e antico Giappone).

I disegni di Mario Alberti si caratterizzano per un tratto sporco, e leggermente milleriano, figlio degli anni Novanta, ma che risulta tutt’ora gradevole e che riporta alla memoria un’epoca fumettistica ormai ampiamente storicizzata.

Ma la novità di questo volume sono i colori di Daria Cerchi, che sostituiscono il bianco e nero classico dei fumetti di Nathan Never, riuscendo a definire il tono delle varie scene senza essere troppo invasivi.

Odissea nel Futuro è un classico di Nathan Never, non perfetto nella sua ampia realizzazione, ma che riesce a trasudare un’epicità ed una coerenza, nonostante i suoi rimandi tra passato e futuro, non semplice da ottenere.

Per i più giovani che si sono avvicinati a Nathan Never e vogliono conoscere uno dei classici del personaggio questa è la lettura ideale da fare. Mentre per i lettori storici che vogliono conservare in volume un grande cult del personaggio (con in più una versione a colori che aggiunge qualità) la riproposta di Odissea nel Futuro è l’occasione migliore per inserire nella propria libreria un volume di pregio, che la SBE non poteva far mancare.

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