Anon | Recensione

Pubblicato il 6 Luglio 2018 alle 15:00

Dallo sceneggiatore e regista di Gattaca e In Time, nonché scrittore e produttore di The Truman Show, arriva una nuova storia fantascientifica ambientata in un futuro non troppo lontano nel quale restare anonimi risulterà in pratica impossibile.

Sal Frieland è un detective chiamato a indagare su un misterioso caso di omicidio che sembra essere collegato anche ad altri, con cui presenta alcuni tratti in comune. Il suo scopo è dunque quello di scovare il serial killer, missione che sembrerebbe molto semplice, in un futuro in cui in ogni istante sono disponibili le informazioni su qualunque essere umano. O quasi.

  • L’Etere come il Grande Fratello

L’Etere è un database online nel quale sono racchiuse tutte le informazioni che riguardano ogni singolo individuo. Non solo questo rende possibili per la polizia ricerche rapidissime, in tempo reale, che riguardano i criminali, consultando rapidamente le loro eventuali schede: ogni individuo è infatti collegato all’Etere fin dalla più tenera età (non è dato sapere mediante quali modalità, perché questo è irrilevante ai fini della narrazione) attraverso il proprio apparato visivo, per cui sarà sufficiente guardare una persona, un oggetto, un animale o una pianta per poter attingere a tutte le informazioni che lo riguardano.

Usando l’Etere è possibile visualizzare tali informazioni, o i propri ricordi, senza l’ausilio di alcun dispositivo, direttamente di fronte ai propri occhi; questo significa che può essere usato anche per implementare elementi di realtà aumentata nella propria vita quotidiana, magari personalizzando gli annunci pubblicitari visibili sugli edifici, o facendo materializzare al proprio polso l’ologramma di un costoso orologio.

L’Etere è uno strumento molto potente, che però si rivela del tutto inutile nella identificazione di taluni soggetti, che in qualche modo riescono a vivere in questo sistema standone al di fuori, poiché risultano del tutto anonimi. Non solo, ma viste le sue potenzialità, cosa accadrebbe se qualcuno lo hackerasse, facendo sparire le proprie tracce o alterando ciò che vede un bersaglio a sua scelta?

  • La sicurezza prima di tutto

Il futuro rappresentato in Anon può essere visto sia come utopico che come distopico: utopico per chi crede che il libero accesso alle informazioni che riguardano qualunque essere, vivente o non vivente che sia, sia uno strumento per garantire la propria sicurezza, e distopico per chi invece crede che sia solo uno strumento di controllo che pone fine alla privacy.

Su questi binari differenti, che potrebbero però incontrasi, viaggiano i protagonisti principali di questa storia: il detective Sal Frieland e la ragazza anonima che risponde al nickname di Anon, specializzata nel cancellare non solo le proprie tracce, ma anche episodi scomodi dalle vite dei propri clienti, ovviamente dietro un lauto pagamento. Le strade dei due si incroceranno quando il detective Frieland inizierà a sospettare che la ragazza si nasconda dietro una serie di crimini che riguardano i suoi clienti.

  • Attraverso gli occhi

Anon è un thriller fantascientifico strutturato in maniera tale da tenere gli spettatori sempre all’erta, grazie a una storia non sempre così scontata come potrebbe sembrare a prima vista e in cui alcuni colpi di scena saranno destinati a sovvertire quelle che si credevano fino a quel momento delle certezze.

Visivamente, il film è molto affascinante, e mostra in maniera dettagliata sullo schermo come vedono il mondo i vari personaggi che animano la storia grazie alla presenza di alcune scene girate in prima persona, nelle quali potrete anche voi visualizzare una ricca serie di informazioni, più o meno utili. In questo modo, il coinvolgimento e l’immedesimazione sono ancora maggiore.

Il mondo è mostrato attraverso l’uso di colori principalmente scuri e freddi, dando il senso della sua asetticità e impersonalità, e invita a riflettere sui rischi di una eventuale incursione in un sistema di controllo così articolato da parte di uno o più hacker, che potrebbe trasformare un sistema pensato per la sicurezza in un’arma molto potente.

  • Conclusione

Grazie alla presenza di attori le cui performance sono all’altezza del proprio compito, Anon è un thriller fantascientifico molto ben strutturato, originale e avvincente, che solleva anche alcune questione di ordine prettamente antropologico e sociologico di un certo peso.

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