Dampyr 215 – Chinatown | Recensione

Pubblicato il 2 Febbraio 2018 alle 17:00

Questa volta Harlan, Kurjak e Tesla si avventureranno nella Chinatown di San Francisco.

I cambi di genere negli albi di Dampyr riescono sempre a dare maggiore respiro ai personaggi, calandoli in contesti nei quali riescono ad adattarsi perfettamente. Nata come serie horror/storica Dampyr nel tempo ha trattato sempre più generi: dal fantasy, al thriller, allo spy, all’avventura.

Le varianti di ambientazioni sono sempre state uno dei punti forti della serie, e quando il dampyriano riesce a trovare l’albo calato in luoghi e dimensioni predilette non viene mai deluso. Perciò dopo una storia ambientata nella Vienna di metà Novecento ( Il Giocattolaio da noi recensito qui), ecco che Harlan, Kurjak e Tesla in Chinatown vengono catapultati in tutt’altra parte del mondo: nella soleggiata San Francisco.

L’incipit della storia ricorda il Gangs of New York di Martin Scorsese: una lotta tra bande nella San Franciso di fine Ottocento fa salire al potere Ah-Toy, un’avvenente donna cinese, proprietaria di una “Casa del Piacere”. Durante lo scontro con una gang irlandese Ah-Toy, dopo aver ucciso chiunque si sia frapposto tra lei e la conquista del potere, lascia in vita il capobanda Doherty, il quale diventerà suo fedele servitore.

Chiaramente, come in tutte le storie di Dampyr che si rispettino, Ah-Toy è in realtà uno spirito proveniente dalla mitologia cinese. Dietro la sua identità si nasconde Huli Jing, la donna volpe.

Oltre cento anni dopo Ah-Toy continua a lottare per il potere all’interno della Chinatown di San Francisco. La donna volpe ha un piano per spuntarla nella lotta tra gang che si contendono il territorio, ed al suo fianco ha trovato un nuovo personaggio, ex capo di un’altra gang, chiamato Johnny Lee.

Jim Fajella, l’ex poliziotto italo-americano amico di Dampyr, iniziando a fiutare il pericolo contatterà Harlan Draka per scoprire l’identità del nuovo padrone di Chinatown, e per sconfiggere una volta per tutte la donna volpe.

Il respiro da gangstar story dà a questo fumetto una freschezza che negli ultimi tempi mancava alla serie. Sicuramente gli ultimi albi sono stati di buona fattura, ma una storia che desse un tono ed un’atmosfera diversa alle avventure di Harlan ci voleva. Inoltre la Chinatown di San Francisco si presta piuttosto bene a rinnovare il contesto dell’albo.

Uno dei maggiori pregi di Dampyr è quello di essere perfettamente “sgangherato e sgangherabile” (come disse Umberto Eco parlando di Dylan Dog). Il fatto di poter calare Harlan, Kurjak e Tesla praticamente in ogni luogo del mondo ed in ogni tipo di contesto, mantenendo una propria identità riconoscibile in ogni albo, è uno dei punti forti dell’intera serie.

Così il soggetto di Claudio Falco strizza l’occhio a Gangs of New York, e sa incrociarsi con i gangstar movie aprendo i personaggi ad un contesto narrativo utilizzato raramente in Dampyr, ma efficacissimo.

Il ritmo della storia scorre ottimamente: Harlan assiste dall’esterno ad una lotta tra gang nella quale verrà chiamato in causa solamente nelle ultime pagine. E questo è anche un ottimo espediente per rafforzare il potenziale dei Maestri della Notte avversari di Dampyr, che, al pari dei nostri protagonisti, sono personaggi entrati nei cuori dei dampyriani.

È questo il caso di Ah-Toy, la donna volpe, una sensualissima orientale che in un solo albo è riuscita a tirare fuori tutta la forza di un character di grande potenziale.

A dare sostanza e qualità alla narrazione di Falco sono i disegni di Luca Raimondo, che rispettano l’impostazione della gabbia bonelliana, caratterizzando con attenzione il contesto paesaggistico della San Francisco e Chinatown protagoniste della storia. E come si dice quando si parla di buoni film: la regia migliore è quella che non si vede. Ed in questo caso l’opera di Raimondo è determinante, ma non si avverte.

Siamo sicuri che i lettori dampyriani apprezzeranno questo albo, e si faranno conquistare dall’ennesimo attraente Maestro della Notte: la donna volpe Ah-Toy.

 

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