Nuovi Mutanti – Rinnovamento | Recensione

Pubblicato il 20 Gennaio 2018 alle 10:00

Arriva un volume con le origini dei Nuovi Mutanti! Com’è nata la squadra di giovani homo superior guidata dal Professor Xavier? Ce lo spiega il deus ex machina dell’universo mutante, Chris Claremont, coadiuvato da Bob McLeod e Sal Buscema!

Quando nei primi anni ottanta Uncanny X-Men divenne un fenomeno editoriale senza precedenti, molti chiesero a gran voce una seconda testata dedicata agli Uomini X. Chris Claremont, lo sceneggiatore responsabile di un simile successo, riteneva che non bisognasse sfruttare in maniera eccessiva il trend. Era dello stesso avviso anche l’allora editor in chief Jim Shooter. L’autore di Secret Wars, comunque, volle però accontentare i lettori che desideravano ulteriore materiale mutante.

Si pensò dunque di ideare una serie parallela incentrata su una nuova squadra di individui dotati del gene x, sempre guidata da Charles Xavier. Per giunta, erano adolescenti, a differenza degli X-Men, ormai adulti, e questo dettaglio avrebbe permesso di rievocare le atmosfere dei primordi, basate sul concetto iniziale di Lee e Kirby, quello, cioè, di un team di teenager. Nacquero così i Nuovi Mutanti, inizialmente protagonisti di una graphic novel.

Come sanno i Marvel fan, New Mutants fu apprezzata almeno quanto Uncanny X-Men e i suoi personaggi tuttora appaiono in numerose testate. Fu Claremont a occuparsi pure di questa collana e ora Panini Comics propone un volume che include la graphic novel e i primi sette episodi. Va specificato che i numeri migliori di New Mutants sono quelli illustrati dal rivoluzionario Bill Sienkiewicz e che gli albi iniziali non sono proprio entusiasmanti.

In principio, infatti, Chris Claremont era più coinvolto dalle vicende degli X-Men e in queste storie si limitò a prendere le misure dei personaggi e a impostare le premesse delle lunghe e labirintiche saghe tipiche del suo stile narrativo. Nella graphic novel Chris introduce quindi Sunspot, Karma, Cannonball, Wolfsbane e Mirage, inserendoli in un complotto del Club Infernale. E’ il pretesto che serve a mettere in piedi la squadra che sarà guidata dal Professor X. La storia ha un’impostazione mainstream, gradevole ma non innovativa.

Dopo la graphic novel comincia la serie vera e propria, le cui trame si collocano in un contesto particolare. In quel periodo, infatti, gli X-Men si trovano nello spazio, impegnati a lottare contro gli alieni della Covata, e nell’istituto di Xavier ci sono solo lui e i nuovi allievi. Costoro, però, non sanno che Charles è posseduto dalla regina della Covata e ha pessime intenzioni nei confronti del genere umano. Ciò, tuttavia, non impedisce a Claremont di ideare storie che vedono gli eroi alle prese con le Sentinelle, il Club Infernale, Silver Samurai e Viper.

Testi e dialoghi sono convenzionali e lontani dalla splendida introspezione e dalla liricità del Claremont dei tempi migliori. Tuttavia, lo scrittore caratterizza subito i protagonisti in maniera efficace. Mirage e Sunspot sono ribelli e hanno una forte personalità, Cannonball è timido e impacciato, Wolfsbane è pudica e piena di pregiudizi e Karma è tormentata da un passato difficile. Saranno questi gli elementi che in seguito Claremont approfondirà in modo egregio, facendo di New Mutants una delle testate migliori della Marvel anni ottanta.

I sette episodi, lo ripeto, sono più che altro interlocutori. I primi tre capitoli sono disegnati dal bravo Bob McLeod, il penciler della graphic novel, dallo stile naturalistico e sostanzialmente tradizionale. Il suo lavoro è in ogni caso valido e nel complesso efficace. Lo stesso vale per Sal Buscema, nome storico della Marvel, che realizza tavole nel classico Marvel style, con un tratto meno stilizzato del consueto.

Nel volume è inoltre incluso il n. 167 di Uncanny X-Men, l’episodio che conclude la saga della Covata e narra il primo incontro ufficiale tra il team capitanato da Ciclope e i Nuovi Mutanti. E’ sempre scritto da Claremont e disegnato dall’ottimo Paul Smith che sfoggia il suo tratto elegante e plastico, di notevole espressività. In definitiva, il volume è da tenere d’occhio ma le storie realmente importanti dei Nuovi Mutanti, lo ribadisco, sono quelle realizzate dal grandissimo Bill Sienkiewicz e c’è da augurarsi che Panini Comics ne possa proporre in futuro la run, quella sì davvero imperdibile, nella sua interezza.

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