Origin 1 | Recensione

Pubblicato il 12 Dicembre 2017 alle 17:00

Dopo una preview in occasione del Free Comic Book Day 2017 di Panini Comics, in cui veniva offerto gratis il primo capitolo (circa) di Origin, ecco il primo tankobon della nuova opera di Boichi, conosciuto già nel nostro Paese per opere come il seinen Sun Ken Rock (per J-POP) e Hotel sempre per Planet Manga.

Siamo nell’anno 2048 e il Giappone è molto cambiato da quando è stata inaugurata la ferrovia transcontinetale eurasiatica, che ha portato il Paese ad un ulteriore sviluppo, ma che ha anche fatto aumentare la criminalità nel Sol Levante, prima quasi sconosciuta. Ma ultimamente gli omicidi si sono fatti più frequenti e più cruenti, tanto da far sorgere la leggenda che i responsabili siano degli esseri non umani. A dar loro la caccia però troviamo Origin, un personaggio interessante, che nonostante la sua natura, per non dare nell’occhio, decide di andare a lavorare per la AEE, il più grande conglomerate del Giappone.

La trama è basata principalmente su quello che Boichi sa meglio costruire: l’azione. Le scene di scontri del protagonista occupano buona parte del primo volume, lasciando la trama che legherà tutti i numeri per ora abbastanza annacquata. Una scelta che non mi sento di condannare, dato il precedente di Sun Ken Rock in cui Boichi aveva forse osato troppo, creando una trama di fondo che, a conti fatti, risultava spesso pretestuosa per giustificare le botte. In ogni caso la trama qui è comunque credibile e Boichi ha già seminato alcuni elementi che, se non fanno pensare ad una sceneggiatura originalissima, tuttavia mostrano una base sufficientemenrte interessante per scoprire di più su Origin ed il suo passato.

Come in Sun Ken Rock, poi, Boichi non resiste a mantenere un registro stilistico sempre serioso e inserisce delle scene comiche, che, bisogna ammetterlo, a volte spezzano un po’ troppo l’atmosfera di tensione; tuttavia, nella maggior parte dei casi, sono comunque ben inserite e strappano un sorriso.

Buona la caratterizzazione dei personaggi, anche se per ora solo Origin ha avuto una descrizione accurata; tuttavi i colleghi del protagonista hanno già rivelato i propri pregi e difetti e, sicuramente, saranno utili per i futuri volumi, soprattutto per le scenette comiche (pare).

Dal punto di vista grafico, Boichi si conferma ancora una volta un ottimo disegnatore, come abbiamo già imparato ad apprezzarlo in Sun Ken Rock, con il suo stile realistico. Le linee cinetiche, l’estrema cura nella rappresentazione dei corpi, l’espressività delle facce e gli ambienti dettagliati sono oramai il marchio di fabbrica dei suoi manga. Basta solo vedere le sue cover per capire le capacità di questo disegnatore, cover che non possono non attrarre il lettore occasionale che cerca  un manga tra le mille proposte in edicola o fumetteria. Da non dimenticare, poi, la sua capacità di ritrarre il corpo femminile, non mancando di scendere nei dettagli…

L’autore però è capace anche nelle scene comiche, dimostrando piena capacità di passare da uno stile realistico ad uno deformed.

L’edizione italiana di Panini Comics presenta un classico tankobon, con un piccolo extra in cui Boichi, con una scheda tecnica, descrive anche la situazione economica e politica del suo Giappone distopico.

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