ARCHIE TRA I MORTI VIVENTI e il nuovo Horror [Recensione]

Pubblicato il 23 Dicembre 2016 alle 10:00

E se Archie e i suoi amici si ritrovassero ad affrontare un’apocalisse zombi a Riverdale? Con questa semplice premessa, parte una nuova sorprendente serie dedicata al mito di Archie, che lo rilegge in chiave horror.

Dopo il rilancio della serie classica di Archie operato da Mark Waid e Fiona Staples (la nostra recensione qui) con un taglio pop e moderno, passiamo a una serie innovativa e alternativa sempre ambientata nella “tranquilla” cittadina di Riverdale: Archie tra i morti viventi, che mette i celebri personaggi della casa editrice statunitense Archie Comics a confronto con una situazione paradossale – un’apocalisse zombi.

Archie tra i morti viventi parte con Jughead disperato per la morte del proprio cagnolino, investito da un’auto, che si reca dalla celebre Sabrina, la giovane strega protagonista di numerose serie TV animate e live-action, per resuscitarlo. Questa Sabrina, però, non è la solare e allegra ragazza che abbiamo imparato a conoscere in TV… e le sue ziette non sono certo le simpatiche donne che la accudiscono con amore.

Sabrina si rifiuta di aiutare Jughead ma poi decide di disobbedire alle zie e usare il Necronomicon per resuscitare il povero cagnolino. Risultato: un cane-zombi che morde Jughead e comincia a diffondere l’epidemia in tutta Riverdale, non più la tranquilla cittadina di un tempo.

Fa sorridere come il primo zombi “mangia-uomini” sia proprio Jughead, personaggio conosciuto soprattutto per i suoi insaziabili appetiti anche nella serie classica, ma questo nuovo Archie non è ricco di gag e momenti ironici, bensì l’opposto: situazioni cupe e drammatiche che raggiungono apici mai sperimentati prima in una serie sul personaggio, con scene struggenti che mettono in luce la familiarità del pubblico con i protagonisti in modo da percepire le loro stesse tragiche reazioni.

Roberto Aguirre-Sacasa non stravolge i personaggi nello stesso modo di Waid e mantiene inalterate le caratteristiche di ognuno e il “triangolo amoroso” è tra i più classici, con Betty e Veronica in continua lotta per contendersi Archie Andrews. L’apocalisse zombi è anche un pretesto per mettere in luce il lato oscuro di ogni personaggio, tra cinismo e indifferenza, come se ci trovassimo catapultati in The Walking Dead.

Francesco Francavilla e il suo inconfondibile stile retrò che richiama i fumetti horror dell’età dell’oro e i grandi classici cinematografici cui si è sempre ispirato offrono una nuova visione di Archie e compagnia: più cupa e matura, come non si era mai visto prima.

Non mancano poi i riferimenti alla cultura pop e all’horror, che abbondano e non stonano mai. Se Francavilla, quindi, non delude per nulla ai disegni, giocando con i personaggi e le ambientazioni, Aguirre-Sacasa osa solamente il giusto, seguendo una struttura classica delle storie di zombi applicata a un universo adolescenziale. I colori danno poi la giusta profondità al racconto e infondono il taglio horror di cui ha bisogno, che lo differenzia totalmente dagli altri titoli dedicati ad Archie.

Insomma, Archie tra i morti viventi non può mancare tra gli estimatori di Francesco Francavilla, tra gli artisti italiani più prolifici degli ultimi anni nel panorama americano, ma anche per tutti i nuovi appassionati di Archie che vogliono sperimentare cose sempre più nuove e diverse, e soprattutto per prepararsi al meglio alla serie TV Riverdale, in onda prossimamente su The CW, con cui condivide l’atmosfera cupa e le vicende adulte.

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