Gotham 3×01 Recensione – “Better to Reign in Hell”

Pubblicato il 27 Settembre 2016 alle 15:13

La serie che narra le avventure ambientate nella città di Batman prima di Batman torna con la terza stagione, con un primo episodio sotto tono ma ricco, come sempre, di personaggi folli e storie prese a piene mani dai comics.

Dopo aver consolidando il peculiare taglio poliziesco dal sapore dark fiabesco e dopo essersi allontanato dove possibile (ma più del previsto) dalla controparte cartacea e dai vari adattamenti passati (televisivi e cinematografici), la serie tv Gotham è riuscita a migliorarsi passando da una prima stagione visivamente accattivante ma priva di sostanza ad una seconda stagione molto più interessante e coraggiosa (qui la recensione).

Punto di forza i criminali e i villain che popolano la futura città del Cavaliere Oscuro, una parata di bizzarri personaggi e di esperimenti falliti che dopo la fuga dai laboratori del Dottor Hugo Strange, avvenuta nel finale della scorsa stagione, sono pronti per invadere la gotica città.

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La serie riparte proprio da dove l’avevamo lasciata, dall’invasione dei freaks di Hugo Strange, dal ritorno della potenziata Fish Mooney e dalla città di Gotham sempre più in decadenza.

A rappresentare il cambiamento e la caduta della città verso la follia, c’è ancora una volta Jim Gordon (un sempre più carico Ben McKenzie) deciso più che mai a farsi carico dei problemi arrendendosi però all’evidenza dei fatti. Non si può pensare di ripulire Gotham dai criminali continuando a seguire ciecamente la legge.

Così il nostro amato protagonista intraprende una strada più “oscura” passando dall’esser poliziotto buono al classico poliziotto cattivo (rude, solitario e propenso ad infrangere le regole).

Una scelta molto ardua da parte degli sceneggiatori ma che regalano al personaggio qualche sfumatura in più oltre a quella di cavaliere senza macchia.

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Convince molto meno la ricomparsa di Fish Mooney (Jada Pinkett-Smith) uno dei personaggi più insipidi della prima stagione che sembra tornare al centro delle trame principali della serie.

Neanche l’aggiunta di super poteri sembra giovare a questo character che non mostra (almeno per ora) grossi cambiamenti ne lascia presagire future evoluzioni.

Incerti anche il fato dei personaggi più amati della serie.

Oswald Cobblepot (il sempre in parte Robin Lord Taylor) torna ad avere un ruolo di spicco all’interno della criminalità di Gotham ma si dimostra anche stranamente emotivo verso il proprio braccio destro Butch, un personaggio secondario sempre in bilico tra la minaccia e la spalla comica.

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Torna ancora più folle e malvagia di prima la futura moglie di Jim Gordon, Barbara Kean, il personaggio su cui gli sceneggiatori stanno osando di più e su cui si ripongono le più grosse domane.

Si unirà mai a Gordon rispettando la controparte cartacea? O continuerà la sua ascesa alla follia dalla parte sbagliata della barricata?

In stallo invece Edward Nygma e la giovane Selina, due personaggi riuscitissimi che hanno fatto faville nella scorsa stagione e su cui si ripongono molte aspettative.

In particolare la storia di Nygma sembra legarsi sempre di più a quella del Pinguino, consolidando così il sodalizio tra i futuri villain di Batman che già nella scorsa stagione avevano mostrato di saper fare scintille.

In questi primo episodio il futuro Enigmista riesce persino a scuotere Cobblepot con un bel discorso motivazionale.

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Ma la storyline più interessante e strutturata sembra essere quella legata al giovane Bruce Wayne e alla misteriosa setta che brama all’ombra delle Wayne Enterprise e forse dell’intera Gotham City.

Una storyline che si rifà pienamente alla recente saga a fumetti, “La Corte dei Gufi” (realizzata da Scott Snyder e Greg Capullo), storia legata a doppio filo con le origini dell’universo batmaniano, addirittura antecedente la nascita di Bruce Wayne e quindi perfetta per essere adattata in questa serie tv.

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Oltre a questa saga (che propone i più interessanti spunti) questo inizio di terza stagione non sembra voler osare come la seconda, partendo molto lentamente e non proponendo grossi elementi di interesse.

Anzi, personaggi come Valerie Vale (Jamie Chung) fanno presagire la voglia degli showrunner di andare più sul sicuro seguendo più diligentemente i binari delle storie a fumetti.

Mentre nella seconda stagione ci si poteva imbattere in personaggi cronologicamente fuori posto (Mr. Freeze, Clay Face, Azrael) il personaggio di Jamie Chung fanno tornare alla memoria il modus operandi della prima stagione dove si sfruttavano solo personaggi lontanamente legati all’intoccabile mitologia batmaniana (il fratello di quello, il padre di quell’altro, ecc…).

La speranza ovviamente è che si torni ad osare nei prossimi episodi, magari in vista dell’arrivo di un nuovo villain di tutto rispetto: il Cappellaio Matto.

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