Cyborg 009 vs Devilman non è propriamente il miglior crossover [RECENSIONE]

Pubblicato il 16 Maggio 2016 alle 15:50

Cyborg 009 e Devilman, i noti personaggi di Shotaro Ishinomori e Go Nagai, si scontrano in un crossover, disponibile su Netflix.

Tre episodi, di circa 30 minuti, sicuramente non bastano a rendere giustizia a due personaggi come Cyborg 009 e Devilman, che in queste pochissime puntate si affrontano senza esclusione di colpi.

Dai primissimi minuti, infatti, lo spettatore è proiettato in medias res, al centro dell’azione, complice una trama pensata soprattutto per chi già conosce bene i due protagonisti e che può risultare difficile da capire per chi, invece, non ha seguito i manga e gli anime precedenti. Qualche breve flashback fallisce nel tentativo di chiarire le dinamiche del crossover e la storia pregressa dei protagonisti.

cyborg-009-vs-devilman-openingCyborg 009 è, infatti, un orfano che viene trasformato in un cyborg, dalla banda di Black Ghost. Il suo potere principale è la velocità, che gli permette di colpire il proprio nemico senza essere visto. Dietro il nome di Devilman, invece, si nasconde il teenager Akira Fudo, anch’esso orfano, che si ritrova, per una serie di circostanze fortuite, ad assumere le sembianze e a ottenere la forza del demone Amon, conservando però raziocinio e personalità.

Nei tre nuovi episodi, i due personaggi a causa di un incidente si ritrovano a condividere la scena: ognuno vede l’altro come proprio nemico e già dal primo momento, a causa di una serie di fraintendimenti arrivano a scontrarsi, inscenando una battaglia a più riprese, per la quale è difficile determinare quale dei due sia il più forte.

Sullo sfondo, determinanti per lo svolgersi della trama, alcuni personaggi nuovi, che si associano a quelli già noti ai fan veterani delle due saghe, per creare un nuovo intreccio, che poco si amalgama allo stile peculiare delle due storie.

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Nell’insieme, si fa notare di gran lunga la grafica, essenziale per i combattimenti mozzafiato e qualche breve parentesi divertente, che oltre ad alleggerire il carico, permettendo l’avvento di altri colpi di scena, serve a caratterizzare ulteriormente i personaggi.

L’adattamento, sceneggiato da Tadashi Hayakawa, noto per Transformers e per alcuni episodi di Yu-Gi-Oh!, riprende lo stile degli shōnen incentrati su azione e combattimenti che, se da un lato movimentano la scena, dall’altro rischiano di volta in volta di mortificare i dialoghi, già ridotti all’osso.

Più che un capitolo aggiunto alle storie di questi due eroi, l’impresa di Hayakawa sembra il tentativo nostalgico di far rivivere due personaggi ben caratterizzati, che hanno – purtroppo-  ben poche ulteriori possibilità di crescita in questo nuovo contesto. L’idea poteva essere sicuramente sviluppata meglio: i punti di forza di entrambi vengono fortemente a mancare, lasciando lo spettatore abbastanza insoddisfatto.

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