I personaggi che avrebbero meritato il ruolo di “cattivo finale” in Naruto

Pubblicato il 23 Febbraio 2016 alle 15:00

Il seguente articolo è rivolto a coloro che hanno già letto la fine di Naruto, il pluriacclamato manga di Masashi Kishimoto.

Sappiamo che il cattivo finale del manga (o cattiva), in questo caso, è stata Kaguya Otsutsuki, la madre di Hagoromo Otsutsuki (meglio conosciuto come l’Eremita delle Sei Vie e di tutti i ninja). Colei che mangiando il rarissimo frutto dell’albero divino, ha acquisito per la prima volta il potere del Chakra e mediante esso, è riuscita a portare la pace dopo una serie di lunghe guerre.

Un traguardo onorevole ed etico ma si sa, più si ha potere più si pretende la forza, la grandezza e l’immortalità. Kaguya venne adorata come Dea ma col tempo anche i suoi ideali di pace, si macchiarono col male.

Il suo prossimo obiettivo era quello di assoggettare tutti in un mondo onirico così che avesse tutto il controllo.

Kaguya Otsutsuki
Kaguya Otsutsuki

Il suo obiettivo, si concretizzò ma non aveva fatto i conti con i suoi due figli: Hagoromo ed Hamura Otsutsuki. Questi ultimi la sfidarono e la sigillarono dentro il Chibaku Tensei, dando così origine alla Luna. La pace tornò ma fu temporanea.

La Dea, dopo molto tempo, torna in vita grazie al sacrificio di Madara Uchiha, voluto dallo Zetsu Nero, uno dei membri dell’Organizzazione Alba che dietro le quinte, ha manovrato i fili al fine di far rivivere sua madre.
Successivamente, la storia va a ripetersi, tanto che Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha, potenziati col potere dell’Eremita delle Sei Vie, dopo uno scontro non facile, sigillano per la seconda ed ultima volta, la madre di ogni cosa.

La domanda che sorge, quindi è: “Era Kaguya, la cattiva finale che questo manga meritava? Oppure altri personaggi, avrebbero potuto avere questo ruolo rilevante”?
Analizziamoli.

OROCHIMARU

Il primo vero antagonista del manga è stato Orochimaru, un ninja del villaggio della Foglia, allievo del Terzo Hokage Hiruzen Sarutobi e amico di Tsunade e Jiraiya.

Cresce solo, senza la guida e l’affetto dei suoi genitori e quando diventa uno shinobi, subito dimostra ottime qualità sia dal punto del combattimento che del temperamento.

Nel corso della Seconda Grande Guerra Ninja, Hanzo della Salamandra, nominerà lui e suoi due compagni, Ninja Leggendari e si può certamente affermare che da questo momento, Orochimaru inizierà a coltivare i suoi sinistri piani di dominio e di tradimento verso le sue origini.

Perciò Orochimaru, si chiude sempre di più in se stesso, nei suoi laboratori al fine di sfatare tutte le conoscenze che il mondo nasconde e di padroneggiare qualunque tecnica. Per essere invincibile. Per raggiungere l’immortalità, la sua ragione di esistenza. E di catturare il suo pupillo, Sasuke Uchiha il quale gli farà da contenitore per la prossima rinascita.

Nel frattempo, attacca il suo villaggio natio, assassina il suo unico maestro, sfugge ai continui richiami di Jiraiya. Anzi, ingaggia un combattimento persino con i suoi compagni di team per non aver convinto Tsunade a guarirgli le braccia, sigillate dal Terzo Hokage prima che morisse. Si serve di tutto e tutti per i suoi scopi.

Successivamente, Orochimaru ottiene Sasuke, il quale quest’ultimo, avrà potere in cambio del suo corpo. Tuttavia Sasuke, lo sconfigge e poi lo assorbe.

Orochimaru
Orochimaru

Ad ogni modo, proprio perchè Orochimaru, avrebbe potuto essere un vero cattivo, che non poteva morire così. Difatti, continuava a vivere nel corpo di Sasuke e successivamente, anche in quello di Kabuto.

Durante la Quarta Guerra dei Ninja, viene resuscitato dallo stesso Sasuke, con l’obiettivo di riportare in vita i precedenti Quattro Hokage. Orochimaru, dopo la rinascita, ha un notevole cambiamento, non gli interessa più distruggere Konoha, o ottenere il corpo di Sasuke.

Ha capito che non potrà mai cambiare il pensiero di un ninja che sa perfettamente quello che vuole e che dopo tutti questi, lo ha sempre rifiutato. Una volta raggiunta questa consapevolezza, si limita solo a vedere fino a quando Sasuke migliorerà, crescerà e fino a quanto si spingerà al fine di raggiungere i suoi obiettivi. Praticamente i ruoli s’invertono. Orochimaru si mette al servizio di Sasuke, tornando a schierarsi dalla parte dei “buoni”.

Ebbene. Orochimaru avrebbe potuto avere il ruolo di cattivo finale sino alla costituzione del Team Hebi. Infatti, da quel momento, l’autore decide di scartarlo, di metterlo via per un pò. Un trattamento rischioso se si considera il cambiamento che prende rispetto alla prima serie.

Orochimaru era l’emblema della malvagità, lo dice anche il suo nome “Orochi” che in giapponese significa “serpente” ed è il simbolo del male. Avrebbe potuto avere uno sviluppo diverso, un cambio di obiettivi e arrivare nelle ultime pagine del manga come il cattivo definitivo.

NAGATO/PAIN

Prima di parlare di Pain, bisogna aprire una parentesi su Nagato.

Nagato è stato un ninja originario del Clan Uzumaki, proveniente dal misterioso Villaggio della Pioggia. Tuttavia, i ninja della Foglia, durante la Seconda Guerra Mondiale dei Ninja, uccisero i suoi genitori e alla vista di tale scempio, ancora in tenera età, Nagato “risvegliò” il Rinnegan. (Potere oculare di proprietà di Madara).

Nagato, cominciò quindi a vagare per il villaggio, oramai solo, afflitto, stanco ed affamato. Un giorno però, incontrò l’aiuto di altri due orfani della Pioggia, di nome Yahiko e Konan. Il primo, nonostante le avversità e le difficoltà, era fermamente convinto che sarebbe diventato forte e avrebbe portato la pace ad ogni costo. Il suo atteggiamento è simile a quello di Naruto. Anche Konan voleva questo, perciò assecondava il suo compagno.

Successivamente, Nagato stringe una forte amicizia con gli altri due ragazzi e un giorno fanno la conoscenza di Jiraiya. Quest’ultimo, rimarrà con i ragazzi per fare in modo che diventino più forti al fine di affrontare le difficoltà e le minacce del mondo dei ninja.

I ragazzi diventano forti e Jiraiya, dunque, decide di tornare a Konoha. Alla luce di questo, creano un’alleanza con l’unico obiettivo di raggiungere la vera pace. Tuttavia, tempo dopo, Yahiko muore tra le braccia di Nagato per una minaccia da parte di Hanzo.

Nagato Uzumaki
Nagato Uzumaki

Nagato quindi, conosce il dolore, e ormai, privo di ragione e senno, risveglia anche la Statua Diabolica, e questo è il segno che il pensiero di Nagato è cambiato, si è evoluto. Adesso l’unico obiettivo è far conoscere a tutto il mondo, il dolore massimo che anche lui ha appena provato. Adesso può farlo perchè è convinto di essersi evoluto in Dio.

Nagato diventa capo dell’Organizzazione Alba e crea i Sei Sentieri di Pain, ninja controllati a distanza dallo stesso Nagato, i quali dovranno agire per lui.
Uno dei Sei Sentieri, possiede il cadavere di Yahiko e non accenna a sentimentalismi e ricordi quando si ritrova davanti il suo ex maestro, Jiraiya.

Successivamente tutti i sei sentieri di Pain, verranno sconfitti da Naruto e quest’ultimo riuscirà a far redimere lo stesso Nagato, colui che prima era caduto nell’oscurità più profonda.

Pain
Pain

Dunque, perchè Nagato poteva essere il cattivo finale? Nagato aveva una base sulla quale manifestare la sua cattiveria, ossia, il dolore. Lui voleva che il suo dolore, si dovesse propagare in tutto il mondo. Tutti avrebbero dovuto “assaporarlo” e toccare l’oblio della disperazione.

Questa inoltre era di conseguenza, la definizione di pace per Nagato. Era pronto a tutto e la dimostrazione è la distruzione del villaggio della Foglia, con un solo Shinra Tensei.
Il suo pensiero, gli dava il passaggio alle porte del cattivo finale e dunque alle ultime pagine del manga.

OBITO UCHIHA

Il secondo Madara Uchiha, il secondo Eremita delle Sei Vie, il Messia, l’uomo mascherato, Tobi o più sorprendentemente, Obito Uchiha.

Come da cognome, è un membro del Clan Uchiha, cresciuto senza genitori e membro del Team Minato composto da Minato Namikaze, Kakashi Hatake e la ragazza di cui Obito è innamorato, Rin Nohara.

Inizialmente era un ragazzo goffo e ritardatario, non aveva particolari capacità ninja e coraggio nonostante la sua discendenza, anzi, si limitava all’inettitudine, cercando continuamente di autogiustificarsi per le sue incapacità.
Nonostante tutto questo, aveva un sogno, diventare Hokage, e quando avrebbe risvegliato lo Sharingan, tutti lo avrebbero riconosciuto.

Obito aveva problemi nel relazionarsi con il suo compagno Kakashi. Il primo era devoto agli amici, mentre il secondo alle regole e al completamento delle missioni e durante una missione durante la Terza Grande Guerra dei Ninja, la loro compagna Rin, viene rapita da un gruppo di ninja della Roccia.

Dopo una prima divisione tra i due membri, Kakashi ed Obito, salvano Rin. Poco dopo però i ninja della Roccia, tendono un’imboscata al trio e nel tentativo di salvare Kakashi, Obito rimane schiacciato da una massiccia roccia e dopo aver regalatogli il suo Sharingan appena risvegliato, apparentemente, muore.
Tempo più tardi, si scopre che sotto la grotta in cui si trovava Obito, c’era, guarda caso, un vecchio Madara Uchiha tenuto in vita dalla linfa della Statua Diabolica.

Obito quindi, grazie all’aiuto di Madara e alle protesi degli Zetsu Bianchi, riesce a rimettere in sesto il suo corpo.
Tuttavia, Madara voleva un successore per il suo piano dell’occhio lunare e Obito faceva al caso suo.
L’unica soluzione per far in modo che questo accadesse, era colpire il suo punto debole, ossia, uccidere Rin. Successivamente, Obito vede proprio morire davanti ai suoi occhi, la sua amata Rin per mano del suo amico di squadra, Kakashi.

Obito Uchiha
Obito Uchiha

Da questo preciso istante, Obito ha tutto il diritto di entrare nel ruolo del cattivo finale.
Conosce il dolore vero, l’inferno, la disperazione, assapora l’odore del sangue, il freddo corpo della sua amata deceduta e realizza che per lui questo mondo non ha più senso di esistere, dunque si allea con Madara, anzi diventa il secondo Madara, colui che avrà il compito di assoggettare il mondo nello Tsukuyomi Infinito.

Obito per un certo periodo iniziale, indossa una maschera per nascondere la sua vera identità ma è anche un simbolo preciso. Un simbolo di negazione verso l’esistenza del mondo, come se non volesse che il mondo possa guardare negli occhi, il suo futuro carnefice.

Dunque, attacca il Villaggio della Foglia, tenta di uccidere il suo ex maestro, cerca di creare un’alleanza con Sasuke per raggiungere i suoi scopi, dichiara la Quarta Guerra Mondiale dei Ninja e infine diventa il secondo Eremita delle Sei, assorbendo la Decacoda.
Raggiunge così, il baratro, non gli importa più nulla del mondo e l’unico obiettivo è l’occhio lunare.

L’autore, avrebbe potuto quindi, portare questo personaggio fino in fondo da cattivo, prima che Naruto lo portasse alla remissione? Perchè no. Il suo sviluppo dopo aver indossato la maschera è logico, coerente condotto da una crescente convinzione che ciò che fa è giusto e non si ferma davanti a nulla.

Tutti gli ostacoli e tutti gli oppositori, per lui, devono scomparire, non importa se nemici o alleati. Riesce ad interpretare bene la parte del fantasma degli Uchiha, Madara.

Però, nel profondo del suo cuore infranto, esiste un ricordo di un sentimento chiamato Rin. Non potrà mai scordare il suo amore per lei e soprattutto la scena della sua morte, fugace quanto sconvolgente. Ed è il ricordo di lei, che Obito, conferma momento dopo momento, il suo odio e il suo pensiero di cambiare il mondo in uno senza dolore nè tristezza.

MADARA UCHIHA

Arriviamo quindi alla fine di quest’articolo, analizzando il personaggio che racchiude tutta la genialità e la follia dell’autore di quest’opera: Uchiha Madara.

Uchiha Madara nasce anch’egli nel prestigioso Clan Uchiha e fin da subito, dalla tenera età, dimostra di avere delle capacità ninja sorprendenti e non c’è da meravigliarsi se riesce immediatamente a risvegliare il suo Sharingan.

Da piccolo, aveva un animo pacato, tranquillo ma sempre introverso e distante a causa dalle continue guerre tra il suo clan e quello del grande Clan Senju (si diramava una grande rivalità tra i due Clan da tantissimi anni) e a causa dalla morte dei suoi fratelli minori.

Un giorno, fa la conoscenza di Hashirama, un ninja, guarda caso, del Clan Senju ma entrambi non sapevano l’uno il cognome dell’altro. Se l’avessero saputo, non sarebbero potuti diventare amici.
Madara frequentando il futuro Primo Hokage, si rende conto che sono molto simili. Realizza che anche lui soffre il dolore della guerra e della morte dei suoi cari.

Alla luce di ciò, i due amici, si allenano insieme, al fine di diventare forti, di porre fine alla guerra e alla sofferenza e di creare una comunità nella quale tutti possano vivere in pace e in prosperità.

Tutto sembra perfetto fino a che i due non vengono a sapere le rispettive radici e temporaneamente, Madara si stacca da Hashirama. Dopo una serie di conflitti, i due decidono di stringere un’alleanza e pongono fine alla lunga lotta storica tra i due Clan.

Madara, lentamente si convince che la cosa che sta facendo, è giusta. La pace è ristabilita, gli obiettivi per il futuro sono fissati e soprattutto, Madara ed Hashirama fondano il Villaggio della Foglia con la volontà di quest’ultimo che Madara sia il Primo Hokage, ossia il capo del Villaggio.

Tra le fila dei Senju e degli stessi Uchiha, tuttavia, ancora qualcuno non si fida del leader degli Uchiha e quest’ultimo non sentendo dalla sua gente, tutto l’appoggio e l’approvazione, prova tradimento, disdegno.

Cambia radicalmente il suo pensiero. Adesso il suo sogno non è la pace o il Villaggio ma ottenere tutto il potere sia degli Uchiha che dei Senju ed attivare lo Tsukuyomi Infinito così da avere un suo mondo ideale.

Madara subisce l’ennesima e definitiva sconfitta dal suo ex miglior amico Hashirama e poi scappa come traditore del Villaggio. Poco prima di morire, risveglierà il potere oculare del Rinnegan.

Successivamente, durante l’ultima guerra, Kabuto Yakushi, lo riporterà in vita e Madara diverrà il terzo Eremita delle Sei Vie, assorbendo la Decacoda dopo la disfatta dell’alleato Obito.

Madara Uchiha
Madara Uchiha

Madara Uchiha, diventa invincibile, rispetto a tutti i nemici sopracitati, riesce ad avere un potere tale da essere considerato come il contendente numero uno per la classifica di miglior cattivo finale del manga.

Torna in vita, in carne ed ossa, ottiene il potere della Decacoda e i suoi due Rinnegan ed infine attiva il tanto ambito, Tsukuyomi Infinito risvegliando il terzo occhio.

E’ un Dio in Terra, sarcastico, ironico, sbruffone, senza pietà, strategico, sadico, spietato, manipolatore. Che dire, ha tutti i canoni necessari per essere considerato il miglior villain.

Ma Madara, in tutta la sua genialità, non sa che oltre ad avere la grande capacità di inganno, viene ingannato senza nemmeno avere la possibilità di controbattere. Tradito da colui che credeva essere il suo alleato, ossia lo Zetsu Nero.
L’unico ad assere in grado di affrontare Hashirama, diviene il contenitore di Kaguya, la cattiva finale definitiva.

Infine, si può affermare che l’autore ha realizzato il personaggio più epico della serie, ha permesso che raggiungesse i suoi obiettivi anche postumo. Meritava senza ombra di dubbio, le ultime pagine dell’opera.

Tra le tante controversie che il manga ha collezionato, quasi sicuramente, nessuno avrebbe disdegnato vedere la sua morte da cattivo ma Masashi Kishimoto, ha giocato la carta più rischiosa che potesse usare.

Ha scelto la via della remissione anche per lo spettro degli Uchiha, facendo esprimere le sue ultime parole ed esalare il suo ultimo respiro da pentito, dinnanzi ad un dispiaciuto Hashirama (rianimato dall’Edo Tensei). Il suo unico vero amico.

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