I 10 snack dolci preferiti dai giapponesi

Pubblicato il 25 Settembre 2015 alle 17:00

La dieta orientale, in particolare quella giapponese, è rinomata in tutto il mondo per essere una delle più salutari di tutte le cucine tradizionali del pianeta, in quanto ricca di verdure, di pesce, di riso integrale e di cottura al vapore.

Se i giapponesi si attengono a queste rigide regole dietetiche per quanto riguarda i pasti principali, di certo non si può dire la stessa cosa per gli snack che consumano abitualmente tra un piatto e l’altro.

In puro stile giapponese, i loro gusti preferiti si concentrano sui dolci dai mille sapori diversi, colorati in ogni sfumatura e, ovviamente, super-zuccherati.

Persino gli snack che nel nostro paese assumono sapori semplici e delicati, adatti a ogni periodo della giornata, in Giappone esplodono in tutta la loro eccentricità e stravaganza, mostrandosi in strabilianti varianti da leccarsi i baffi. O quasi…

Pocky

Venuto alla luce nel lontano 1966, lo snack “Pocky” è sicuramente il più popolare dei dolci da merenda giapponesi. Nasce come un semplice bastoncino di biscotto avvolto da una crema al cioccolato al latte e solo più tardi, nel 1976, vennero aggiunte le varianti alla mandorla e alla fragola, seguite dall’innumerevole sfilza di gusti – la maggior parte reperibili solo in territorio nipponico – che comprendono aromi alla banana, al cocco, al tè verde, al latte, al miele, per giungere poi a quelli più stravaganti e curiosi come il gusto pizza, il gusto toast francese, o il gusto insalata. Una delle ultimissime creazioni è il gusto alla crema di biscotti.

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A seconda delle regioni giapponesi in cui il Pocky viene prodotto e distribuito, è possibile assaggiarlo anche nelle varianti del luogo, ed ecco che abbiamo il gusto “Melone Yubari” (una delle qualità dell’ortaggio più ricercate e care al mondo), dalla regione nord dell’Hokkaido; il gusto all’uva dalla regione di Nagano; il gusto al tè aromatizzato con azuki dolci da Kyoto; e il gusto al vino tipico della prefettura di Kobe.

Varianti più ricche e sostanziose le ritroviamo nelle edizioni speciali, molto più simili a veri e propri dessert che a semplici snack per sopprimere la fame tra un pasto e l’altro.

La copertura del biscotto è di quantità maggiore e comprende i sapori dei dolci tradizionali di tutto il mondo, come la torta alla fragola, castagne glassate (marron glaces), e anche il nostro tiramisù.

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Il Pocky è uno snack particolarmente amato dai giapponesi sia per la sua forma che per la caratteristica confezione che lo rende uno spuntino facilmente condivisibile con amici, colleghi, quindi adatto alle merende in compagnia, o per i viaggi, gite, e quant’altro.

La confezione stessa è stata studiata per essere pratica e maneggevole, in modo da poter essere portata dovunque occupando il minimo spazio indispensabile.

Complice della diffusione del Pocky anche nel panorama occidentale è sicuramente il mondo otaku. Non è raro infatti trovare i protagonisti delle nostre serie preferite mentre si rilassano sgranocchiando i famosi bastoncini glassati al cioccolato, o intenti a condividerli con i compagni tramite l’ormai celebre “Pocky Game”.

Le regole sono semplici: ognuno prende tra le labbra un’estremità del biscotto e inizia a mangiarla fino a che le due bocche non si incontreranno al centro. Chi rompe il bacio, perde.

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Cream Collon

Meno famoso nel panorama occidentale, ma non per questo immeritevole di fama, è lo snack “Cream Collon”, poco più sotto del Pocky se consideriamo il suo tasso di popolarità nel Paese del Sol Levante.

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Il dolce consiste in uno strato cilindrico esterno di pasta di biscotto che può presentare diverse varianti di gusto, a prima vista molto solido ma che poi risulta parecchio fragile e friabile da masticare. Il ripieno è solitamente una crema al classico gusto di vaniglia.

I gusti non sono poi così bizzarri e stravaganti come quelli che avevamo trovato nel Pocky, e i giapponesi rimangono fedeli al classico ma amatissimo aroma alla vaniglia. È possibile comunque, per gli amanti delle novità, assaggiare Cream Collon alla mandorla, all’arancia, e ai frutti di bosco. Nulla di troppo esagerato, ma sicuramente gustosissimo.

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Kit Kat

Troppo banale, direte voi? Ebbene, come tradizione giapponese impone, anche qui non poteva mancare il coloratissimo carnevale di sapori che riesce a rendere sicuramente più accattivante la famosa barretta di wafer ricoperta di cioccolato.

Il Kit Kat trova i suoi natali nel Regno Unito, ed è probabilmente uno degli snack più anziani, considerando che viene alla luce nel lontanissimo 1935 con il nome di “Rowntree’s Chocolate Crisp”.

Il wafer interno rimane quello, con la stessa friabilità e croccantezza. Ciò che varia è la crema del ripieno e lo strato di copertura esterno.

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Partendo con la categoria “frutta” non poteva assentarsi l’immancabile gusto alla fragola (aroma particolarmente amato dai giapponesi, trovabile in qualsiasi cibo o bevanda), per passare poi a mela, pera, arancia, ananas, pesca e banana, fino al più insolito sapore di patata dolce.

Anche qui poi viene toccata la soglia “dessert” con gli aromi alla cheesecake, alla cannella, per poi passare alle bevande come il tè verde o al più particolare tè Hojicha. Famosissima è sicuramente una delle ultime varianti al wasabi, non di certo adatta per i deboli di stomaco.

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Solo in Giappone si contano ben più di 200 varianti del famosissimo Kit Kat!

Hello Panda

“Hello Panda” è un popolare snack giapponese che consiste in un piccolo guscio di biscotto dolce a forma di panda (con tanto di disegno sulla superficie) farcito di una morbida crema che può assumere tre diversi gusti: vaniglia, cioccolato e fragola.

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Il biscotto è originariamente prodotto e distribuito dalla compagnia giapponese “Meika Seika”, e solo successivamente la produzione si sposta anche su suolo estero a cominciare da Singapore, Filippine e Indonesia a partire dal 1974.

Sicuramente parte della sua popolarità è dovuta non solo al sapore semplice e adatto a tutti, ma anche alla dolce e graziosa forma del biscotto stesso che assume le sembianze di un panda sorridente.

Questo snack viene quindi consumato a ogni età, ed è l’ideale per qualsiasi tipo di dieta per il suo basso contenuto di zuccheri che lo rende più leggero ma non per questo meno gustoso.

È possibile trovare Hello Panda sia in confezioni singole, quindi con gusti distinti, ma anche in confezioni miste in cui si scoprono vaniglia, cioccolato e fragola in un vasto assortimento.

Tutt’oggi è possibile reperirlo in commercio anche nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Canada, e in Australia.

 

Mochi

Dolce tradizionale giapponese, consiste in un impasto di riso pestato e reso molliccio, assume la forma di una polpetta schiacciata che può essere farcita con marmellate e salse di tutti i gusti.

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Tradizionalmente, il mochi è un dolce tipico di capodanno che viene consumato durante le festività e preparato artigianalmente in casa con il tipico mortaio (usu), di solito utilizzato in coppia, che permette di macinare e rendere molle la pasta fino a ottenere la consistenza ideale. L’intera tecnica di preparazione, vista dai giapponesi come un vero e proprio rituale, assume il nome di “Mochitsuki”.

A giorno d’oggi è tuttavia possibile consumare il mochi durante tutto l’anno e, trovandolo comodamente confezionato, non è più necessaria la preparazione casalinga che rimane comunque un immancabile e immortale rito di buon auspicio per l’anno nuovo.

Tradizione vuole che si impilino due mochi uno sopra l’altro e si ponga in cima o un mandarino o una piccola arancia amara.

Il ripieno del mochi è solitamente costituito da marmellata di azuki dolci, di fagioli rossi o di fagioli bianchi (rigorosamente dolci) ma, avendo la pasta di riso un sapore molto semplice e facilmente abbinabile, è possibile trovarlo anche in varianti più moderne ad esempio con la farcitura di gelato. Anche i colori sono cambiati con il tempo.

Al semplice bianco ora si sono sostituiti il verde, il rosa, il giallo e il viola.

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Vendibile oggi in comode confezioni singole, il mochi è sicuramente uno snack che non può mancare nella tasca, nella borsa o nello zaino di qualsiasi giapponese.

Dango

Di fattura molto simile al mochi, ma diversi sia in forma che in sapore, i dango possono essere considerati una versione “ristretta” dell’ultimo dolcetto presentato.

Sempre impastati con farina di mochiko (farina di riso), i dango assumono la forma di piccole sfere di pasta di riso molto compatta al tatto ma assai più molle tra i denti, che vengono di solito infilzate su uno spiedo e consumate come veri e propri stuzzichini dolci.

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Non essendo particolarmente dolci, sono proprio le coperture di accompagnamento che rendono i dango più saporiti e piacevoli da mangiare.

I dango possono essere sia accompagnati da salse e glasse dolci, come quella di azuki, oppure quella di soia (mitarashi) che dona un aspetto più caramellato, oppure cotti alla piastra accompagnati da una tazza di tè verde, o ancora serviti nei colori che richiamano la primavera (verde, bianco e rosa) in occasione della festa dell’Hanami, la fioritura dei ciliegi.

Pur variando di stagione in stagione, i dango vengono ormai mangiati durante tutto il corso dell’anno, esattamente come accade con i mochi.

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Questi dolcetti a spiedo sono stati resi sicuramente popolari dalla serie anime “Clannad”, dove compaiono come simpatiche e originali mascotte non solo nella ending di chiusura, ma vengono citati più volte anche durante il corso degli episodi.

Siate sinceri, molti di voi stanno già segretamente canticchiando a bassa voce l’ormai popolare e dolce motivetto dedicato a loro.

I dango appaiono come personaggi anche nell’anime più vecchio, ma sicuramente non meno popolare, di “Zenmai Zamurai”, dove il protagonista samurai utilizza come arma proprio una Dango-ken, lo spiedo per dango usato ora come katana.

Crepes

Anche in questo caso – esattamente come era accaduto con il Kit Kat – la crepe potrebbe sembrarvi un dolce fin troppo “facile”. Ebbene, vi sorprenderà vedere come i giapponesi riescano a stravolgere anche il più classico e semplice dei dolci francesi.

Se siete tipi che si accontentano di una semplice spalmata di marmellata sulla vostra crepe, non crederete ai vostri occhi quando vi troverete davanti alle stravaganti ricette nipponiche.

Le crepes, pur essendo di origine europea, sono uno dei dolci “da strada” più popolari e richiesti in Giappone. Le troviamo ovviamente servite in qualsiasi bar e café, ma sempre in stile giapponese.

La loro diffusione su suolo nipponico ha inizio verso gli Anni 70, nel Distretto di Harajuku (Tokyo), più precisamente sulla  Takeshita Street.

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La pasta di base per formare l’involucro è molto più grande rispetto a quella della ricetta originale. Solitamente assume le dimensioni di una pizza, per poi venire arrotolata e mangiata come una grande piadina insieme alla farcitura.

I giapponesi, come già accennato, non si accontentano di insaporirle solo con marmellate, salse al cioccolato e zucchero, ma le rendono dei veri e propri dessert completi.

Sulla pasta viene solitamente spalmata una semplice base di panna montata, farcita poi con pezzi di frutta, gelato, salse in quantità, granelle di nocciola o di cioccolato, biscotti, e anche intere fette di dolce come cheesecake, oppure budini e panne cotte.

Il tutto poi viene arrotolato e servito al cliente che può tranquillamente passeggiare per le vie tenendo il suo “cono alla crepe” con una mano sola.

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Questo piatto dall’apparenza mastodontica costa relativamente poco, considerando la mole di cibo che viene abbinata all’interno della pasta. Solo 380 yen a crepe (circa 2,80 euro!).

Taiyaki e Dorayaki

Dal sapore molto simile, ma dalla forma completamente differente, questi due tradizionali dolci giapponesi trovano le loro origini addirittura agli inizi del ‘900. Se un tempo era possibile consumarli solo nei negozi specializzati, oppure trovarli distribuiti dalle bancarelle di strada durante i festival, ora è possibile acquistarli preconfezionati in un qualsiasi supermercato o market giapponese.

Il Taiyaki, che significa “orata al forno” è una tortina a forma di pesce composta da un guscio di pasta molto morbida e spugnosa, della stessa consistenza dei pancake, e ripiena solitamente con la classica marmellata ai fagioli rossi.

A giorno d’oggi non è raro trovare farciture più “moderne” come la salsa di cioccolato. Il primo ristorante a distribuire questo dolce tradizionale fu il “Naniwaya” di Azabu, a Tokyo, nel 1909. Una delle esperienze più tipiche per un giapponese è gustare la famosa tortina durante i festival popolari, dove vengono cucinati nelle tipiche bancarelle da street food.

Per prepararli è necessaria la tradizionale doppia piastra con lo stampo a pesce. I due stampi vengono cotti separatamente, poi viene aggiunto il ripieno a piacere, e infine i due gusci vengono uniti in modo da sigillare la farcitura all’interno della pasta.

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Il dorayaki nasce nel 1914 nel Distretto di Ueno, a Tokyo, nel negozio di “Usagiya”.

La parola dorayaki deriva dal vocabolo giapponese che significa “gong”. Si narra infatti che, nell’antichità, un samurai perse il suo gong che venne poi usato da un contadino per preparare il tipico dolcetto che assume proprio la forma a doppio piatto.

Esattamente come accade con il taiyaki, il ripieno tradizionale sarebbe la marmellata di fagioli dolci, ma non è raro trovare il doraiyaki farcito anche con creme al cioccolato o altre qualità di marmellate.

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Nel mondo anime lo troviamo nella celebre serie “Doraemon”. Il doraiyaki è infatti la pietanza preferita del famosissimo gatto parlante blu.

Melonpan

Il melonpan, a differenza di quanto voglia far credere il nome, non è un panino al melone, ma una semplice pagnotta zuccherata la cui crosta assume la forma zigrinata del melone di Cantalupo.

È forse la merenda più popolare tra i bambini giapponesi, ma è amato incondizionatamente anche dagli adulti, e probabilmente ciò è dovuto proprio al suo gusto semplice e genuino che lo rende uno spuntino adatto a qualsiasi parte della giornata.

Solitamente non presenta ripieni, e il sapore dolce è dato dalla crosta caramellata che assume la consistenza di un biscotto. È tuttavia possibile trovarlo farcito con creme e marmellate, con gocce di cioccolato e, recentemente, sono state sfornate anche delle varianti aromatizzate al melone.

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Pur essendo di origine giapponese, non è raro trovare il melonpan diffuso in tutta l’Asia, e le ricette ovviamente variano a seconda della zona. Se la formula originale si presenta molto simile a una classica pagnotta, con lo stesso grado di morbidezza e di umidità della pasta, troviamo ad esempio la versione di Hong Kong che è molto più friabile e la crosta tende a disfarsi con molta più facilità, rendendo il panino più morbido e facile da masticare, ma meno caramellato in superficie.

Per il modico prezzo di soli 200 yen (1,50 euro, circa), il melonpan oltre ad essere una gustosa merenda sana e naturale, è anche molto conveniente.

Choco Banana

Come dice il nome stesso, la “choco banana” consiste in una semplice banana sbucciata e avvolta da una glassa al cioccolato. È sicuramente uno dei cibi di strada più amati dai giapponesi, e la sua presenza è d’obbligo alle bancarelle delle fiere e dei festival.

La stravaganza giapponese colpisce anche qui, e cittadini nipponici non si limitano a una classica e semplice guarnizione al cioccolato. Zucchero e glasse di ogni colore, granelle di nocciole, frutti, confettini, tutto può diventare una valida guarnizione di questo dolce.

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La ricetta è apparentemente facile, si tratta semplicemente di fondere il cioccolato e farlo colare lungo la banana ma, anche per coloro che sono completamente negati ai fornelli, è possibile trovare in commercio un kit che comprende: stecchi di legno per infilzare la banana, confettini di copertura, e cioccolato già dosato, solo da fondere, per preparare la vostra choco banana direttamente da casa, senza aspettare la più vicina fiera di paese.

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