XIII Mondadori Comics – Recensione vol. 1

Pubblicato il 29 Maggio 2015 alle 10:10

Torna una delle serie spionistiche più acclamate del fumetto: XIII, capolavoro assoluto di William Vance e Jean Van Hamme in una nuova splendida edizione targata Mondadori Comics! Non perdete una delle proposte bd più entusiasmanti di sempre!

Mondadori Comics ha tanti meriti. Innanzitutto, sta proponendo volumi di valore innegabile in una veste editoriale eccellente. Sta pubblicando fumetti di vario genere che soddisfano diverse tipologie di pubblico. E sta meritoriamente richiamando l’attenzione su lavori già conosciuti ma non sempre valorizzati da precedenti editori.

E’ il caso, per esempio, di XIII, acclamata saga spionistica realizzata da Jean Van Hamme e William Vance. I due non sono certo sconosciuti ma la story-line incentrata sul misterioso protagonista di XIII è forse la più celebrata in assoluto.

Specifico subito che l’attuale edizione rende pienamente giustizia all’opera con volumi di ampio formato e dall’ottima resa grafica. Coloro che non hanno finora avuto l’occasione di scoprire XIII avranno perciò l’opportunità di leggerla.

La vicenda fu concepita da Van Hamme e Vance negli anni ottanta ed è ambientata negli Stati Uniti del periodo reaganiano. La descrizione che Van Hamme fa dell’America è ricavata dai romanzi di spionaggio anglosassoni e dalle pellicole all action a stelle e strisce.

Si potrebbe forse definirla convenzionale, da un certo punto di vista, ma nel complesso è efficace e la narrazione ha un ritmo adrenalinico e serrato che avvince sin dal principio e non concede tregua al lettore.

Il clima evocato è quello della guerra fredda con macchinazioni dei servizi segreti, complotti di misteriose organizzazioni e tutti gli elementi tipici di una spy story degna di questo nome. E non mancano gli enigmi, collegati al protagonista di XIII.

Viene trovato in pessime condizioni da una coppia di anziani coniugi. Con l’ausilio di una ex dottoressa radiata dall’albo a causa dell’alcolismo, riesce a riprendersi ma scopre di aver perso la memoria. Ha il numero XIII tatuato e dovrebbe significare qualcosa ma per il momento non abbiamo risposte poiché Van Hamme colloca il protagonista in un contesto che definire pericoloso è un eufemismo e le soluzioni non arriveranno subito.

Alcuni killer infatti cercano di ucciderlo e la sua vita diventa un incubo. Non solo l’enigmatico XIII cerca a tutti i costi di capire chi è ma deve vedersela con agenti dell’intelligence, generali che forse sanno molte cose sul suo conto, malviventi, un gruppo chiamato Sole Nero e persino la sua famiglia (ammesso e non concesso che XIII ne abbia veramente una) che non è composta da persone irreprensibili.

Tra situazioni alla Hitchcock, echi dei romanzi di Le Carré e Ludlum, suggestioni mutuate da fatti reali come l’assassinio di Kennedy, Van Hamme delinea un avvincente puzzle narrativo con testi intensi e dialoghi dalla valenza cinematografica.

I disegni di William Vance sono splendidi. Il suo stile è naturalistico e accurato. Ogni personaggio ha qualcosa che fa pensare al cinema. XIII, per esempio, ha una vaga somiglianza con attori sul genere di Warren Beatty e i personaggi femminili sono sempre modellati su qualche attrice.

Il penciler rivela un’attenzione certosina nei confronti degli sfondi (e i paesaggi dell’entroterra americano vengono rappresentati con grande maestria), degli interni delle case, delle divise dei militari e insomma di ogni particolare, spesso infinitesimale, presente nelle vignette.

La dinamicità è palese nelle sequenze d’azione, in quelle delle sparatorie e degli inseguimenti e in generale il taglio della pagina è degno di uno story-board. I colori a volte vividi e a volte cupi di Petra esaltano ulteriormente la parte grafica di XIII. Insomma, stiamo parlando di un fumetto da non perdere. Coloro che lo conoscono sono già consapevoli della sua qualità. I neofiti avranno una bella sorpresa.

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