Recensione Marvel Omnibus – Silver Surfer di John Buscema – Panini Comics

Pubblicato il 28 Ottobre 2010 alle 11:00

Autori: Stan Lee (testi), John Buscema (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 29,00, 18 x 28, pp. 296


Ci sono opere che oserei definire imprescindibili e qualsiasi giudizio di merito che si potrebbe dare sarebbe inutile, specie quando si ragiona su fumetti che, per una serie di motivi, sono ormai considerati classici. E lo stesso vale anche per gli autori, dal momento che, nel caso dei grandi Stan Lee e John Buscema, in quale altra maniera potremmo definirli, se non, appunto, classici?

Che il sorridente Stan abbia profondamente rivoluzionato e svecchiato i comics americani, nella gloriosa stagione della Marvel anni sessanta, è un dato di fatto; e lo stesso si può dire per i pencilers coinvolti in quella leggendaria stagione creativa: Jack Kirby, innanzitutto, che era più di un semplice disegnatore, dal momento che si occupava anche delle trame; Steve Ditko; John Romita Sr.; Gene Colan e, non ultimo, John Buscema, definito dai fans e dalla critica ‘il Michelangelo dei comics’.

Lee e Kirby, come tutti sanno, fecero nascere il Marvel Universe con la pubblicazione del primo numero di Fantastic Four, nel novembre del 1961, e, sulla scia del successo che ebbe il Favoloso Quartetto, proposero a un pubblico di lettori estasiati personaggi fondamentali per l’immaginario fumettistico mondiale: l’Uomo Ragno, Hulk, Thor, Devil, Iron Man, i primi X-Men e così via.

Fantastic Four, tuttavia, per diversi anni fu il serial più importante e in questo mensile Lee e Kirby si sbizzarrirono introducendo characters rilevanti per la Casa delle Idee: ripescarono, infatti, Sub-Mariner dalla Golden Age, inserendolo in un contesto contemporaneo; crearono villains celeberrimi come il Dr. Destino; presentarono il primo super-eroe afroamericano dei comics USA, la Pantera Nera; svelarono l’esistenza dei misteriosi Inumani. Ma, soprattutto, sconvolsero il comicdom con l’invincibile Galactus, alieno che si nutre addirittura di interi pianeti!

In quella story-line, Jack Kirby, considerando Galactus una figura mitica, ritenne che dovesse farsi annunciare, prima della sua venuta sulla terra, da una specie di araldo. E fu così che, indipendentemente dalla trama impostata da Lee, disegnò Silver Surfer, il Surfista d’Argento, extraterrestre che vola nello spazio con l’ausilio di una particolarissima tavola da surf, in omaggio allo stile psichedelico dell’epoca (e ricordiamo che, in uno dei loro primi filmati, i Doors inserirono immagini di Silver Surfer!).

Lee lo apprezzò e lo fece apparire frequentemente nelle pagine dei Fantastici Quattro, dal momento che Norrin Radd (vero nome di Silver Surfer), dopo essersi ribellato al suo padrone, verrà da questi condannato a rimanere imprigionato sul pianeta Terra, a causa di una barriera invisibile che gli impedisce di volare via.

C’erano gli spunti per realizzare un mensile e, qualche anno dopo, in pieno clima sessantottino, Lee lo varò, facendolo illustrare dall’eccezionale John Buscema, amato e apprezzato proprio per la sua versione del Surfista (nonché per le straordinarie run di Avengers e Conan). Con questa serie, Lee intendeva proporre un prodotto più sofisticato, dal momento che Silver Surfer, suo malgrado, era costretto a confrontarsi con tutte le brutture dell’animo umano: il razzismo, innanzitutto, poiché gli umani disprezzano e perseguitano il nostro eroe alieno; ma anche la guerra o l’inquinamento, con un’impostazione testuale a tratti lirica e un po’ verbosa, ma, appunto, sessantottina nei toni, in linea con il pacifismo e il misticismo della generazione dei figli dei fiori.

Per quanto riguarda i disegni, osservandoli con attenzione, vi accorgerete per quale ragione John Buscema era definito ‘Michelangelo dei comics’: in particolare, per la straordinaria capacità di riprodurre, in maniera assolutamente proporzionata, la figura umana; e per la cura utilizzata nella rappresentazione delle ambientazioni e degli sfondi, con un tratto oscuro e tenebroso (specie nei primi episodi) ancora oggi di estrema modernità: basti ammirare la cupezza dell’inferno di Mefisto o l’intimidente atmosfera della Asgard degli dei norreni (con tanto di Thor che sembra un culturista!) o dei paesaggi alieni del pianeta Zenn-La e di quello del terribile Padrone; o delle desolate lande inglesi in cui spadroneggiano congreghe occulte che evocano, da un piano dimensionale parallelo, il temibile Abominio.

Silver Surfer non ebbe grande successo poiché troppo avanti per l’epoca. Ma oggi, per tornare al discorso dell’inizio, è considerato un classico, non solo della Marvel ma del fumetto americano in generale e, di conseguenza, se non avete letto queste storie, fareste bene ad approfittare di questa bella edizione Omnibus. Avrete a che fare con una delle migliori opere di Stan Lee e conoscerete l’arte sopraffina del compianto John Buscema.


Voto: 9

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