Recensione Il Re Bianco – Coconino Press

Pubblicato il 27 Settembre 2010 alle 12:15

Autori: Davide Toffolo
Casa editrice:
Coconino Press
Provenienza:
Italia
Prezzo:
12.5€


L’amore di Davide Toffolo per il gorilla bianco, Copito de Nieve (fiocco di neve) dello zoo di Barcellona è di carattere archetipico. Trascende il livello più semplice e stereotipizzato della tenerezza, della compassione,  dell’ammirazione estetica per dissotterrare un rapporto telepatico tra antenato e il “figlio” dell’evoluzione. Un’evoluzione impietosa che ha portato alle sue creature un senso di solitudine, un corto-circuito nei propri legami.

La storia de Il Re Bianco è la vicenda dell’ultimo viaggio di Toffolo verso Barcellona per ammirare il suo maestoso progenitore prima della morte per cancro alla pelle. Un re albino, un dio rapito quando era cucciolo e trasportato in europa. Un cucciolo di umano. Un cucciolo di attore. Un cucciolo che è diventato Elvis. Scrutato, fotografato di nascosto. Rispettato dalla città che l’ha ospitato\improgionato. E’ una lista forse  sensata, come associazione di immagini quella che viene proposta.

E’ come camminare dentro lo scheletro di una balena per farsi fare una foto. E’ un misto di archeologia e di introspezione. Toffolo non usa le scimmie come simulacri della nostra condizione attuale, quasi in un una nostalgia della purezza che abbiamo perso.

Ma in un dialogo, una empatia tra due diverse storie della natura.  E Toffolo si confida, piange, e aspetta l’attenzione del suo famigliare per capire meglio, per scoprire la sua mente. Uomini e Gorilla confusi in tavole in cui i dialoghi ci mostrano un parallelismo tra le movenze e pensieri, tra malattie e dubbi.

E’ un’opera ecologista? Indubbiamente, nel senso che non contempla superiorità umana, ma riporta tutto ad una linearità spezzata tra noi e i nostri  rami evolutivi più antichi.  E’ un’idea sopratutto di comunione che viene ricercata da Toffolo nel contatto, nell’immagine del gorilla bianco.

Il tratto riesce a modellare, plasmare l’ingenuità e la vacuità degli umani, dei loro piccoli sentimenti spersi e la epicità, dignità antica dei progenitori. Come in un diario di viaggio, come in un film di fotogrammi selezionati, a volte ripetitivi ed impercettibilmente diversi,  i personaggi (Davide e la sua compagna di viaggio) sono sagome ingenue,ironiche e nude di fronte alla storia\fiaba\tragedia del gorilla, della sua cattura e della sua prossima fine,  e storia, come scienza dell’umanità.

Un’opera da rileggere dall’inizio, dal mezzo, dalla fine.


Voto: 8

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