Crimson Wolf, la recensione del manga fantasy di Seishi Kishimoto

Pubblicato il 21 Gennaio 2014 alle 12:00

Proposta da GP Manga la serie fantasy incentrata su una coppia un po’ particolare

Crimson Wolf vol.1

Storia e Disegni: Seishi Kishimoto

Casa Editrice: GP Manga

Provenienza: Giappone 2011 ( 4 volumi serie conclusa)

Target e Genere: Shounen, Azione, Fantasy, Sovrannaturale

Prezzo: €4,40, | 11×17 cm, brossurato., 176, b/n

Data di pubblicazione: Gennaio 2104

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E se Cappuccetto Rosso anziché preda del lupo fosse la sua cacciatrice?

Tanto tempo fa un lupo vide brillare in cielo una luna tonda e talmente appetitosa che non poté fare a meno di inghiottirla in un solo boccone. Finita nello stomaco del lupo, la luna – ridotta a uno spicchio – si arrabbiò così tanto da assumere un colore rosso acceso; iniziò così a spingere forte con la sua testa appuntita fino a che non fece esplodere la pancia dell’animale che, una volta libera, intrappolò a sua volta dentro di sé. Si dice che fu proprio da quel giorno che i lupi iniziarono a vedere la luna rossa e a ulularle contro.

In “Crimson Wolf“, Seichi Kishimoto ce la mette davvero tutta – forse troppo – per realizzare un’opera originale: inventa la leggenda di cui sopra, arriva a scomodare la famosa fiaba dei fratelli Grimm – Cappuccetto Rosso – ribaltandola a suo uso e consumo e ci propone una particolare caratterizzazione simbolica del lupo e dell’agnello.

La storia segue le vicende di Douchinji Youichi, un tranquillo studente vittima di vessazioni e atti di bullismo che un giorno, dopo aver visto un’enorme luna rossa stagliarsi nel cielo, viene aggredito da una ragazza che gli sferra un pugno con un’arma particolare. Risvegliatosi nel suo letto il mattino seguente, il giovane accantona l’accaduto, ricordando pochi particolari e si prepara per un nuovo giorno di scuola. Una nuova studentessa, Akatsuki Ayame, si unisce alla sua classe proprio quel giorno, rivelandosi più tardi la stessa che lo ha aggredito per difenderlo dall’attacco di un “lupo”.

Gli eventi precipitano e Youichi viene nuovamente aggredito e salvato da Ayane che gli rivela un mondo a lui sconosciuto dando inizio a un combattimento che dà la caccia all’anima. Ayame gli spiega che il suo pugno d’argento estrae il “lupo” — ovvero i pensieri o i desideri più nascosti — dall’ “agnello” — ossia la maschera di apparenza che tiene a bada “il lupo”. Quando una persona è piena di desideri e diventa ossessionata dai suoi pensieri nascosti “il lupo” supera “l’agnello” permettendogli di vedere il mondo della Luna Rossa. Ayame spiega a Youichi  che ha bisogno dell’ingenuità dell’ “agnello” per trasformarsi in un Cappuccetto Rosso che libera l’uomo dal lupo e gli chiede di diventare il suo uomo agnello per formare questo legame particolare. Il ragazzo accetta, segnando l’inizio di una serie di avventure intricatissime e particolari.

L’opera di Kishimoto è intrisa di simbolismi: la pecora, il lupo e la luna rossa su tutti. La pecora è il nostro involucro superficiale, ciò che vogliamo mostrare agli altri: è insomma un lupo allo stato latente che fa davvero paura, come dice la protagonista, perché nasconde il vero sé. Il lupo vero e proprio è la manifestazione fisica dei pensieri più intimi, delle realtà più scomode che si celano sotto il manto dell’agnello e creano il mostro da sconfiggere. La Luna Rossa è colei che incanta, soggioga, incatena.  Poi ci sono gli occhi: occhi che tutto vedono, al di là del tempo e dello spazio, occhi che si spalancano sull’abisso, che mostrano dolore e disperazione.

Chi non ha letto “Naruto“, famosissimo manga di Masashi Kishimoto, fratello gemello di Seichi, resterà incantato dai disegni della luna, dei mostri e degli occhi che prendono vita in quest’opera. Chi invece segue le avventure del giovane Uzumaki, non potrà non cogliere le somiglianze, a volte imbarazzanti, con certe atmosfere da Villaggio della Foglia. La luna che Youchi vede è la stessa luna rossa che il clan Uchiha ha tinto di rosso vermiglio. Il mostro lupo in cui si trasformano i protagonisti è un biju rivisto e corretto.

Seichi Kishimoto disegna sicuramente meglio del fratello Masashi, ma purtroppo paga la poca incisività di una trama che si fa fatica a seguire, intrisa com’è di significati nascosti e analogie tra le più disparate, riassumendosi in un’accozzaglia di informazioni che un solo volume fa davvero fatica a contenere. I personaggi stessi sono impalpabili: difficile identificarne a pieno la personalità. Troppa carne al fuoco: in poche parole. Se il quadro generale risulta piacevole, mettendolo a fuoco risulta pieno di pecche. Si spera che il secondo volume rallenti il ritmo e si concentri più sul definire che sul sorprendere.

Voto 6

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