Marvel Masterworks – Spider-Man vol. 5 – Recensione

Pubblicato il 25 Agosto 2013 alle 10:00

Arriva un volume della serie Marvel Masterworks dedicato all’età d’oro dell’Uomo Ragno! Scoprite le origini di Rhino e Shoker e rivivete la magia del cinquantesimo episodio di Amazing Spider-Man con i testi di Stan Lee e i disegni di John Romita Sr.!

Marvel Masterworks – Spider-Man vol. 5

Autori: Stan Lee (testi), John Romita Sr. (disegni)

Casa Editrice: Panini Comics

Genere: Supereroi

Provenienza: USA

Prezzo: € 25,00, 17 x 26, pp. 240, col.

Data di pubblicazione: agosto 2013

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I volumi della serie Marvel Masterworks hanno il pregio di proporre storie di non facile reperibilità che costituiscono un momento importante della lunga e gloriosa storia della Casa delle Idee. È facile rendersene conto leggendo il quinto Masterwork dedicato all’amatissimo Uomo Ragno. Il libro include i nn. 41/50 di Amazing Spider-Man e il terzo annual della serie e non si tratta di episodi qualsiasi. Quando il più rappresentativo eroe Marvel fu ideato dal geniale Stan Lee (su progetto grafico di Jack Kirby) i disegni furono affidati a Steve Ditko che contribuì con il suo stile personale al successo del comic-book.

Tuttavia, i contrasti tra Lee e Ditko non mancarono. Lee era convinto che il lato umano del personaggio, simboleggiato dal timido Peter Parker, dovesse essere preponderante; Ditko era di parere opposto e tendeva a mettere maggiormente in luce l’aspetto più supereroico delle storie, come nel caso della celebrata sequenza del Coordinatore/Dr. Octopus che fu l’apice della gestione ditkiana di Amazing. Inoltre, i due non la pensavano nello stesso modo nemmeno per ciò che riguardava l’identità segreta del nemico per eccellenza di Spidey, il terribile Goblin, e il look della misteriosa Mary Jane Watson e la rottura tra i due fu scontata.

Lee pensò a John Romita Sr. come nuovo disegnatore di Amazing (e va specificato che il penciler aveva già dato la sua versione di Spidey in alcuni episodi di Daredevil) e fu con Romita Sr. che il mensile divenne un fenomeno editoriale, mediatico e comunicativo senza precedenti. Se Lee e Ditko avevano inventato criminali memorabili, nell’era Romita si diede maggior spazio alle vicende private di Peter, in stile soap operistico, e gli unici criminali realmente importanti che nacquero in questa stagione furono Kingpin e Rhino. I disegni di Romita, senz’altro più moderni di quelli di Ditko, conferirono un tocco di intrigante contemporaneità al mensile e lo stesso Peter si trasformò, da secchione impacciato qual era, in attraente universitario. Per non parlare poi delle stupende Gwen e Mary Jane che fecero innamorare generazioni di lettori.

Gli episodi qui inclusi rappresentano uno dei momenti migliori della saga di Spider-Man. Dopo la sconvolgente rivelazione dell’identità di Goblin, la vita di Peter cambia drasticamente: si trasferisce in un appartamento che condivide con l’amico Harry Osborn, si sente attratto dalla splendida Gwen e nella sua vita entra la rossa Mary Jane, nel n. 42 che sarebbe potuto finire nel dimenticatoio non fosse stato appunto per l’esordio della nipote mozzafiato di Anna Watson. Quanto al resto, le vicende supereroiche non mancano e l’Uomo Ragno se la vedrà con Rhino, con una minacciosa alleanza tra Kraven il Cacciatore e un nuovo Avvoltoio (che non avrà fortuna) e con il figlio di Jameson, il futuro Uomo Lupo. Ritorna poi il mostruoso Lizard, fa la sua prima apparizione Shocker e si inizia a parlare di Kingpin che diverrà uno dei villain fondamentali del Marvel Universe.

Ciò accade nel numero cinquanta del comic-book, in cui un disperato Peter Parker decide di smetterla con la sua attività di supereroe. Malgrado le storie risultino a tratti ingenue e risentano dei cliché narrativi dei sixties, non hanno perso il loro mordente e Lee, pur con testi sovente verbosi e ridondanti ma non privi di humour, delinea trame dal ritmo serrato e avvincente. E i disegni di Romita Sr, fluidi e dinamici, sono di grande qualità. Jazzy John dà il meglio di sé nelle pagine contrassegnate dall’azione adrenalinica ma è a suo agio pure nelle sequenze più tranquille ambientate nei club universitari frequentati da Peter, nella redazione del Daily Bugle e in casa di Zia May. E i personaggi, specie quelli giovanili, sono rappresentati nello stile pop che all’epoca sembrò incredibilmente al passo con i tempi.

Va segnalato l’episodio tratto dal terzo annual di Amazing Spider-Man che anticipa gli sviluppi narrativi odierni. In questo storico albo, infatti, i Vendicatori offrono all’Uomo Ragno un posto tra i ranghi dei più potenti eroi della terra; ma deve prima superare una prova: catturare l’incontrollabile Hulk. Gli esiti della vicenda saranno imprevedibili ma è qui che si impostano in maniera inconsapevole le premesse della situazione attuale che vede Spidey componente a pieno titolo degli Avengers. Anche stavolta alle matite c’è l’ottimo Romita Sr. e aggiungo che in questo come in altri episodi le matite sono inchiostrate da un altro eroe della Silver Age, il mitico Don Heck che illustrò Iron Man. Insomma, in questo Masterwork avrete a che fare con storie considerate pietre miliari della Marvel e del fumetto americano. Da non perdere.


Voto: 8

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