I Fantasmi del Louvre di Enki Bilal – Recensione

Pubblicato il 11 Luglio 2013 alle 13:00

Arte, sogno, biografie reali e immaginarie, illustrazione: tutto questo è I Fantasmi del Louvre, sorprendente volume di Enki Bilal realizzato in collaborazione con il Louvre! Non perdete quest’opera inclassificabile e geniale pubblicata da Bao Publishing!

I Fantasmi del Louvre

Autore: Enki Bilal (testi e disegni)

Casa Editrice: Bao Publishing

Genere: Fantasy Biografico

Provenienza: Francia

Prezzo: € 24,00, 24 x 29, pp. 144, col.

Data di pubblicazione: gennaio 2013

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Evidentemente qualcuno, forse un’entità malefica, ha deciso di complicarmi la vita poiché da diverso tempo a questa parte ho a che fare con opere talmente complesse e inclassificabili che cercare di spiegarle risulta difficile. Perlomeno le entità in questione intendono rendere difficile la mia vita di recensore perché, per ciò che concerne quella di lettore, non ho motivo di lamentarmi, sinceramente. Da lettore, in effetti, posso affermare che I Fantasmi del Louvre mi ha entusiasmato. Da recensore, invece, ho problemi. Quando infatti ho chiuso il volume mi sono chiesto: ‘Come faccio adesso a scrivere qualcosa al riguardo?’.

Potrei cavarmela concludendo che l’autore è Enki Bilal, uno dei nomi più rilevanti del fumetto di area bd, un maestro che ha realizzato autentiche pietre miliari della letteratura disegnata, e perciò è ovvio che un’opera che si fregia della sua firma è valida. Ma non basterebbe dato che il presente libro è unico nella concezione. È stato realizzato con l’avallo e la collaborazione del celeberrimo museo del Louvre e ciò lo differenzia da altre produzioni. Inoltre, non è un fumetto in senso stretto. C’è l’unione di testo e illustrazioni e l’impostazione richiama la grande tradizione dei volumi illustrati. E lo potremmo pure considerare un curioso e immaginifico catalogo d’arte, sul genere di quelli distribuiti appunto nei musei.

Tutto nasce con Bilal che dopo aver ammirato i capolavori del Louvre decide, in accordo con i responsabili del museo, di fotografarne i più rappresentativi. Dopo aver svolto una selezione delle foto, le ha stampate su enormi tele e le ha ritoccate dipingendo figure con acrilico. Tanto per fare un esempio: in quella che ritrae la Monna Lisa di Leonardo, Bilal ha dipinto un volto maschile dall’espressione minacciosa che sembra fuoriuscire dal quadro. Ma cosa rappresentano tali figure? Sono fantasmi.

Richiamandosi ai racconti gotici sul genere di Belfagor, Bilal immagina che il Louvre sia popolato da spettri, ognuno di essi legato a un’opera d’arte lì presente. Ma non esiste solo questo collegamento: ogni fantasma ha avuto a che fare o con l’artista che ha realizzato il capolavoro o con il soggetto del quadro o della statua di volta in volta presi in esame da Bilal. Di conseguenza, l’autore, spinto da un impulso borgesiano, mixa realtà e fantasia in un connubio indubbiamente riuscito.

Il libro è impostato, come ho scritto, sullo stile dei cataloghi. Bilal procede sempre nella stessa maniera: c’è una pagina iniziale che raffigura l’opera ritoccata dal penciler; nella successiva, un’altra fotografia presenta la versione originale corredata da dati tecnici (autore, titolo, provenienza, anno di realizzazione, dimensioni, caratteristiche e così via); e nella seguente Bilal racconta la storia del fantasma corrispondente. Quindi, il libro è una splendida gallery fotografica, una guida del museo e una raccolta di ghost stories. In poche parole,  troverete fotografia, arte, pittura, disegno e narrativa in un colpo solo.

È evidente l’originalità de I Fantasmi del Louvre e la lettura è suggestiva. Bilal spazia dalla Nike di Samotracia all’enigmatica creatura di Leonardo, dalle fanciulle di Delacroix agli elmi di tipo corinzio, dagli autoritratti di Durer a una statua di Cristo Morto, e così via, con una facilità sconcertante, dimostrando di possedere non solo sensibilità grafica e illustrativa ma anche grande cultura. E lo stile dei racconti, valorizzati da una straordinaria varietà di ambientazioni, sono ora romantici e struggenti, ora inquietanti e cupi, ora abbelliti da influenze decadenti. Anche stavolta, comunque, sono consapevole di non essere riuscito a spiegare degnamente la natura di questo libro eccezionale ma spero di aver perlomeno suscitato la curiosità di qualche utente. E per l’ennesima volta bisogna lodare Bao Publishing per aver tradotto nel nostro paese un gioiello simile.


Voto: 8 ½

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