Tom Strong n. 1 spillato di Alan Moore – Recensione Lion Comics

Pubblicato il 9 Luglio 2013 alle 13:30

Arriva l’edizione economica di una delle serie più intriganti del maestro Alan Moore: Tom Strong, con protagonista l’eroe indiscusso di Millennium City! Seguite le affascinanti avventure dai toni pulp del supereroe creato dal Bardo di Northampton!

Tom Strong n. 1

Autori: Alan Moore (testi), Chris Sprouse (disegni)

Casa Editrice: RW-Lion

Genere: Supereroi

Provenienza: USA

Prezzo: € 2,50, 16,5 x 25,2, pp. 32, col.

Data di pubblicazione: giugno 2013

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Negli ultimi tempi ha preso piede una tendenza, quella di pubblicare serie già uscite in tp in formato economico. L’idea non è da bocciare poiché il prezzo basso può contribuire a far conoscere fumetti di valore a quei lettori che non sempre possono permettersi di acquistare un volume da libreria. RW-Lion non è stata a guardare e ha deciso di riproporre due serie Wildstorm in formato appunto economico. Mi riferisco a Ex-Machina di Brian K. Vaughan che al di là del labile sfondo sci-fi e supereroico affronta tematiche politiche con incisività; e Tom Strong, facente parte della defunta linea ABC, anch’essa targata Wildstorm.

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E gli utenti sanno già chi è l’autore. Proprio lui. Alan Moore. Il geniale scrittore di Watchmen, V for Vendetta, From Hell e altre pietre miliari. Considerato ciò, quindi, è lodevole pubblicare Tom Strong. La serie si dipanerà in quattordici albi mensili e rappresenta un’ottima occasione per scoprire (o riscoprire) questo gioiello. Prima di passare al fumetto vero e proprio, però, consentitemi di essere polemico. A mio avviso, non è concepibile stampare un’opera simile senza almeno un articoletto introduttivo che faccia capire al neofita la natura della serie. Si tratta di sciatteria e, diciamolo, noncuranza nei confronti sia del lettore sia dell’autore.

Tom Strong, come ho scritto, si inserisce in una linea editoriale denominata ABC (America’s Best Comics) che il Magus propose a Jim Lee, all’epoca responsabile della Wildstorm. Buona parte dei comic-book ABC avevano toni supereroici e, nello specifico di Tom Strong, lo sfondo iniziale della narrazione era Millennium City, e il protagonista è il più amato e apprezzato eroe dell’universo ABC, con tanto di fan club e una serie a fumetti imperniata su di lui. Alan Moore dichiarò di essersi ispirato all’immaginario pulp e alla narrativa popolare dei primi decenni del ventesimo secolo. In effetti, le origini di Tom Strong ricordano quelle del Tarzan di E. R. Burroughs.

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I genitori di Tom giungono in un’isola denominata Attabar Teru. Il padre è uno scienziato che tenta di creare il prototipo di un superuomo, coadiuvato dal robot Pneuman, e riesce nel suo intento. Il risultato è appunto Tom che in seguito, per una serie di circostanze che saranno chiarite sin dal primo episodio, crescendo si trasferisce a Millennium City, città futuribile mutuata dalla classica fantascienza dei dime novels. Insieme a Tarzan, Tom fa pensare a un altro importante character dell’epoca pulp, Doc Savage. E non è da escludere che il Magus avesse pure cercato di fare ciò che avrebbe voluto realizzare con Superman se ne avesse avuto l’occasione (cosa che comunque poi ha compiuto con Supreme).

Il primo episodio funge da introduzione alla serie ma la story-line ha un’interessante struttura meta-narrativa e post-moderna che non la rende assimilabile a un tipico albo supereroico. Oltre a presentare Tom, la moglie Dahlua, la figlia Tesla e la farsesca scimmia parlante King Solomon, Alan si concentra sul giovane Timmy, un bambino che vive a Millennium City, fan sfegatato di Tom Strong e accanito lettore dei suoi albi. Ma le origini del supereroe sono narrate nelle pagine del fumetto, in una curiosa contrapposizione tra la dimensione quotidiana di Timmy e quella immaginaria del comic-book. Tale artificio può far venire in mente il ragazzo di colore che in Watchmen leggeva i pirate comics le cui trame avevano parallelismi con le vicende di Rorschach e soci e fungevano da omaggio affettuoso alla Golden Age. Qui Moore compie un’operazione analoga, benché la story-line sia meno complessa. I testi del Magus sono, come è lecito aspettarsi, ben impostati e i dialoghi valorizzati da una costante ironia che ha il pregio di intrigare sin dalla pagina iniziale.

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Alle matite c’è l’ottimo Chris Sprouse che rende giustizia alla sceneggiatura del Bardo di Northampton e dimostra un’apprezzabile varietà di stili. Le sequenze riguardanti il fumetto letto da Timmy hanno un’impostazione realistica e Sprouse, oltre a caratterizzare in maniera valida ogni personaggio, è accurato nella raffigurazione dei laboratori del padre di Tom, dei macchinari, della giungla di Attabar Teru e così via. Invece, curiosamente, nelle pagine relative a Timmy che legge il fumetto all’interno del mezzo di locomozione che lo conduce a scuola, Sprouse ricorre a uno stile cartoon, quasi come se intendesse far capire che la realtà è più che altro quella dell’universo di Tom Strong. Ciò provoca un effetto straniante di grande valenza suggestiva.

Tom Strong è una delle opere più valide di Alan Moore e bisogna specificare che sceneggiatori come Joe Casey, Geoff Johns, Brian K. Vaughan e addirittura Michael Moorcock saranno della partita. E ribadisco che la sua riproposta in versione economica è da lodare, stante il fatto che un fumetto del Magus avrebbe meritato di più dal punto di vista editoriale. Speriamo comunque di rivedere altri gioielli a un prezzo accessibile, a cominciare da Promethea.


Voto: 8

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