RECENSIONI

Lupin the IIIRD – The Movie: La Stirpe Immortale, recensione del film anime al cinema

Federico Vascotto 11/12/2025

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L’attesa è finita. Dopo parecchi anni, Lupin the IIIRD – The Movie: La Stirpe Immortale è al cinema per completare un percorso iniziato con La lapide di Jigen Daisuke. Diretto ancora una volta dal maestro Takeshi Koike (Redline, Animatrix), va a chiudere la pentalogia composta da quattro mediometraggi e questo film per il grande schermo.

Gli OVA si concentrano ognuno su uno dei comprimari del ladro gentiluomo: La lapide di Jigen Daisuke, Goemon Ishikawa getto di sangue, La bugia di Mine Fujiko, Zenigata e i Due Lupin. Li potete recuperare su Prime Video e sulle principali piattaforme, oltre che in home video, sempre grazie ad Anime Factory, etichetta di proprietà di Plaion Pictures che racchiude il meglio dell’offerta anime. All’inizio della pellicola è comunque presente un riassunto per chi se li fosse persi.

Lo abbiamo visto in anteprima e vi raccontiamo cosa aspettarvi senza spoiler.

Lupin the IIIRD – The Movie: La Stirpe Immortale

Uno stile visivo inconfondibile, una vera e propria esplosione di colore, Un Lupin, più oscuro, sensuale e spavaldo che mai. Un tratto e un character design più sinuoso e realistico, più vicino alla penna di Monkey Punch che alla serie animata storica di Hayao Miyazaki. Un ritorno alle origini del mito.

In questa nuova avventura, Lupin III si trova intrappolato con Fujiko, Jigen e Goemon su un’isola sperduta in mezzo all’oceano. L’aereo che li doveva portare alla scoperta di un fantastico tesoro infatti è precipitato, lasciandoli senza via di fuga. Li insegue, come suo solito, l’ispettore Zenigata, deciso ad arrestare Lupin e tutta la sua banda. Presto, però, tutti si accorgono che sull’isola c’è qualcosa di strano: non è deserta, ma è popolata dai loro vecchi antagonisti, sconfitti da poco nella nazione dell’Unione Lovietica. Oltre a loro, sull’isola si nasconde un nemico invincibile o peggio, immortale, che sembra collegato a una vecchia conoscenza.

Takeshi Koike riprende Mamo, storico antagonista apparso per la prima volta in Lupin III – La pietra della saggezza (1978), primo film animato della saga, creando un fil rouge narrativo che collega tutti i lungometraggi sul celebre ladro. Qui è un essere, maledetto e megalomane, in grado di riscrivere le leggi della vita e della morte. Quando viene a sapere di un leggendario tesoro, nascosto su un’isola che non compare su alcuna mappa, Lupin progetta un nuovo colpo impossibile: ha sole 24 ore per sopravvivere, ma come si sconfigge un nemico che non può morire?

Takeshi Koike si ispira ancora una volta al genere hard boiled, omaggiando i classici e unendo sapientemente tradizione e modernità con un tono più audace e maturo e utilizzando l’animazione in 2D per mantenere il fascino di un tempo. Jigen Daisuke, il tiratore scelto, il disciplinato samurai Goemon, l’affascinante Fujiko Mine, l’incorreggibile ed instancabile Ispettore di Polizia Zenigata,

Lontano dal tono leggero a cui ci ha abituato Lupin III, il film esplora un lato più oscuro e violento dei personaggi, con una trama più complessa e filosofica, sostenuta da un’identità autoriale forte.

Una pellicola avvincente, con qualche passaggio meno riuscito nel mezzo, e visivamente affascinante. Il vero difetto è lasciare con l’amaro in bocca lo spettatore arrivati all’epilogo e al finale.

In breve

Giudizio totale

7

Sommario

Punteggio Totale

7

stars

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