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BATMAN: JEKYLL & HYDE | Recensione
Marco -Spider-Ci- Novelli 14/11/2025

- Autori: Paul Jenkins, Jae Lee, Sean Phillips
- Formato: 25.5X35.5, C., 144p.
- Prezzo: 29,00 euro
- Casa editrice: Panini Comics
- Data d'uscita: 6 nov. 2025
Due Facce è senza dubbio uno dei più interessanti e complessi villain del Cavaliere Oscuro. Questo perché non è il classico nemico bidimensionale (benché il tema del doppio, nel suo caso, sarebbe particolarmente azzeccato), ma ha un percorso alle spalle che lo rende un personaggio difficile da incasellare e con molte zone d’ombra.
Come ben sapranno i lettori de Il Lungo Halloween, ormai diventato uno dei capisaldi assoluti della letteratura batmaniana, ma anche chi ha visto al cinema Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, l’ex procuratore distrettuale Harvey Dent nasce come strenuo combattente del crimine e della corruzione dilagante a Gotham City, al fianco dello stesso Batman e del commissario Jim Gordon.
Il suo carattere irruento, spesso arrogante e molto ambizioso, celava già un lato oscuro tenuto ben nascosto, dovuto anche a traumi familiari del passato, che solo più avanti verranno svelati da autori diversi. Quando il mafioso Sal Maroni decise però di vendicarsi del rampante avvocato, gettandogli dell’acido sul volto, tutti i suoi demoni interiori riemersero in maniera preponderante, manifestandosi come una seconda personalità, più crudele e aggressiva.

La sua “doppia faccia”, in pratica, divenne sia esteriore che interiore, in quanto l’acido sfigurò irrimediabilmente metà del suo viso, ma allo stesso tempo fece nascere anche il criminale Due Facce, che prima volle vendicarsi di chi lo aveva ridotto in quel modo e poi si schierò di fatto dalla loro stessa parte, diventando uno dei peggiori avversari del Cavaliere Oscuro, nonostante i loro trascorsi come fautori dell’ordine e della giustizia.
Paul Jenkins, scrittore britannico sopraffino, molto bravo nel raccontare l’interiorità e il lato più intimo dei personaggi, decide di affrontare proprio il tema della dualità che caratterizza un villain complesso come Due Facce, in una miniserie dalle tinte dark e violente, intitolata Batman: Jekyll & Hyde, dove viene citato il celeberrimo romanzo di Robert Louis Stevenson a cui il personaggio è chiaramente ispirato.
Lo strano caso del Dr. Jekyll e del Sig. Hyde, infatti, è un racconto del 1886 che meglio di qualunque altro rappresenta il tema della doppia personalità, ovviamente estremizzandolo. In quel caso si parlava di un mite dottore che aveva inventato un siero in grado di far emergere il suo lato più “bestiale”, impersonificato da questo alter-ego chiamato Mr. Hyde, il quale dava libero sfogo senza remore a ogni suo istinto più basso e viscerale.

Jenkins riprende l’idea di fondo del romanzo, riportandola ai giorni nostri, con un dottore francese di Gotham City che pare aver scoperto un siero dagli effetti simili, in seguito a un’attenta mappatura del genoma umano. Il problema è che le persone che lo assumono diventano terribilmente violente, commettendo i più atroci e abominevoli omicidi, con Harvey Dent/Due Facce guarda caso coinvolto in questo progetto, tentato dall’idea di sopraffare la sua personalità più debole e liberare quella predominante (e spesso peggiore) negli altri…!
Da bravo scrutatore dell’animo umano, il sagace autore britannico va a scavare nel remoto passato di Harvey Dent, facendo riemergere alcuni eventi tragici, che lo hanno segnato irrimediabilmente, e in particolare scopriamo un fratello, Murray, che sembra impersonificare proprio quella seconda personalità malvagia rappresentata dal suo volto sfigurato, e dalla quale ormai non riesce più a liberarsi.
Allo stesso tempo, assisteremo ai medesimi effetti del siero sulla mente di Bruce Wayne/Batman, ma non saranno così scontati come potremmo immaginare. Nel suo caso, infatti, la maschera ha preso talmente tanto il sopravvento sull’uomo che una visione più chiara del suo animo interiore potrebbe avere conseguenze addirittura positive, risvegliando sentimenti sopiti, come la compassione e la gratitudine, spesso tralasciati per via della sua dedizione assoluta alla missione.

Chi scrive fumetti di supereroi, in un certo senso, non può fare a meno di affrontare un argomento come la doppia identità o personalità, in quanto quasi tutti questi variopinti personaggi ne hanno una, in genere celata da una maschera, che ha lo scopo principale di non mettere a rischio i propri cari. Quando la indossano, arrivano addirittura a diventare qualcun altro, magari migliore di ciò che sarebbero normalmente, per raggiungere scopi nobili come la salvaguardia altrui e il bene comune, ma di fatto non siamo lontani dal concetto di Jekyll & Hyde, solo che visto in chiave positiva.
La stessa tematica, così cara a Jenkins, viene affrontata in maniera palese e calzante anche con una delle sue più celebri “creature”, adesso nota anche al grande pubblico grazie al film della Marvel Thunderbolts: stiamo parlando ovviamente di Sentry, un supereroe potentissimo e luminoso quanto il sole (un po’ come il Superman della Dc), che però può trasformarsi anche in Void, un essere esattamente opposto, nero come la pece e terribilmente crudele, personificazione del suo lato oscuro.
Sia in Sentry che in Batman: Jekyll & Hyde l’autore britannico dimostra la sua particolare bravura nel cogliere anche le più piccole sfumature di un argomento tanto complesso quanto affascinante, pur in un contesto assolutamente pop e leggero, come quello del fumetto mainstream USA. Il racconto in questione, non a caso, si rivolge a un pubblico più maturo, considerando anche le atmosfere cupe e angoscianti che lo caratterizzano, rese perfettamente dai due artisti coinvolti per l’occasione, ovvero Jae Lee e Sean Phillips.

Entrambi si contraddistinguono per il loro tratto particolare e noir, anche se dallo stile diverso. Lee infatti è noto per le sue linee delicate e sinuose, che raffigurano persone e paesaggi dal sapore quasi onirico, mentre Phillips è il classico disegnatore pulp, dal tratto molto più grezzo e ruvido, che di conseguenza ci mostra un Cavaliere Oscuro più energico e possente e un Due Facce che sembra uscito da un fumetto horror anni Cinquanta, per l’immediatezza ed efficacia del suo stile.
Pur nella loro diversità, entrambi riescono comunque a portare avanti un progetto grafico comune, caratterizzato da tinte fosche, ambientazioni opprimenti, e un’attenzione particolare per l’espressività di volti e corpi, che alla fine costituiscono il vero focus di questo racconto, molto più incentrato sull’aspetto emotivo e psicologico dei protagonisti.
Batman: Jekyll & Hyde è dunque un volume che non deluderà chi è alla ricerca di storie più introspettive e intimiste, ma comunque non prive di ritmo e azione. Un thriller a tratti brutale e violento, dove l’animo umano e le sue tante sfaccettature verranno scandagliate e messe sotto i riflettori, in un confronto teso e serrato tra il Cavaliere Oscuro e uno dei suoi più tormentati avversari.


