Video intervista a Matt Shakman, da WandaVision a Monarch: Legacy of Monsters

La serie è disponibile ogni settimana con un nuovo episodio su Apple TV+.

Pubblicato il 3 Dicembre 2023 alle 12:05

Se siete in attesa spasmodica del nuovo film del MonsterVerse, Godzilla x Kong: Il Nuovo Impero, atteso per Marzo 2024, questa è la serie che fa per voi. Stiamo parlando di Monarch: Legacy of Monsters, disponibile ogni venerdì con un nuovo episodio su Apple TV+. La serie, che riunisce Kurt e Wyatt Russell nello stesso ruolo in due epoche diverse, racconta l’origin story di Monarch, la misteriosa azienda dietro lo studio delle creature e dei mostri protagonisti, a partire da Godzilla e King Kong.

Dopo la fragorosa battaglia tra Godzilla e i Titani che ha raso al suolo San Francisco e la scioccante rivelazione che i mostri sono reali, Monarch segue la vicenda di due fratelli che ricalcano le orme del padre per scoprire il legame della loro famiglia con l’organizzazione segreta nota come Monarch. Gli indizi li conducono nel mondo dei mostri e, infine, nella tana del coniglio dell’ufficiale dell’esercito Lee Shaw (Russell), in un arco temporale che va dagli anni ’50 fino a mezzo secolo dopo, quando la Monarch è minacciata da ciò che Shaw sa. La drammatica saga – che abbraccia tre generazioni – rivela segreti sepolti e i modi in cui eventi epici e sconvolgenti possono riverberarsi nelle nostre vite.

Dopo la nostra video intervista allo showrunner Chris Black e all’autore Matt Fraction (fumettista di Hawkeye e Sex Criminals), tocca a Matt Shakman, regista dietro la macchina da presa di WandaVision e del prossimo film sui Fantastici 4, e Sean Konrad, Supervisore VFX della serie.

Video intervista a Matt Shakman

È stato più difficile dirigere le epoche differenti in WandaVision o in Monarch?

Direi entrambe ugualmente difficili anche se in maniera differente. Ma questo è ciò che amo dell’essere filmmaker e dover affrontare sfide che non ho ancora affrontato.

Vediamo fin dalle prime scene il valore produttivo di questo progetto. Qual è stata la scena più mostruosa da girare?

Quello che è affascinante della serie per me è che è vediamo il mondo dei mostri da un punto di vista umano. Quindi cercavamo sempre di allacciarci ai mostri già visti dalla prospettiva dei nostri personaggi. Quindi penso che la più importante – in realtà lo sono tutte – sia la scena sul Golden Gate Bridge dove Cate incontra Godzilla. È talmente fondamentale per tutto ciò che accadrà nel serial. Così come la sequenza iniziale e quello che gli accade a Skull Island. Sono tutti eventi formativi e li stiamo vivendo dal livello terreno. Non dal cielo come eravamo stati abituati finora coi mostri che combattevano tra loro. Bensì stando per davvero lì sotto nella polvere con gli umani e vedere le conseguenze su di loro.

Perché pensi che il MonsterVerse affascini tutt’oggi e cosa ha affascinato te per salire a bordo di questo progetto?

Sono stato un fan di Godzilla fin da bambino, quando giocavo con le action figure di Godzilla. Ho visto i film specialmente con mio padre e Godzilla è semplicemente uno di quei personaggi che affascina generazione dopo generazione a livello globale. Ovviamente è nato in Giappone ma è stato poi apprezzato in tutto il mondo l’Italia, dappertutto. E penso che per me lui rappresenti la meraviglia che è il motivo per cui guardiamo le serie e i film. Quel mix di stranezza, terrore e magia ed è qualcosa di inconoscibile ma comunque bellissimo. Penso sia per questo che Godzilla è così amato.

Se dovessi scegliere, ma sii onesto: Godzilla o King Kong, e perchè?

Sinceramente non vorrei scegliere tra quei due perché sono così incredibili e penso che siano sopravvissuti entrambi per lo stesso motivo. C’è davvero tanto cuore e c’è tanta empatia per entrambi questi personaggi. Sono terrificanti ma sono anche bellissimi. Vogliamo che ci proteggano ma siamo anche terrorizzati da loro, quando guardano nella nostra direzione e non riusciamo a toglierci dalla visuale abbastanza velocemente. Sono forze della natura e sono anche forze che equilibrano la natura. Penso sia questo ciò che più amo di Godzilla e King Kong. Entrambi servono a far funzionare meglio il nostro mondo e a tenere lontani i cattivi permettendo al mondo di essere ciò che dovrebbe: un luogo sano.

Come hai lavorato con gli interpreti per mantenere un livello umano in questa storia di mostri?

Abbiamo iniziato dai primi due episodi che ho diretto io e siamo stati così in grado di creare un approccio visuale sulla serie che era concentrato sugli umani. Abbiamo preso decisioni su come avremmo approcciato epoche differenti e come sarebbero risultate a livello visivo. Come avremmo approcciato il design dei mostri e il loro modus operandi. E tutto questo poi è ereditato dai registi degli episodi successivi. Possono guardare al pilot e al secondo episodio come un modello ma possono sempre portare molto del proprio stile. L’abilità dei filmmaker è questa: portare il proprio punto di vista. Questo è l’importante. Si gioca entrambi nello stesso mondo in modo che lo show abbia consistenza. Ma porti la tua passione nel progetto in modo che ogni storia e ogni episodio siano più vivi che mai.

E hai sentito la responsabilità nell’essere il primo che doveva aprire le danze in un certo senso?

Sì è un enorme piacere curare il primo episodio di una nuova serie. Non riunisci solamente il cast e lo aiuti a costruire i personaggi che vivranno – si spera – per molti anni a venire ma disegni anche quel mondo e stabilisci come vuoi dirigerlo. Tutto ciò è incredibilmente divertente per un filmmaker.

Video intervista a Sean Konrad

Vediamo fin dalle prime scene il livello produttivo mostruoso di questo progetto. Cosa porta la serie rispetto ai film del MonsterVerse in termini di effetti visivi?

Devo dire che gli effetti visivi in una serie sono sempre importanti per capire come portare in vita le creature. Fin da Godzilla sul grande schermo fu una grande sfida quando lavorammo ai film. Ci molte similitudini nel portarli in tv. Ci molte similitudini nel portarli in tv. Dobbiamo riempire questo mondo coi mostri e dobbiamo renderli parte della scena e renderli parte della scenografia. E per riuscire a fare tutto ciò guardiamo al mondo naturale e troviamo elementi che ci ispirino magari strani e spaventosi e partiamo da lì per il design delle creature e delle circostanze che portino le persone ad essere spaventate il più possibile. Quel processo di destrutturare una sceneggiatura e trovare come renderla davvero spaventosa è davvero interessante.

Quale mostro (o mostri) vi hanno dato più problemi e lavoro dal punto di vista degli effetti visivi?

Godzilla porta sempre delle sfide. È alto 120 metri. Ogni volta che si muove si muove un oceano di conseguenza. La terra crolla e si spacca. Ma un’altra grande sfida è stata il mostro talpa-pangolino, ovvero il titano del terzo e quarto episodio che si vede anche nel trailer. È stato uno di quelli per cui avevamo un’idea piuttosto chiara di cosa volevano gli sceneggiatori. Abbiamo creato il concept e tutti lo hanno amato. Una volta inserito nella scena però ci siamo detti ‘Non è abbastanza spaventoso’. Quindi abbiamo rivisto il tutto: questa creatura aveva bisogno di denti molto grandi e doveva essere molto aggressiva in movimento.

Ed è diventata una lezione su come trattare i nostri mostri lavorando a episodi e non su un unico film. I nostri episodi sono più corti e di conseguenza anche le nostre scene, dovendo riempire 8 ore di show e non solamente 2. Ciò di cui volevamo essere certi era che ogni inquadratura, ogni dettaglio fosse il più potente possibile in modo che in modo che rimanessero impresse nella mente. Che non fossero semplicemente ricordi sparsi della creatura che faceva qualcosa sullo sfondo. Ogni inquadratura doveva contare ed essere decisiva. Ciò che è stato davvero una sfida è il processo di re-design. Essendo una creatura gigante che cammina nella neve, ogni volta che fa un passo, la neve vola dappertutto. La neve è davvero complessa da realizzare nel modo giusto e in scala.

Perché pensi che il MonsterVerse affascini tutt’oggi il pubblico e che cosa ha affascinato te per salire a bordo di questo progetto?

Sai, ci sono un sacco di film sui mostri che ho sempre amato. Quelli che amavo di più erano quelli in cui i mostri erano una metafora per le paure dei personaggi. E spesso si è guardato ai film su Godzilla come esempio della paura umana esistenziale verso l’annientamento nucleare. Ma tutto inizia ben prima. Raccontiamo storie di mostri da centinaia di anni e se si guarda indietro alla mitologia umana si parla di mostri praticamente da sempre. Quelle creature sono le nostre paure diventate parte della narrazione.

Quindi ci sarà sempre spazio per loro. Nello specifico per i mostri giganti, i titani penso si tratti di qualcosa di sconosciuto ed enorme. Più qualcosa è misterioso, strano e inconoscibile più diventa un racconto interessante da seguire. E penso che la serie faccia un ottimo lavoro. I nostri mostri sono le paure dei personaggi, i loro traumi. Ed è per questo che volevo a tutti i costi parte di questo progetto. Quando ho letto lo script mi sono detto: ‘Oh è così che vorrei fosse fatta una serie sul MonsterVerse’.

Se dovessi scegliere, ma sii onesto: Godzilla o King Kong?

Sono un tipo da Godzilla, ma amo molto anche King Kong nell’universo cinematografico, quindi…

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