Jupiter’s Legacy: Jupiter’s Requiem | Recensione del nuovo tassello del Millarworld

Il terzo volume di Jupiter's Legacy è la prima parte del capitolo conclusivo, Jupiter's Requiem, che cambia notevolmente stile

Pubblicato il 12 Agosto 2022 alle 18:00

Autori: Mark Millar, Tommy Lee Edwards, Matthew Dow Smith
Formato: 17X26, 192pp., C., colori
Prezzo: € 23,00
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Data di pubblicazione: 16/06/2022

Tobia Brunello
Tobia Brunello
2022-08-12T18:00:40+02:00
Tobia Brunello

Autori: Mark Millar, Tommy Lee Edwards, Matthew Dow Smith Formato: 17X26, 192pp., C., colori Prezzo: € 23,00 Casa Editrice: Panini Comics Provenienza: USA Data di pubblicazione: 16/06/2022

Nelle intenzioni di Mark Millar Jupiter’s Legacy doveva essere il progetto di punta del suo Millarworld, con la serie TV Netflix ad alto budget che adattava le prime miniserie e contemporaneamente l’uscita di Jupiter’s Legacy: Requiem, la serie in capitoli che riprendeva e chiudeva la vicenda.

Dal punto di vista televisivo l’operazione si è rivelata un mezzo buco nell’acqua, con la serie cancellata da Netflix dopo la prima stagione (accolta molto tiepidamente da pubblico e critica), e questo ha contribuito a smorzare di molto l’hype attorno ai prodotti del Millarworld, con lo spin-off Supercrook adattato sotto forma di serie animata e passato su Netflix nell’indifferenza generale.

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Tutto questo non ha aiutato nemmeno il comparto a fumetti (edito in originale da Image e Netflix), anche per il fatto che rispetto alle prime due miniserie di Jupiter’s Legacy, disegnate da un nome di primo piano come Frank Quitely, i disegni di Requiem sono affidati a disegnatori dallo stile diversissimo come Tommy Lee Edwards e Matthew Dow Smith (con l’assistenza un paio di sequenza da parte del compianto John Paul Leon e di Bernard Chang).

La differenza è enorme e non rende semplice, a chi ha seguito le prime miniserie, riconosce i personaggi che dovrebbero essere conosciuti o leggere l’azione (in particolare per quanto riguarda la raffigurazione di alcuni superpoteri). Al di là del confronto, Edwards compie comunque un buon lavoro con il suo stile graffiato ed espressionistico, anche se nelle scene più concitate risulta un po’ confuso. E forse anche per questo che a partire dal quinto capitolo, dove l’azione si fa più sostenuta, viene sostituito da Matthew Dow Smith. Il risultato però non è migliore, e anzi, lo stile più stilizzato e meno dinamico non aiuta particolarmente la lettura. Per entrambi gli autori però è da lodare 

A livello di scrittura Mark Millar si prende tutto il suo tempo per far montare la storia con il passare dei capitoli, dapprima tornando a quei contrasti generazionali tra supereroi che erano già alla base della prima miniserie di Jupiter’s Legacy, anche se in Requiem sono maggiormente sotto i riflettori i rapporti tra fratelli che tra genitori e figli.

Dopo la conclusione della seconda miniserie di Jupiter’s Legacy, in Requiem siamo proiettati nel 2051, in un mondo quasi utopico grazie agli sforzi di Chloe Sampson e della sua famiglia. Sullo sfondo una minaccia che si svela molto lentamente e che non è esplicita fino al quinto capitolo, quando quello che sembrava un dramma familiare in salsa supereroistica cambia decisamente marcia, trasformandosi in una storia supereroistica forse più classica ma più efficace anche come ritmo narrativo. Inoltre, in una sorta di terzo livello di sottotrama, prosegue il mistero riguardante l’origine dei poteri ottenuti dai primi supereroi (di cui avevamo seguito le gesta nello spin-off Jupiter’s Circle).

Millar si conferma un autore dalle ottime intuizioni, capace di scrivere sequenze disturbanti nell’utilizzo dei superpoteri che risultano anche più sconvolgenti di quanto si vede in The Boys, dato che è tutto spogliato da quella patina di umorismo grottesco e quindi molto più cruento.

In poche pagine riesce a tratteggiare bene il carattere e le peculiarità dei molti personaggi che vengono introdotti (o ripresi), anche se richiede un certo sforzo al lettore per capire al meglio le varie situazioni familiari, non aiutato dai disegni che faticano a veicolare i riferimenti alle prime miniserie.

Certo, da un lato è una sorta di patchwork di idee già ampiamente esplorate in numerose opere, alcune dello stesso Millar come la sua Authority, e questa impressione di già visto è anche uno dei motivi del naufragio della serie TV. Sotto forma di fumetto si apprezzano maggiormente gli elementi che donano alla storia la sua unicità, prendendo alcuni cliché del genere come punti di partenza. Anzi, riuscendo ad utilizzarli in certi punti come riuscitissimi colpi di scena.

Per concludere, il volume che raccoglie questi primi sei capitoli di Jupiter’s Legacy: Requiem edito da Panini Comics è di buonissima fattura, ma forse al là di un’introduzione che si perde a tracciare paragoni tra l’opera di Millar e Watchmen, sarebbe stato maggiormente utile uno specchietto riassuntivo degli eventi e dei legami personali tra i protagonisti, per aiutare il lettore che non ha letto (o non ricorda alla perfezione) le miniserie precedenti.

In Breve

Storia

7

Disegni

5.5

Cura editoriale

6.5

Sommario

La prima parte di Jupiter's Requiem lascia leggermente perplessi nella parte iniziale, ma non appena i tasselli vanno al suo posto esplode dal punto di vista narrativo. Qualche perplessità riguardante i disegni, in particolare considerato lo stile dei precedenti capitoli.

6.5

Punteggio Totale

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