Shazam!: un cinecomics da “favola” | Recensione

Pubblicato il 24 Marzo 2019 alle 21:00

Warner Bros. lancia finalmente nei Worlds of DC lo storico personaggio creato da  C.C. Beck  e Bill Parker. Il film si allineerà al successo di Aquaman, o riporterà l’universo cinematografico DC nell’oblio del fallimento?

Il tanto agognato universo cinematografico DC Comics ha vissuto, in questi anni, di alti e bassi, quasi proseguendo in una folle corsa sulle montagne russe: dalla critica a Batman v Superman e Suicide Squad, passando per il successo di Wonder Woman e la successiva delusione di Justice League, fino ad arrivare al recente Aquaman, campione d’incassi per la DC e apprezzatissimo dal pubblico e la critica. Il curioso approccio a Shazam! – diretto da David F. Sandberg tra l’altro scoperto proprio da James Wan, regista di Aquaman-  è dunque duplice: da una parte, i fan si domandano cosa questa pellicola porterà nell’universo “condiviso” e, dall’altra, come questo storico personaggio, con ottant’anni di vita editoriale alle spalle, si presenterà per la prima volta sul grande schermo (escludendo, ovviamente, il serial cinematografico del ’41). Come si andrà ad inserire dunque, Shazam!, in questo folle giro sulle montagne russe? La sorprendente risposta arriva, “magicamente” dalla “semplicità” della visione alla quale il pubblico in sala viene sottoposto.

IL CAMPIONE

Billy Batson è un giovane adolescente come tanti altri se non fosse per il fatto che, da piccolo, è stato separato dal destino dalla sua vera famiglia, passando da famiglia a famiglia. Irrequieto, continuamente alla ricerca della madre biologica, rifiuta completamente l’inserimento in qualsiasi contesto familiare gli venga presentato, chiudendosi in se stesso e, soprattutto, non riuscendo a fidarsi di nessuno. Un’ultima bravata lo porta però a cambiare nuovamente famiglia adottiva, scuola e stile di vita: oltre a scoprire, col tempo, emozioni mai vissute prima d’ora coi nuovi genitori ed i  suoi fratelli acquisiti, il giovane Billy si troverà improvvisamente a dover gestire il potere di  Shazam (la saggezza di Salomone, la forza di Hercules/Ercole, la resistenza di Atlante, il potere di Zeus, il coraggio di Achille,  la velocità di Mercurio) misteriosa entità magica passatagli da un vecchio mago quasi per caso…e nell’affrontare l’ambizioso e invidioso Dott. Sivana (cresciuto con l’ossessione di ottenere i poteri di Shazam) Billy imparerà non soltanto ad essere un eroe, ma finalmente ad amare e farsi amare, scoprendo il vero significato dietro al termine “famiglia”.

CHI E’ UN VERO EROE?

In un clima natalizio e quasi fiabesco, David Sandberg (che seppur in piccola parte, porta nel film anche quel suo tocco “horror” che tanto lo ha fatto apprezzare) ci catapulta in una moderna storia dall’aria “Dickensiana”, ma piena di humor: le continue battute, il tono scherzoso e i simpatici riferimenti al mondo DC distendono il clima in sala, strappando continuamente sorrisi sinceri al pubblico e incastrandosi più che bene nella trama collettiva del film che, lo ricordiamo, vede protagonista un adolescente di quattordici anni. Se da una parte però il clima disteso rende “leggera” la visione, dall’altra non si può sottolineare il grande messaggio morale che la pellicola, in ogni momento, non smette mai di far trasparire: il senso della famiglia, dell’unione e del rapporto umano come unico vero grande obiettivo da raggiungere nella vita.

E mentre Billy viaggia per tutto il film verso questa grande scoperta, imparando cosa vuol dire “crescere” (non solo avere dei grandi bicipiti o poter comprare senza problemi della birra!) il pubblico ha modo di riflettere, grazie alla grandissima caratterizzazione del villain Sivana (la cui storia è presentata magistralmente) su cosa significhi essere dei “puri di cuore” e di come, alla fine dei conti, il confine tra questi due gruppi sia segnato solamente dalle scelte individuali che scegliamo di fare ogni giorni e, soprattutto, di come si reagisce ai momenti più duri della vita. Shazam!, con un cast assemblato perfettamente dove a brillare non è una sola stella, ma tutti gli attori risultano perfetti per i ruoli che svolgono, è una piccola grande fiaba supereroistica, così semplice e al tempo così efficace, così “classica” ma così dannatamente e modernamente divertente. E forse, questo equilibro che la pellicola rappresenta, dopo un lungo giro sulle montagne russe, è proprio ciò che serviva all’universo cinematografico condiviso DC Comics.

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