Dylan Dog 389 – La sopravvissuta | Recensione

Pubblicato il 29 Gennaio 2019 alle 14:00

La “final girl” dei film horror ora ha un film tutto suo. Nella vita reale.

«Fly on your way like an eagle, fly as high as the sun […] Fly and touch the sun», peccato poi crollare giù, esattamente come quell’Icaro decantato nei miti greci e cantato anche dai connazionali di Dylan Dog. I disastri di grande portata accomunano gli ultimi albi della serie regolare dell’indagatore dell’incubo: stavolta è anche alle prese con una ragazza perseguitata da un destino beffardo, quello di sopravvivere ai suoi cari e a tutti quelli che le stanno intorno.

La sopravvissuta è il terzo episodio del ciclo della Meteora, scritto da una rockeggiante Barbara Baraldi. A pochi mesi di distanza dal suo ultimo lavoro per Dylan Dog, Perderai la testa“, Baraldi cambia leggermente genere musicale al quale attingere, passando dall’elettro-rock dei Primal Scream al classic ed heavy rock di AC/DC e Iron Maiden, già presenti in molti albi della serie regolare come colonna sonora delle avventure dell’inquilino di Craven Road.

Ma non di solo pane musicale vive l’albo numero 389: sparsi tra le pagine, troviamo diversi riferimenti nerd alle più famose serie televisive, come The Big Bang Theory, Star Trek, Griffin e altre, come piccoli easter egg. A voi il compito di scovarli tutti.La narrazione si sfila tra i binari di una metropolitana e in mezzo alle rotte degli aerei a velocità supersonica. Non si ha neanche il tempo di somatizzare e indagare su una scena del crimine che già ne compare un’altra. Proprio come un classico film horror, la “final girl” Sally e Dylan Dog rimangono illesi fino alla fine del racconto, assistendo (o quasi) alla morte di tutti i comprimari e le comparse che li circondano. Barbara Baraldi ha maneggiato un horror dal percorso narrativo scontato ricostruendolo come un’artista che usa materiale di scarto per farci opere d’arte, piazzandoci in mezzo anche una pioggia di detriti spaziali superflua, ma utile alla continuity del ciclo della Meteora.

Un fantoccio assassino, con la faccia di Eddie, il personaggio che vive  e personifica la musica degli Iron Maiden, accoglie il lettore all’apertura dell’albo, che inizia a dare nome e cognome a ciò che succede nell’ultima pagina del numero 388, “Esercizio numero 6“. Sempre al gruppo di Dickinson & soci si collegano altre parti della storia, come il titolo del film horror della quale Sally è protagonista (Fear of the dark). La coppia di disegnatori Massaglia – Santaniello ritorna sulla serie regolare di Dylan, dopo “La calligrafia del dolore”, per corredare e impreziosire il lavoro di Luigi Piccatto, toccando le parti salienti del ciclo della Meteora.

Finalmente si inizia a dare un “volto”, un perché e un collegamento al misterioso personaggio che compare nelle ultime pagine di “Al servizio del caos“, l’albo dove fa la prima comparsa John Ghost. Si stanno per definire i contorni della vicenda e dare più peso e spessore al nuovo nemico di Dylan Dog che, a quanto pare, prende ordini da uno strano personaggio che ricorda un misto tra la Regina Elisabetta e un mega-calamaro. La rottura è sempre più vicina, come si può progressivamente notare dal logo che si appoggia sulla copertina di Gigi Cavenago, che stavolta omaggia il film eastwoodiano L’uomo nel mirino.

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