City of Lies – L’Ora della Verità di Brad Furman | Recensione

Pubblicato il 12 Gennaio 2019 alle 15:00

Arriva in Italia City of Lies – L’Ora della Verità, nuovo film di Brad Furman con Johnny Depp e Forest Whitaker.

E’ quanto più di sfilacciato e poco focalizzato ci possa essere in un thriller City of Lies – L’Ora della Verità, che parte da una premessa interessante (sia a livello narrativo che commerciale) solo per sperperarla col passare dei minuti: più ci si avvicina al finale meno diventa chiaro l’obiettivo del regista Brad Furman, che di certo non può essere quello di risolvere due dei casi di omicidi più misteriosi degli anni ’90 (quelli dei rapper Tupac ShakurBig Notorious) dato che ancora oggi sono classificati come irrisolti, e forse è proprio questa consapevolezza a far perdere sicurezza al regista.

In pratica è impossibile stabilire cosa voglia essere di preciso questo film, che non è un documentario perché romanza a proprio piacimento, non è un dramma familiare anche se può sembrarlo nel finale, tenta di camuffarsi forse da opera sul giornalismo d’inchiesta ma di certo non ne ha la verve, e tanto meno può spacciarsi per thriller investigativo: alla base di City of Lies ci sono un po’ tutte queste cose insieme ma Furman non è in grado di usarle per costruire fondamenta solide, e l’impressione è che il regista ad un certo punto si sia ritrovato completamente spaesato dinanzi all’immensa mole di informazioni che ha dovuto decomprimere in meno di due ore di film (112 minuti).

Russell Poole (Johnny Depp) è un ex-detective che ha dedicato la sua intera carriera (anche a costo di sacrificarla) al caso mai risolto sugli omicidi, a fine anni novanta, delle due star del rap Tupac Shakur Notorious B.I.G., al centro della storica rivalità fra le correnti musicali note come West Coast ed East Cost. Vent’anni dopo gli omicidi, nel presente del film, Poole riceve la visita di Jackson (Forest Whitaker), un reporter dell’ABC a sua volta noto esclusivamente per la realizzazione di un documentario vincitore dell’Emmy Award proprio legato alla torbida vicenda riguardante i due musicisti.

A questo punto Poole e Jackson uniranno le forze per ricostruire le varie indagini portate avanti nel corso degli anni dalla polizia di Los Angeles, con l’obiettivo ultimo di, se non risolvere definitivamente il caso, quanto meno scoprire chi in tutti questi anni ha cercato di nascondere la verità su quanto accadde la notte in cui venne ucciso Christopher Wallace.

C’è da dire che il peso dei noti problemi produttivi non grava sull’opera com’era lecito aspettarsi, opera che anzi mantiene una sua dignità da b-movie anche grazie al lavoro più che discreto di un più che discreto mestierante quale è mr. Furman (noto per The Lincoln Lawyer e Runner, Runner). Purtroppo però l’eccesso di verbosità e soprattutto la struttura quasi labirintica della sceneggiatura – che alterna flashback a ricostruzioni, ipotesi, punti di vista – appesantisce una narrazione già di per se macchinosa e difficilmente adattabile sullo schermo, soprattutto se supportata da un’idea piuttosto povera di cinema d’inchiesta (come si può pensare di fare cinema d’inchiesta senza dare una risoluzione al caso?).

Emergono bene invece i profili caratteriali dei due protagonisti grazie anche all’encomiabile devozione di entrambi gli attori, dal Johnny Depp particolarmente simile al Grindelwald di Animali Fantastici 2 ma doppiamente efficace, al Forest Whitaker tutto sottrazione che ci risparmia l’ennesima dose di paternalismo.

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