L’Uomo in Fuga di Natsume Ono | Recensione

Pubblicato il 31 Ottobre 2018 alle 11:00

“Nel bosco vive un orso. Vive da solo in una baita. Di giorno ha le sembianze di orso. Di notte si trasforma in un uomo.”

Questa è la leggenda che fa da base a tutto il manga di Natsume Ono e che ci viene presentata fin dall’inizio attraverso un dialogo tra dei bambini ed una rgazza, che, ancora “bambina dentro”, entra nel bosco per scoprire se questa leggenda corrisponda a realtà o meno. Se poi riuscirà a trascorrere con l’animale in questione un’intera giornata e ad uscirne indenne, potrà vedere esauditi i propri desideri.

Difficile definire questo manga, che ha nei disegni la parte preponderante, mentre limita al minimo essenziale i dialoghi tra i personaggi, correndo il richio di passare velocemente e non essere ricordato dal lettore poco attento; il rischio infatti, come per tutti i fumetti di questo tipo, penso al bellissimo Beowulf di Santiago Garcia e Davide Rubin o all’Amon di Yu Kinutani, è quello di finire presto nel dimenticatoio, proprio come il protagonista del manga stesso, che si è ritirato in quel bosco sperando che la gente si dimenticasse di lui. Questa è una similitudine interessante, quasi che l’autrice avesse voluto dare al manga stesso le caratteristiche del suo protagonista principale, un uomo che ha lasciato tutto per non tradire la famiglia ed i suoi valori, ma che non si è ancora liberato del peso della sua scelta, come gli verrà ricordato anche durante la sua fuga.

Dei personaggi, tuttavia, non conosciamo i nomi, anche se quelli importanti ai fini della storia in sintesi sono solamente tre (di cui uno protagonista indiscusso e colonna portante dell’intera vicenda); tutto sembra, dunque, aspirare alla dimenticanza in questo volume unico di Natsume Ono, uscito in Giappone del 2011 ed ora proposto nella collana Showcase da Dynit; e sarebbe un vero peccato se questo manga passasse sotto silenzio, perché la storia è elegante, ben raccontata attraverso i disegni ed intrigante, anche se, ed ecco ancora un ulteriore elemento che conferisce al manga un tono quasi sfocato, non si svela mai completamente il motivo per cui il nostro protagonista si trova lì ed ha scelto di sparire (anche se veniamo a sapere che la cosa aveva a che fare con il padre, un importante politico; dunque è comunque facile ipotizzare da soli la causa di tutto).

Quello che invece non può lasciare indifferenti sono i disegni di Natsume Ono, con il suo tratto inconfondibile. I suoi tratti asciutti si concentrano spesso più sui personaggi o su alcuni dettagli che su ciò che li circonda, denotando ancora una volta una scelta di disegno che lascia intendere una volontà di dare una atmosfera quasi favolistica al tutto, che stacca i protagonisti dall’ambiente circostante, rendendoli non più personaggi, ma archetipi di qualcosa.

Da quanto risulta detto è evidente come Ono abbia creato un manga perfettamente calibrato, che riesce ad immergere il lettore in una atmosfera particolare; l’importante sarà riuscire a gustarne ogni pagina ed ogni dettaglio e non lasciarsi prendere dalla smania di arrivare presto ad un finale, che, è da dire, non è poi così importante ai fini della storia; come per il protagonista, anche per il lettore il cammino fatto sarà più importante della meta raggiunta.

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