Tom Strong e i robot della morte: recensione

Pubblicato il 8 Marzo 2012 alle 09:26

La Magic Press da alle stampe la più recente mini dedicata all’eroe pulp creato dal Bardo Alan Moore.

Tom Strong e i robot della morte

Autori: Peter Hogan (testi), Chris Sprouse (disegni) Karl Story (chine)
Casa Editrice
: Magic Press
Provenienza
: USA
Formato e Prezzo
: 17 x 26, brossurato, 144 pagine, colore, 13€
Data di pubblicazione
: 2011

Tom Strong è stato per anni una delle creazioni predilette di Alan Morre: un cocktail ben riuscito di Superman, Tarzan, Doc Savage e una filosofia a metà strada fra il pulp ed il supereroismo classico.

Tuttavia quando il Bardo ha abbandonato Tom Strong sembrava fosse giunta la fine per il personaggio, giunto anche per così dire alla fine di un naturale ciclo creativo, ed invece ad iniettare nuova linfa al personaggio ci ha pensato Peter Hogan coadiuvato dalle matite di Chris Sprouse, veterano di casa Strong, con questa mini.

Hogan imposta un plot classico e lineare: un timeline/passato alternativo in cui gli immancabili, per queste storie pulp, nazisti hanno vinto la II guerra mondiale e conquistato il mondo toccherà quindi al Tom Strong della nostra epoca rimettere a posto le cose alleandosi non solo col il suo alter-ego alternativo ma anche con quelli che una volta erano nemici mortali scoprendo così anche due antichissime civiltà sotterranee a cui appunto appartengono i “robot della morte” che danno il titolo alla mini.

L’autore fa un discreto lavoro di story-telling evitando le insidie tipiche di storie con viaggi nel tempo coinvolgendo sapientemente tutto il cast di comprimari, dalla moglie Dhalua alla figlia Tesla fino al figlio deviato Albrecht, nemesi della storia, tuttavia ad albo concluso il senso di dejà-vù e di eccessiva leggerezza è forte.

Si può allora considerare questo albo da due punti di vista differenti: da un lato il paragone fra Hogan e Moore sarebbe ingiusto ed improbo, la complessità narrativa a cui ci aveva abituato Moore è lontana così come la genialità di alcune soluzioni ed espedienti narrativi; Hogan invece è un bravo ‘rimareggiatore’ dimostrando di conoscere bene il personaggio e di poter recuperare ed utilizzare gli stilemi e gli elementi della serie a proprio piacimento.

Dall’altro lato Hogan fa un ottimo lavoro di “semplificazione” con questa mini: il suo Tom Strong è semplice, accessibile e lo si potrebbe addirittura consigliare come “sample” per saggiare la serie qualora non si conoscesse il personaggio.

Chris Sprouse alle matite è morbido, pulito le sue tavole sono ben disposte con uno story-telling di facile comprensione aiutando il lettore a districarsi fra realtà e personaggi paralleli ed alternativi; le chine di Story poi non sono mai invadenti anzi valorizzano i momenti in cui l’azione si dirada e i personaggi, con efficaci primi piani, dialogano ed interagiscono.

Edizione Magic Press sempre sobria ed essenziale ma curata sia per quanto riguarda carta e rilegatura sia per la traduzione che risulta ottima e scorrevole.

In definitiva questo “Tom Strong e i robot della morte” è un buon volume, semplicemente scritto e ottimamente disegnato: consigliato a chi vuole “assaggiare” il personaggio ma non si vuole subito sobbarcare nell’acquisto dei parecchi volumi di cui si compone la run di Alan Moore. Per i veterani della serie invece nulla di nuovo sotto il sole ma mai sottovalutare l’efficacia di una buona storia del vostro personaggio preferito.

VOTO: 6

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