Sulla Mia Pelle | Recensione

Pubblicato il 14 Settembre 2018 alle 11:00

Il 22 ottobre 2009 Stefano Cucchi, un trentunenne romano arrestato per il possesso di dodici pacchetti di hashish e tre di cocaina, morì mentre era in custodia cautelare nell’ospedale Sandro Pertini di Roma. Questo drammatico caso della nostra cronaca nera è alla base del film Sulla mia pelle di Alessio Cremonini.

Sulla mia pelle è uno di quei film che non vorresti vedere mai, perché basato su fatti di cronaca nera realmente accaduti e inspiegabili: come è possibile apprendere anche solo leggendo le iscrizioni alla fine del film, infatti, la comunità scientifica è ancora combattuta su quelle che furono le cause della morte del giovane, per conoscere le quali la famiglia di Stefano non ha mai smesso di lottare.

Il film è distribuito da Lucky Red per quanto riguarda le sale cinematografiche, e da Netflix tramite la propria piattaforma a partire dal 12 settembre 2018 ed è stato scelto come primo film mostrato all’interno della sezione “Orizzonti” durante la 75ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

  • I fought the law and the law won

Sulla mia pelle si propone il difficile compito di raccontare quelli che furono gli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi, il cui corpo venne ritrovato senza vita e in condizioni disumane: la sua salma pesava solo 37 chili, e sul suo corpo furono ritrovati diversi lividi e lesioni, fra cui la frattura della mascella e alla colonna vertebrale, oltre a una emorragia alla vescica, a causa della quale fu costretto a usare un catetere.

Per quanto dagli atti risultasse che quei segni fossero stati causati da una caduta per le scale, Stefano Cucchi ha più volte dichiarato di aver subito un pestaggio da parte dei carabinieri che lo arrestarono. La grandezza di questo film sta anche nel non essere caduto nella retorica spicciola, romanzando il racconto, quanto piuttosto si è cercato di attenersi unicamente ai fatti accertati: la scene delle presunte violenze subite da Stefano da parte delle forze dell’ordine non vengono mai mostrate, lasciando intendere che il protagonista del racconto è il solo punto di vista del ragazzo, pur evitando di inserire nella narrazione fatti la cui veridicità non sia stata ancora accertata.

La freddezza e l’asepsi dei luoghi in cui è ambientata la storia e di alcuni dei suoi protagonisti si riflette anche nella scelta di riprendere le scene facendo vertere le colorazioni principalmente verso le tonalità fredde, mentre gli ambienti familiari sono illuminati da luci più calde, a simboleggiare il calore dell’affetto della famiglia.

  • Borghi come Cucchi

Sulla mia pelle è un film angosciante, a maggior ragione conoscendo la fine di una vicenda che sappiamo essere realmente accaduta. Ciò che emerge sono i rapporti all’interno della famiglia Cucchi, arricchiti dalle interpretazioni di Max Tortora, nei panni del padre di Stefano, Giovanni Cucchi, e di Jasmine Trinca, che interpreta Ilaria, la sorella di Stefano. I Cucchi sembrano ormai del tutto rassegnati allo stile di vita di Stefano, ma hanno sempre cercato di stare vicino al ragazzo, anche se, più volte, è stato impedito loro di vederlo, e appresero perfino della sua morte soltanto quando venne richiesta loro una autorizzazione per effettuare una autopsia sul corpo di Stefano.

Una menzione a parte merita invece Alessandro Borghi, che si è sottoposto a una trasformazione fisica notevole, riuscendo a trasmettere in maniera impressionante il dramma di un ragazzo che non si fida praticamente di nessuno e vive in un profondo stato di dolore, sia fisico che psicologico, provato anche delle visite della propria famiglia. Anche la voce di Alessandro Borghi risulta incredibilmente simile a quella di Stefano Cucchi: durante i titoli di coda del film, potrete ascoltare in sottofondo una registrazione autentica della voce di Cucchi, in cui potrete riscontrare quanto sia stato approfondito il lavoro degli attori, degli sceneggiatori e del regista per riproporre nel film Sulla mia pelle i fatti nella maniera più fedele possibile (lo stesso dialogo è infatti presente all’interno del film, e anche le parole e l’intonazione delle voci degli attori sono molto simili alla loro controparte reale).

  • Conclusioni

Sulla mia pelle è un fil  drammatico coinvolgente e a tratti straziante che riporta sotto le luci dei riflettori il cado della morte di Stefano Cucchi, che non cade mai nella retorica troppo facile e che pone l’accento sull’aspetto più intimamente umano dei suoi protagonisti.

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