Fiato Sospeso – Recensione

Pubblicato il 8 Febbraio 2012 alle 11:50

La collana “Tipitondi” made in Tunuè ci regala questo Fiato Sospeso”, prima produzione italiana della collana, ad opera di Silvia Vecchini e Sualzo

Fiato Sospeso

Autori: Silvia Vecchini, Sualzo
Casa editrice
: Tunuè
Provenienza:
Italia
Formato e Prezzo:
cm 19,5×17, 128 pagine, colori, brossurato, 16,90€
Data pubblicazione:
Ottobre 2011

La collana pensata per i più piccoli, ma adatta anche per gli adulti, “Tipitondi” made in Tunuè ci ha già regalato due ottime opere come “Octave” di Alfred (bellissima storia con disegni magistrali) e la trasposizione a fumetti de “Le Avventure di Tom Sawyer” di Istin e dei fratelli Akita (anche in questo caso disegni e colori eccezionali ed una storia che non tradisce il fascino e la verve dell’originale), ad esse va ad aggiungersi questo “Fiato Sospeso”, prima produzione italiana della collana, ad opera di Silvia Vecchini e Sualzo.

La storia è quella di Olivia, una bambina che, come ci viene già raccontato dall’ottimo prologo, soffre di una grave allergia che la lascia “senza fiato”. La sua vita si divide tra la grande passione per il nuoto, le chiaccherate con Leo, piccolo genio e suo unico amico, e le vessazioni e le punzecchiature dei compagni di scuola. Questa routine va avanti fino a quando Olivia non scopre il segreto di Michi, soprannominata “Labarbie” e sua “rivale” nella squadra di nuoto, e parte con lei e Leo in una missione per sistemare le cose che le farà scoprire una nuova amicizia e una nuova autonomia.

La struttura dell’opera è quella tipica di una storia per bambini, con personaggi e situazioni vicine al loro quotidiano per facilitarne l’immedesimazione; la sensibilità e il ritmo della vicenda, però, riescono a interessare anche gli adulti. Gli importanti temi trattati (discriminazione, diversità, malattia) sono presentati in maniera efficace, non nascondendone le gravi implicazioni negative e facendone vivere al lettore le opprimenti limitazioni. Nonostante ciò l’intero racconto mantiene comunque una certa leggerezza e la costante rassicurazione di un lieto fine che arriverà puntualmente ad aggiustare le cose.

Le tavole di Sualzo riescono a riportare all’infanzia, quando si riusciva a guardare al mondo e  alle difficoltà con meno preoccupazioni e si giocava con i pastelli, probabilmente, però, senza raggiungere gli ottimi risultati della colorazione di quest’opera.

Voto: 7

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