Polina di Bastien Vivès: Recensione

Pubblicato il 16 Dicembre 2011 alle 13:18

Bastien Vivès torna con un’altra intensa opera che racconta senza forzature il percorso di crescita artistica e personale della giovane ballerina Polina.

Autore: Bastien Vivès
Editore:
Black Velvet
Provenienza:
Belgio, 2011
Formato:
16,5×24, brossurato con bandelle, 208 pag., col.
Prezzo:
€ 19,00
Anno di pubblicazione:
2011

Dopo “Il gusto del cloro” e “Nei miei occhi”, Black Velvet propone al pubblico italiano un’altra opera del talentuoso giovane artista Bastien Vivès, portando nel nostro Paese “Polina”, intenso racconto che illustra con naturalezza il percorso di ricerca artistica e personale di una promettente ballerina.

In bilico tra diversi modi di intendere la danza, tutti esterni a lei, la protagonista si trova a compiere passi sempre più difficili sul palco come nella vita, in un cammino spesso incerto, ma che si delinea con chiarezza solo una volta approdata all’età adulta.

Con uno stile mai uguale a se stesso, eppure sempre adatto al tipo di storia che intende narrare, Vivès rappresenta con linee essenziali il mondo di Polina, regalando figure dal design minimalista, che nonostante l’apparente semplicità stilistica, presentano un‘espressività invidiabile, scevra di ogni inutile orpello grafico.  Ecco quindi che le incertezze di Polina, così come la sua frustrazione nel confrontarsi con il terribile prof. Bojinski o l’intransigente Madame Litovski, arrivano dritte a chi legge, coinvolgendolo dalla prima all’ultima pagina nelle trame dell’anima e della vita di Polina.

La narrazione scorre fluida e naturale senza soluzione di continuità, restituendo al lettore l’impercettibile processo di crescita della protagonista, tramite gli incontri e gli scontri con le persone che entrano ed escono dalla sua vita. Il risultato è, nelle fasi di passaggio, un apparente smarrimento, tanto di Polina quanto del pubblico, che viene infine a sciogliersi alla luce di quella chiave di lettura data dal prof. Bojinski proprio nel primo momento di grande difficoltà: “Un artista è sempre insoddisfatto. Perchè ricerca la perfezione. Ed è solo alla fine della sua vita che potrà rendersi conto del reale valore di ciò che ha realizzato.”

In questo senso, ben si sposa con l’intento narrativo la scelta grafica di adottare una colorazione uniforme color ocra, che lascia liberi solo gli spazi bianchi dei corpi, focalizzando tutto il peso visivo ed emotivo sulle individualità che animano la storia, filtrate, inevitabilmente, dal personaggio di Polina, dal suo ricordo e dal suo sentire (vedi l’apparizione finale del prof. Bojinski).

Ne risulta un percorso circolare, portato avanti dall’esigenza di emanciparsi dall’esterno per trovare i motivi più profondi che inducono la protagonista a danzare, per poi tornare consapevole e realizzata, a ciò che le ha dato l’avvio verso la crescita, ma che si era presentato inizialmente come un apparente freno alla voglia di scoperta e di altro.

L’edizione proposta da Black Velvet è impeccabile in tutte le sue parti. Scorrevoli e sempre comprensibili gli adattamenti. Apprezzabili le scelte di lettering. Il rapporto qualità-prezzo è pertanto proporzionato.

In conclusione, con “Polina” prende vita un’altra magistrale interpretazione della vita umana, che Bastien Vivès osserva e rende con naturalezza e semplicità, lasciando che sia la verità stessa dell’esistenza di Polina a raccontarsi senza forzature.

VOTO: 8

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