La sindrome di Abele | Recensione

Pubblicato il 11 Ottobre 2017 alle 16:00

Editoriale Cosmo porta in Italia in un volume unico la serie BD La syndrome d’Abel.

Dopo un prologo nel 1934 ambientato in un tempio in India, la storia si sposta cinquat’anni più avanti, nel 1983, a Chicago, dove Abel Weiss è all’apparenza un broker di successo, ma con molti problemi nell’animo a causa di varie vicissitudini personali. Un giorno il nostro protagonista è vittima di un grave incidente stradale, che lo manda in coma. Ma quando si sveglia scopre con sorpresa e terrore che sono passati ben sette anni dal momento dell’incidente e non sa cosa sia successo nel frattempo. La situazione peggiora quando tutti cercano di evitarlo e la sua vita precedente sembra cancellata, come i suoi conti bancari. A Abel non resta che cercare il responsabile di tutto questo, aiutato dalle poche persone che gli credono.

La storia scritta da Xavier Dorison parte veramente forte, con un protagonista comune che si ritrova in una situazione angosciante, che l’autore riesce a rendere al meglio con i dialoghi, coadiuvato in questo dai disegni di Marazano, su cui torneremo dopo. Il lato positivo però è che Dorison riesce a far crescere la tensione per tutto il primo volume, con la conseguenza che il lettore è sempre più curioso di conoscere nuovi dettagli su cosa è successo ad Abel.

Tuttavia è nell’ultima parte che si rischia di rimanere delusi, con una sbrigativa spiegazione e, sembrerebbe, la volontà di chiudere in fretta la storia, inserendo vari fatti in poche pagine (l’ultimo colpo di scena, che chiude la storia, è a mio parere una inutile aggiunta). Sorge il dubbio che, dato che la serie dopo il primo volume è rimasta congelata per ben 7 anni, si sia voluto comunque darle una conclusione, seppure in un numero limitato di volumi, finendo con una canonica trilogia. Tuttavia non si può che apprezzare la volontà di rimanere nei confini del credibile, senza lasciarsi sedurre da quel filone della BD che vorrebbe inserire sempre un elemento soprannaturale al tutto.

Ciò non toglie che, nonostante una fine non soddisfacente, il climax che conduce il lettore alla conclusione della vicenda funziona bene ed è ben studiato, consentendo a chi legge di apprezzare questa costruzione della sceneggiatura.

Venendo al disegno, qui è necessario sottolineare che il volume è pubblicato in un classico formato Bonelli in bianco e nero, dunque in un formato svantaggiato rispetto a quello originale francese.

Ciò detto, i disegni di Richard Marazano peccano a mio parere di fluidità in alcune scene, soprattutto nella prima parte della storia, come nelle sequenze più di azione; tuttavia ciò potrebbe anche dipendere dall’aver tolto il colore dalla tavola originale e non essere dunque imputabile al lavoro dell’artista. In ogni caso il tratto nervoso di Marazano, soprattuttto nella resa dei visi, migliora e nell’ultima parte questo si sposa bene con l’atmosfera da thriller.

Il formato italiano della tavola, comunque, permette di apprezzare i disegni, che non soffrono troppo il rimpicciolimento, consentendo una lettura agevole dei baloon. Per il resto l’edizione Cosmo è nella media, un classico brossurato da edicola ad un prezzo molto ragionevole per una storia completa, ovvero euro 5,90.

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