Looking for Heroes: il reality scova-eroi | Recensione

Pubblicato il 5 Ottobre 2017 alle 17:00

Basta un reality show per trovare un vero eroe? E quali prove dovranno mai affrontare i partecipanti di una trasmissione simile? Ce lo racconta un giovane team di fumettisti italiani, ispirandosi al fumetto americano e al genere horror, in un fumetto edito da Manfont: Looking for Heroes.

Fin dalla prima occhiata è percepibile la forte influenza che il fumetto americano ha avuto in Looking for Heroes, uno degli ultimi fumetti pubblicati dall’associazione culturale ManFont, nata da una realtà di autoproduzioni, per la sua collana ManFury: non solo per lo stile di disegno, ma anche perché è il risultato di un team composto da uno sceneggiatore (Ivan Veronica), un disegnatore (Stefano Mastrantuono), un inchiostratore (Mauro Luca Rinaldi, che si è occupato anche della copertina) e di un colorista (Viviana Di Chiara), proprio come le “squadre” di un classico fumetto americano seriale.

Questi quattro giovani fumettisti, usciti dalla Scuola Internazionale di Comics, hanno voluto dimostrare con Looking for Heroes di essere in grado di realizzare un progetto a fumetti completo e autoconclusivo, con un occhio per la società in cui vivono, e decidono di commentarla con una storia in salsa horror-avventurosa ricca di citazioni e di “strizzatine d’occhio” al lettore.

I protagonisti di Looking for Heroes sono millennials avviati in carriere altrettanto “giovani”: abbiamo Denis, un youtuber di successo con un debole per le belle ragazze, che aspira a diventare regista; Rebekah, attrice da quando aveva sette anni, che sogna di recitare in un film; Liam, un ideatore di boardgame che decide di partecipare alla trasmissione per il gusto di mettersi alla prova; e Pam, una cosplayer di professione che vuole mostrare la serietà di questo tipo di carriera. I quattro sono i partecipanti di L4H (Looking for Heroes, per appunto), un vero e proprio reality show che permetterà solo ai più eroico tra loro di vincere un’enorme somma di denaro.

I partecipanti di L4H sono dotati di un oggetto iniziale scelto da loro (con un valore simbolico che comprenderanno nel corso del gioco) e un egometer, un dispositivo tecnologico che valuterà il valore delle loro azioni nel corso delle prove, più o meno pericolose, che dovranno affrontare: peccato che fin da subito Looking for Heroes si rivelerà essere non un semplice gioco, ma una caccia alla sopravvivenza da un esercito di zombie.

La storia di Looking for Heroes è scandita da inquadrature dinamiche con un gusto americano e cinematografico, omaggiando non solo il genere horror, ma anche serie tv che mirano a riflettere sulla società moderna, come Black Mirror. Purtroppo manca profondità ai personaggi principali, anche per un fumetto d’azione, e la narrazione pecca di qualche ingenuità: anche lo sviluppo della trama, inoltre, potrebbe essere più originale.

Insomma: Looking for Heroes potrebbe essere considerato dai suoi autori come una base tutto sommato abbastanza buona, a partire dalla quale migliorare con i progetti futuri. Un precedente che costituisce di fatto un’opera prima per buona parte di loro, con tutti gli errori di un fumetto giovane e di un team praticamente alle prime armi.

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