Atomica Bionda – Recensione

Pubblicato il 16 Agosto 2017 alle 22:38

1989, vigilia della caduta del Muro di Berlino. Lorraine Broughton, agente dell’MI6, viene inviata nella capitale tedesca per recuperare un microfilm contenente i nomi degli agenti sotto copertura in Unione Sovietica. Lorraine deve collaborare con David Percival, direttore della sede di Berlino, e trova sulla sua strada l’affascinante agente francese Delphine Lasalle con la quale allaccerà un pericoloso rapporto.

The Coldest City è una graphic novel in bianco e nero, con una protagonista mora e due vignette d’action su 180 pagine. Dal fumetto, scritto da Anthony Johnston e disegnato da Sam Hart per la Oni Press, è stato tratto Atomica Bionda, un film con una protagonista bionda, colorato in digitale e completamente improntato all’action. Se fosse stato stravolto in questo modo il concept di base di un fumetto di supereroi si sarebbe scatenata la rivolta. Ma The Coldest City è un’opera men che mediocre sconosciuta ai più.

E’ stata l’attrice protagonista Charlize Theron a volere la trasposizione di questa noiosa ed intricata spy story affidando la regia a David Leitch, che si è messo in luce con John Wick, co-diretto insieme a Chad Stahelski, ed attualmente al lavoro su Deadpool 2. Leitch è dovuto quindi sfuggire all’opprimente sovrastruttura spionistica rivelando il film per quello che è davvero.

Atomica Bionda ha semplicemente due ragion d’essere: Charlize Theron e le scene d’azione. Il film regge tutto sulle spalle della statuaria attrice premio Oscar sudafricana che ha deciso di votarsi al personaggio con una performance a 360 gradi. Non ha voluto controfigure per le scene di combattimento e circolano già diverse versioni al limite della leggenda urbana su quanti denti si sia scheggiata nell’esecuzione delle coreografie. La back-story del personaggio è sintetizzata dalle ferite sul suo corpo mostrate con scene di nudo che non scadono nell’exploitation come pure l’appassionato rapporto saffico della protagonista con Sofia Boutella (Kingsman: Secret Service, La Mummia) nel ruolo della spia francese.

Il trionfo del girl power relega i personaggi maschili a puri ruoli di supporto, a partire da James McAvoy (Split) e Bill Skarsgard (Pennywise in IT), alleati della protagonista, passando per John Goodman (Pappa e Ciccia, Il grande Lebowski) e Toby Jones (Captain America: Il Primo Vendicatore, Sherlock), suoi superiori. In tal senso, risulta abbastanza lampante chi sia l’immancabile traditore di turno.

La tensione sfocia in un piano sequenza di dieci minuti (con qualche aiutino artificioso ma chi se ne importa) che tiene il pubblico in apnea con un’elaborata, pazzesca, sanguinosa coreografia di combattimento tutta effetti pratici, stunt spettacolari e ariose angolazioni di ripresa. E’ la scena madre del film che vale da sola il prezzo del biglietto. Il regista ricorre invece a qualche post-modernismo in più, rallenty ed accelerazioni improvvise, nello scontro finale con la protagonista che indossa una parrucca nera rendendo omaggio alla controparte fumettistica.

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