Our little sister – Diario di Kamakura di Akimi Yoshida | Recensione manga Star Comics

Pubblicato il 4 Luglio 2017 alle 10:00

Da Star Comics la toccante saga famigliare di quattro sorelle

“Ho appena saputo che mio padre è morto… eppure non mi sento affatto triste, accidenti.”

Yoshino, Chika e Sachi sono tre sorelle che vivono insieme a Kamakura in una splendida casa che in origine apparteneva alla loro nonna. Yoshino lavora in banca e sembra molto soddisfatta del suo posto di lavoro, è un tipo un po’ peperino che ama bere e gozzovigliare e cambiare fidanzato.

L’ultimo è Tomoaki, un giovane molto aitante. Sachi, la maggiore delle sorelle, è una bella ragazza che lavora come infermiera all’ospedale locale: un po’ fredda, sembra misurare tutto col metro della ragione. Chika, capelli scuri e voluminosi, lavora in un negozio di articoli sportivi ed è la più piccola delle tre.

Le ragazze si sono ritrovate a vivere da sole a causa dell’abbandono del padre, che ha lasciato la moglie per un’altra donna dalla quale ha avuto una figlia, e della conseguente fuga della madre. In qualche modo, grazie all’affetto che le lega e alla necessità di darsi da fare sono riuscite a tirare avanti.

Un giorno però una telefonata improvvisa scombina le loro vite con la notizia della morte del padre. Recatesi al suo funerale, sull’onda emotiva del momento, dopo aver incontrato la sorellastra Suzu decidono di portarla a vivere con loro a Kamakura.

Our little sister, scritto e illustrato dalla bravissima Akimi Yoshida, edito da Star Comics è l’ennesima perla di un repertorio di capolavori della mangaka, vincitore – tra gli altri – del prestigioso Manga Taisho nel 2013 e del 61°Shogakukan Manga Award nel 2016.

È un idillio famigliare: un quadro semplice ma efficace del legame forte e tenace che unisce i fratelli. Suzu entra nelle vite di Yoshi, Chika e Sachi come un fulmine a ciel sereno che anziché destabilizzare il loro equilibrio raggiunto con sacrifici dona nuova linfa alle loro giornate e una nuova prospettiva per il futuro.

La bambina, infatti, sin dal primo incontro si fa amare nonostante sia figlia della donna che rubato loro il padre e sfasciato la loro famiglia. E se c’è un messaggio che la Yoshida vuole trasmettere attraverso le pagine del suo romanzo è proprio quello dell’importanza dei legami fraterni che esulano da qualunque tipo di odio e rancore.

“Ho appena saputo che mio padre è morto… eppure non mi sento affatto triste, accidenti.” Il commento che Yoshino fa non appena apprende del decesso del genitore è terribile nella sua semplicità; e nulla potrà farle cambiare idea al riguardo né farle versare una lacrima per l’uomo che ha abbandonato lei e le sorelle in tenerissima età… ma durante un funerale vengono a galla diverse cose e si vede chiaramente come ha vissuto una persona.

Ed è così che Yoshino, Chika e Sachi scoprono quanto il padre fosse amato e rispettato dalla sua terza moglie – la madre di Suzu è morta da tempo – e dagli amici, e quanto lo adorasse la figlioletta. Quella patina di indifferenza sembra in qualche modo sciogliersi, riportando alla luce ricordi di momenti felici seppelliti dietro il sipario del rancore.

Suzu incarna il riscatto, la possibilità di rimettere i tasselli a posto di continuare una storia che sembrava finita. È un legame che rompe le barriere della discriminazione e incarna l’essenzialità della famiglia come nido e culla di affetti.

La mangaka fa un lavoro inestimabile nel caratterizzare le quattro sorelle, ognuna un mondo di sogni, contraddizioni e problemi a sé. Algida, misteriosa, e bellissima, Sachi è colei che più di tutte ha vissuto sulla propria pelle il trauma del distacco dal padre, motivo per cui sembra avere problemi a costruire un legame sentimentale.

Stesso discorso vale per la graziosa Yoshino che affoga i dispiaceri delle sue improbabili storie d’amore nell’alcool e si innamora sempre delle persone sbagliate. Poi c’è la simpaticissima Chika che sceglie proprio l’occasione del funerale del padre per esibire una pettinatura afro che rispecchia in tutto per tutto la sua personalità.

È quella che meno ha risentito delle conseguenze dell’abbandono dei suoi e quindi la più solare. Infine Suzu, il piccolo miracolo che come un fuoco d’artificio illumina il cielo delle giornate delle tre sorelle. Una ragazzina all’apparenza fragile ma che nasconde il cuore di una leonessa.

Il manga ci offre una tavolozza di momenti di vita quotidiana, in un invito a scoprire le dinamiche di quattro giovani moderne che si affacciano all’età adulta con un gap affettivo che si ripercuote sulle loro scelte. L’arte è semplice ed essenziale: il tratto curato e pulito molto realistico e perfettamente attinente alle tematiche trattate.

Il manga ha ispirato un film del 2015 diretto da Hirokazu Koreeda che ha ottenuto un ottimo successo di critica ed è stato presentato in concorso a Cannes nel 2005.

Un’occasione da non perdere per leggere un’opera intessuta di autenticità e tenerezza.

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