Pets – Vita da animali – Recensione in anteprima

Pubblicato il 6 Ottobre 2016 alle 11:39

Max è un terrier che trascorre una vita felice con la padrona Katie nel loro appartamento di Brooklyn. La sua esistenza viene sconvolta quando Katie decide di adottare Duke, un cagnone enorme ed invadente. Devono però mettere da parte le loro divergenze quando si avventurano loro malgrado nella giungla urbana e si trovano alle prese con il coniglio Nervosetto, a capo di un gruppo di animali abbandonati che vogliono vendicarsi degli umani.

Pets Vita da animali

La Illumination Entertainment deve il suo successo alla saga di Cattivissimo Me e dei suoi Minions che avranno pure registrato incassi stratosferici ma si sono dimostrati prodotti poco originali, puerili e zuccherosi a scapito di quanto il titolo potesse lasciar sperare. Con Pets – Vita da animali la casa di produzione cerca di seguire le orme della più quotata Pixar con risultati non all’altezza. Il concept iniziale è pressoché identico a quello di Toy Story, solo con i cani al posto dei giocattoli.

Ricordate come, nel film Pixar, il cow-boy Woody fosse il giocattolo preferito di Andy e s’ingelosiva per l’arrivo di Buzz Lightyear? Ecco, qui accade la stessa cosa con Max e Duke, una coppia che rimanda anche a Steve Martin e John Candy nella bellissima commedia Un biglietto in due, del 1987. Uno cinico e insofferente, l’altro grosso, bonaccione e invadente, costretti a convivere.

Anche la campagna promozionale parte da una tagline che pare seguire il canovaccio di Toy Story: “Sapete cosa fanno i vostri animali domestici quando non siete in casa?” Solo che questo è quanto ci viene mostrato nel trailer e, in minima parte, nel film. Il tema, in realtà, è un altro. Ovvero: cosa succede se degli animali domestici, abituati agli agi casalinghi, devono sopravvivere nella giungla urbana?

Ne vien fuori la solita serie di gag slapstick a misura di bambini con i due protagonisti costretti a cooperare e a superare le reciproche incomprensioni. L’ironica caratterizzazione del malvagio Nervosetto, nome italiano di Snowball, si perde nel doppiaggio italiano. Nella versione originale, infatti, il coniglietto dal pelo bianchissimo ha la voce del nero Kevin Hart a sembrare un gangsta afroamericano.

Nella seconda linea narrativa, la cagnolina Gidget, doppiata in italiano da Laura Chiatti, guida i suoi amici animali alla ricerca di Max e Duke, tanto per aggiungere l’ormai immancabile girl power e una storiella d’amore. Tra i comprimari figura anche un maiale tatuato. In tal senso, la sequenza surreale nella quale i due protagonisti si abbuffano di salsicce antropomorfe risulta quasi più politicamente scorretta del prossimo Sausage Party.

Anche la scena action-thrilling finale è derivativa. Il veicolo, in questo caso un furgone dell’accalappiacani, che penzola nel vuoto appeso ad un ponte l’abbiamo già visto altre volte (basti pensare allo scuolabus di Terminator Genisys per dirne uno). D’obbligo il finale edificante con il trionfo dei buoni sentimenti e la scena durante i titoli di coda.

Prima del film viene inoltre proiettato un corto dei Minions per far felici i fan dei piccoli deficienti gialli in salopette. Anche qui nulla di originale. Siamo ancora alla gag classica del rastrello in faccia. Quando poi bisogna ricorrere alle funzioni corporali dei cani per far ridere il pubblico allora significa davvero che non ci sono idee. Tutto vietato ai maggiori di dodici anni.

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