Avril et le Monde truqué, avventura steampunk firmata Jacques Tardi [Recensione]

Pubblicato il 11 Maggio 2016 alle 20:00

Tratto dall’opera del maestro della graphic novel francese Jacques Tardi e vincitore del Crystal Award come miglior lungometraggio al festival di Annecy 2015, questo piccolo gioiello d’animazione è un ulteriore riprova del momento d’oro dell’animazione francese e un grande omaggio agli appassionati di fantascienza e steampunk.

Se c’è un autore in grado di rielaborare in maniera originale gli stilemi e i cliché della paraletteratura e tradurli in maniera originale questo è Jacques Tardi l’autore delle avventure di Adèle Blanc-Sec, eroina di storie a metà tra il genere l’horror e l’avventuroso, protagonista di un film di successo di Luc Besson che ha riportato l’interesse per il cinema popolare francese che sta vivendo un vero e proprio periodo d’oro.

A riprova di ciò, questo piccolo capolavoro steampunk firmato dai registi Frank Ekinci e Christian Desmares, presentato in Italia in anteprima al Future Film Festival di Bologna (per il momento unica uscita italiana ma si sta cercando un distributore per il nostro paese per cui probabilmente ne sentiremo presto parlare) che cerca di portare sul grande schermo l’universo dello scrittore e fumettista francese.

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Ambientato in un universo ucronico dove la Terza Repubblica francesenon c’è mai stata ma è continuata la dinastia dei Bonaparte, la storia comincia con un esperimento finito male a cui segue la sparizione dei più eminenti scienziati del tempo che rallenta il progresso creando una strana società in cui convivono elementi meccanici e futuristici.

In questo scenario si snodano le vicende della famiglia di Avril, scienziati da generazioni che cercano da anni un fantomatico “siero dell’immortalità”. Ostacolati dal governo, la famiglia si disgrega e Avril si ritrova sola al mondo con l’unica compagnia del gatto parlante Darwin che, nonostante il nome, è ben poco interessato alle questioni scientifiche quanto a quelle filosofiche e letterarie.

Ma una misteriosa palla di vetro con la neve potrebbe essere la soluzione per far ricongiungere Avril con la sua famiglia, liberare gli scienziati scomparsi e impedire una terribile minaccia che potrebbe cambiare il destino della Francia e del mondo intero.

L’animazione, molto studiata e accurata nei minimi dettagli, ci restituisce l’universo steampunk dell’omonima graphic novel con i suoi contorni e linee ben definite che omaggiano la tradizione del fumetto francese (vedi Tin Tin) e i capolavori di Miyazaki come Il Castello errante di Howl (a un certo punto nel film si vede una casa che si muove tramite ingranaggi).

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La Parigi di Avril è una città allo stesso tempo molto futuristica ma anche molto tradizionale, quasi una Londra industrializzata di inizio Novecento, la stessa che ha ispirato molti capolavori della fantascienza distopica.

Nonostante però la morale ecologista e i momenti drammatici la pellicola è, soprattutto, una commedia frizzante e sofisticata basata sull’azione e sulle gag fisiche in stile slapstick (esemplare, da questo punto di vista, la figura del grasso ufficiale di polizia Pizoni).

I protagonisti saltano, corrono, inciampano e cadono (spesso) lungo i tetti di Parigi dandoci un’inedita visione della capitale francese dall’alto (con ben due torri Eiffel legate da una flebile funivia.

Un concentrato di azione e humour (quello del gatto Darwin che non risparmia le sue battute sarcastiche per nessuno) che rendono questa pellicola un film molto trasversale, adatto sia per i bambini che per gli adulti.

Il doppiaggio, infine, è affidato a un cast di attori francesi di altissimo livello, a cominciare da Marion Cotillard, che presta la voce alla protagonista sia nella versione francese che in quella anglofona, a Jean Rochefort nei panni (anche visivi) del simpatico nonno Pops e Olivier Gourmet che presta la voce al padre di Avril, Paul.

Sperando in una possibile distribuzione italiana vi consigliamo la visione di questa avventura comica e surreale che esprime valori certamente non banali.

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