Rumble Kid, la recensione: i supereroi arrivano in Italia con Passenger Press

Pubblicato il 17 Novembre 2014 alle 10:30

Passenger Press presenta l’opera dell’esordiente Francesco Iaquinta, tra esplosioni ed un personaggio senza limiti!

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Esperimento curioso e bizzarro, quello tentato da Francesco Iaquinta con Rumble Kid. Creare un fumetto frammentato, pieno di interruzioni e pagine nere, che vuole raccontare una storia ma soprattutto vuole far vedere character design esagerati e spettacolari, combattimenti ed esplosioni.
E’ difficile raccontare la trama di questo fumetto, forse è scorretto parlare di trama in senso generale: da quello che si intuisce (o, almeno, ho intuito io) Rumble Kid è un combattente con poteri rigeneranti e possibilità sconfinate, con un passato forse da persona normale, ma che ora si ritrova scaraventato in un mondo da incubo

Come scritto nella sinossi ufficiale, “Rumble Kid è un trailer tratto da un arcade game difettoso”: veniamo gettati in medias res nell’azione, senza troppi preamboli, e brevi (brevissimi, massimo due vignette) flashback introducono qualche informazione sul passato del protagonista o sui suoi comprimari.
Molto è lasciato all’intuizione e all’immaginazione, scelta che rischia di spaesare un po’ il lettore ma che in realtà, vista la natura prettamente action dell’albo, non confonde poi così tanto.

Come già detto infatti Iaquinta punta sul suo disegno niente male, sull’atmosfera e sul character design: Rumble Kid in effetti fa il suo dovere da questo punto di vista, così come gli altri personaggi e gli avversari.
Il fumetto si legge piuttosto velocemente, complici anche le numerose pagine bianche o nere che puntano a dividere il fumetto in vari “livelli”, come in un vero e proprio videogame da cabinato anni 90′, e con tanto di boss finale.

Lo scontro finale con Hybrid, sorta di creatura Chtulhiana, conclude l’albo “col botto” e lascia sicuramente con un po’ di curiosità sul futuro dei protagonisti.
La scrittura sicuramente ha dei difetti: alcuni tempi non sono gestiti benissimo contando le poche pagine dell’albo: si accelera un po’ dove forse non guasterebbe qualche vignetta in più, per poi perdersi dove si potrebbe forse un po’ tagliare.

Ma Iaquinta penso sia per prima cosa un disegnatore, e un disegnatore che forse merita spazio anche in futuro: il tratto riesce a rimanere pulito e tutto sommato morbido nonostante le tante scene movimentate e piene di fiamme, il chiaroscuro è veramente efficace in alcuni tratti e anche l’anatomia dei personaggi è molto convincente: risultano quasi sempre ben proporzionati e mai rigidi, tranne forse in un paio di situazioni.
Anche la disposizione delle vignette è buona, e riesce a comunicare bene lo svolgimento delle scene di combattimento, confuse al punto giusto.

Per un’artista alla sua prima opera c’è comunque tanto, tanto potenziale e si rimane incuriositi su cosa questo autore potrà proporre in futuro.
Personalmente, ritengo Rumble Kid un esperimento riuscito, anche perché va ad inserirsi in un genere tutto sommato abbastanza trascurato in Italia.
Sicuramente un progetto da sostenere, sperando possa puntare a qualcosa di ambizioso in futuro.

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