Wallman, la recensione dell’atteso nuovo manga del maestro Boichi

Pubblicato il 28 Ottobre 2014 alle 16:30

Dall’autore dell’acclamato Sun-Ken Rock arriva Wallman, pieno di esplosioni e curve…altrettanto esplosive!

Wallman 1

Boichi è un autore molto conosciuto tra gli appassionati di quel genere seinen-ecchi che unisce azione, humor e una dose molto molto abbondante di fan-service. Wallman non esce dai canoni, raccontando una storia che alterna momenti di azione iper-violenta a situazioni umoristiche.
Il protagonista della storia è Jirou, uomo dal passato amaro e turbolento che ha deciso di abbandonare il suo lavoro di killer professionista per abbandonarsi all’ozio e all’isolamento, ospite di un suo amico mangaka di poco successo altrettanto scansafatiche.

Un giorno la loro routine è interrotta dall’arrivo di Nami, bellissima ragazza  in cerca di alloggio che diventa la terza coinquilina. Dopo una serie di vignette in cui la ragazza darà sfoggio di tutto le sue pose più provocanti in situazioni più o meno plausibili, la storia ha una virata drammatica: i due scoprono che Nami è una killer, anzi più precisamente una wallman: tipo particolari di assassini che si specializzano nell’oscillare tra i palazzi per compiere i loro omicidi.

Le motivazioni di Nami sono abbastanza confuse e nebulose (ma è chiaro come, almeno in questo primo volume, a Boichi non interessi creare una storia di fondo particolarmente dettagliata per i personaggi). La tuta dei wallman ricorda molto quella dei protagonisti di Gantz, mentre le loro movenze e attrezzature potrebbero provocare una sensazione prolungata di deja-vu a chiunque legga L’Attacco dei Giganti. Ma, cosa ben più importante, la tuta super-aderente permette a Boichi di lanciarsi in disegni dettagliatissimi della…”anatomia” della spietata ragazza.

Forse non è il caso, in realtà, di dire già che Nami sia spietata: la sua prima missione infatti, causa la sua inesperienza, rischia di finire tragicamente. Ecco allora che Jirou coglie l’occasione al volo per scuotersi dal torpore e rivelarsi per quello che è realmente: non solo uno spietato ed efficace assassino, ma anche egli un wallman, anzi il più celebre di questa tipologia di killer.
La situazione si evolve rapidamente, e ben presto i tre coinquilini (si, anche il mangaka fuori forma) si ritrovano a formare una squadra, con Jirou che decide di far diventare Nami la sua protetta, che a sua volta deciderà di ringraziarlo assumendo pose ed atteggiamenti ancora più provocanti e fuori luogo.

La prima missione consisterà nell’uccidere un capo della Yakuza, e già qui Boichi si sforza un pochettino di più dal punto di vista della sceneggiatura andando a creare una situazione più intricata di quel che sembra.
È ovviamente sbagliato criticare particolarmente la trama di Wallman: tutta la storia punta a situazioni convenienti per far agire i protagonisti e farli trovare in situazioni pericolose o divertenti, sempre esagerate comunque.

Questo manga si rivolge a chi, in un fumetto, cerca una lettura veloce e avvincente: da questo punto di vista Boichi è ineccepibile. Non solo: il suo tratto è davvero uno dei più realistici e dettagliati n circolazione, le inquadrature e i corpi dei personaggi non sono solo ben fatti ma hanno una certa armonia che rende davvero belle alcune tavole.

Detto questo, le dosi di fan-service sono molto alte, e potrebbero infastidire i lettori che cercano fumetti più sobri e realistici, o che comunque tendono ad infastidirsi quando qualche tavola viene utilizzata non per far andare avanti la storia ma per informarci di quanto sia in forma la protagonista.

Le scene di azione nella loro iper-violenza non sono pienamente realistiche ma fanno il loro dovere, e verso la fine del fumetto troviamo una tavola con acrobazia compresa che mi ha davvero impressionato, e che mi è rimasta in testa per un po’.

I due protagonisti, per ora, sono abbastanza stereotipati e non particolarmente memorabili, mentre il terzo incomodo, il mangaka Kubota, è forse quello che diverte un po’ di più nella sua perversione e goffaggine.

Come già detto questo manga non si rivolge a tutti ma per gli appassionati del genere e dell’autore è una lettura da non farsi sfuggire, difficilmente si troverà molto di meglio cercando manga di tipo analogo.

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