Diabolik 800 – Ottocento lacrime di ghiaccio – Recensione

Pubblicato il 24 Ottobre 2013 alle 14:00

Una misteriosa leggenda, un tesoro millenario, ottocento diamanti purissimi. Un’avventura in un mondo esotico tra pericoli, misteri e bugie. E mentre il Re del Terrore vive la sua ottocentesima avventura la Morte si avvicina a passi veloci sul suo cammino…

diabolik 800 copertinaDiabolik: Ottocento lacrime di ghiaccio

Autori: M. Gomboli, A. Pasini (Storia e sceneggiatura) E. Facciolo (disegni)

Casa Editrice: Astorina

Genere: Giallo

Provenienza: ITALIA

Prezzo: 2 e 20 euro  12,0 x 17,0, B., 130 pp.

Data di pubblicazione: Ottobre 2013

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A neanche un anno dal suo cinquantesimo compleanno Diabolik raggiunge il traguardo degli Ottocento episodi. La carriera del noto Re del Terrore in questo arco di tempo è impressionante: una prolifica serie mensile più le ristampe, i fuoriserie in grande formato e a colori, il reboot dello scorso anno, il celebre film di Mario Bava, una serie animata, l’imminente serie tv targata Sky, il merchandising e un vasto corteo di appassionati rendono questo personaggio più vivo che mai.

Quindi ci si aspetterebbe che questo evento venga realizzato in maniera speciale, rendendo questo numero un classico a venire. Purtroppo non è così.

Eva Kant e Diabolik vengono contattati da Magda Forrest (una delle protagoniste del numero Settecento) che è in cerca del tesoro millenario degli Zangon. L’obbiettivo di Magda è trovare il tempio nascosto degli Zangon e lasciare come ricompensa i diamanti a Diabolik.

Per fare tutto ciò Diabolik dovrà rubare delle antiche tavole a un gioielliere per scoprire l’ubicazione del tempio e partire per l’Africa… ma nulla è come sembra.

Il fumetto si apre con una dedica al celebre artista Enzo Facciolo che in questa occasione festeggia i 50 anni di carriera nella scuderia di Diabolik, disegnando per l’occasione l’albo in questione.

Di certo fa piacere rivedere una leggenda del fumetto prendersi cura di una delle sue creature ma Facciolo nonostante i risultati più che buoni non riesce a colpire come dovrebbe.

Stessa cosa per la storia per un episodio così speciale come l’ottocentesimo episodio forse un po’ scontata. Alcune trovate sono interessanti ma hanno uno sviluppo davvero fiacco, soprattutto il finale che lascia un po’ con l’amaro in bocca.

Insomma, come fumetto non è tremendo, è leggibile, ma essendo il numero ottocento ci si sarebbe aspettato qualcosa di più.

Per l’occasione Astorina ha realizzato la copertina dello speciale con un effetto glitter. Che è inutile e dispendioso. E non ha un gran bell’effetto.


 Voto: 6,5

Etto Basciano

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