Le bizzarre avventure di JoJo – Stone Ocean vol. 1 – Recensione Star Comics

Pubblicato il 18 Luglio 2013 alle 11:00

Le bizzarre avventure della famiglia Joestar continuano con la sesta serie dedicata a una spericolata protagonista femminile!

star-comics-bizzarre-avventure-di-jojo-40-stone-ocean-1-62512000400Le bizzarre avventure di JoJo
Stone Ocean vol. 1

Storia e Disegni: Hirohiko Araki

Casa Editrice: Star Comics

Provenienza: Giappone 200o ( 17 volumi serie conclusa).

Target e Genere: Shounen, avventura, azione, horror, soprannaturale

Prezzo: € 6,00, 13×18, B, 320 pp, b/n, Sovraccoperta

Data di pubblicazione: 20 giugno 2013


“Darò un nome al mio potere: lo chiamerò Stone Free perché mi aiuterà a uscire da questo oceano di pietra!”.

Una risoluzione forte e decisa quella di Jolyne Kujo, eccentrica protagonista di Stone Ocean, sesta serie che il maestro Hirohiko Araki aggiunge alla saga de “Le bizzarre avventure di Jojo“.

Ambientata ai giorni nostri stavolta la storia delle particolari ed entusiasmanti vicende nate dalla fervida immaginazione del mangaka ha come sfondo una prigione di massima sicurezza della Florida, nella quale è stata rinchiusa l’ultima discendente della famiglia Joestar per scontare un reato mai commesso. Jolyne è figlia di Jotaro Kujo, protagonista della terza serie della saga, Stardust Crusaders. Sempre assente perché impegnato in Giappone, il padre della ragazza l’ha costretta a un’infanzia segnata dalla sua mancanza.

Carattere irruente e mascolino, Jolyne vive tra mille inquietudini e a un certo punto della sua vita incontra Romeo, del quale si innamora e si fida ciecamente. Purtroppo però per lei è in agguato un assurdo destino: un giorno mentre si trova a bordo dell’auto guidata dal ragazzo, la giovane ha un incidente nel quale un uomo morirà per omissione di soccorso. Tradita da Romeo e dall’avvocato, Jolyne viene incastrata e condannata a scontare ben 15 anni di pena in un terribile penitenziario della Florida: l‘Acquario.

L’oceano di pietra del titolo verosimilmente si riferisce proprio alla prigione che fa da sfondo alla storia e dalla quale Jolyne farà di tutto per evadere. Abbandonati i poteri delle Maschere di Pietra e dei primi Stand, in questo nuovo filone della saga Akari introduce un nuovo tipo di arma: uno Stand composto da una massa filiforme la cui potenza e velocità hanno un raggio d’azione di due metri, ma che se si scompone in singoli fili diventa pari alla lunghezza del filo stesso. Tramite il filo, voci e rumori si sentono amplificati come attraverso un telefono.

Jolyne una volta in prigione entra in possesso di un ciondolo, eredità dei genitori, e pungendovisi acquista il potere dello Stand, che chiamerà Stone Free e riuscirà a donarle la speranza di poter evadere da quel luogo allucinante in cui è finita. Il volume si conclude con l’entrata in scena di Jotaro che con una scioccante rivelazione, mischia tutte le carte in tavola!

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Come si legge nella postfazione del volume, per descrivere al meglio l’ambientazione della sua ultima fatica Hirohiko Araki si è recato personalmente a visitare una prigione della Florida rimanendone impressionato ma sicuramente molto ispirato, considerate la veridicità e drammaticità espresse nei dialoghi e nelle tavole dell’opera.

Caotico, claustrofobico e spinto: tre gli aggettivi che riassumono al meglio i contenuti di Stone Ocean. Caotico per la dinamicità delle scene, spesso eccessiva e destabilizzante: l’occhio del lettore è costretto a correre letteralmente dietro i protagonisti che sembrano perdersi e sparire nelle pieghe delle pagine… intrecciati e deformati ad arte dallo stile particolarissimo del maestro. Claustrofobico per la resa perfetta della soffocante ristrettezza degli spazi carcerari, con sbarre, ambienti angusti e spesso sovraffollati. Infine spinto, per il linguaggio usato dai protagonisti e per i contenuti che non risentono di alcuna censura.

La prima e unica protagonista femminile della saga della famiglia Joestar è per assurdo la più virile e disinibita di tutti i suoi predecessori maschili; abbandonate le pose vagamente ambigue e ammiccanti di Jonathan Joestar, Dio Brando e compagni, Jolyne è un’eroina tutta muscoli, pepe e sudore, che sente persino la necessità di procurarsi del piacere solitario, eccitata da un secondino che somiglia a Tom Cruise.

tumblr_mmbcsqe3K01qepum0o1_500Una donna che rompe le regole, che grida per farsi sentire ma che sa anche arrossire, piangere quando pensa alla madre e turbarsi nel rivedere il padre. Un personaggio completo, dalle mille sfaccettature sul quale Araki ha davvero speso molto. Jolyne è infatti il frutto di un periodo particolare della vita del mangaka, di un momento contraddistinto da un’inconsueta rabbia. Rappresenta l’eroina di quella che lui ha chiamato la “stagione delle aggressioni“.

Per gli amanti del genere e i fan della saga, una serie imperdibile.


Voto 8

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