Recensione Il Grande Diabolik 2010 – L’Ombra della luna – Astorina

Pubblicato il 25 Agosto 2010 alle 08:50

Autori: T. Faraci, M. Gomboli (testi), G. Palumbo, S. Zaniboni, P. Zaniboni (disegni)
Casa Editrice: Astorina
Provenienza: Italia
Prezzo: 4,90 €
A cura di MikiMoz


Puntuale come ogni primavera da ormai qualche tempo a questa parte, anzi, stavolta addirittura in anticipo di qualche giorno rispetto agli anni precedenti, è arrivato il primo speciale di Diabolik del 2010, quello, come tradizione, riservato agli eventi del passato remoto rimasti sepolti e non detti.

Dopo gli splendidi episodi sulla gioventù del titolare della testata, della sua compagna, del suo eterno rivale e della rispettiva donna visti dal 2003 ad oggi, questo capriccioso aprile ci riserva nuovi ricordi sommersi, con risvolti mai narrati e assolutamente inediti. Di ben tre personaggi.

Tanti sono, infatti, gli episodi del passato presi in esame in questo volume, uno per ogni componente del trittico principale (Diabolik, Eva, Ginko).

La struttura narrativa alterna brevi momenti del presente a quelli più sostanziosi e interessanti dei ricordi. Un’impalcatura che, per quanto già usata in precedenza, regge bene e espleta in maniera ottimale la sua funzione di avere sempre un corollario generale per i vari eventi raccontati.

I momenti del presente (ad opera di Sergio e Paolo Zaniboni) vedono anche stavolta Diabolik ed Eva impegnati a organizzare un colpo (dell’esito finanche scontato, ma in questa occasione non è certo la cosa che importa al lettore…), sempre eternamente contrapposti a Ginko: tutti e tre avranno modo, grazie al ricordo di un’eclisse di sole/pretesto narrativo (decisamente azzeccato nella sua semplicità) di rivedere con la mente ciò che avvenne nelle loro vite, e di far assistere al lettore ciò che vissero un giorno di tanti anni prima, contemporaneamente, e lontani gli uni dagli altri.

I tre momenti, impreziositi dall’ormai familiare tratto di Giuseppe Palumbo, e da una sempre minuziosa ricerca di riferimenti ambientali e stilistici anni ’60, scorrono via velocemente senza alcuna sbavatura, grazie al soggetto di Tito Faraci e Mario Gomboli, nato da un’idea di Licia Ferraresi scaturita durante un pranzo in un locale tipico di Milano, come viene detto nel bellissimo articolo introduttivo.

Il miglior passaggio del volume è probabilmente la parte che riguarda la giovanissima Eva, chiusa in un collegio-lager da cui cerca di evadere (il buongiorno si vede dal mattino, no?) con la complicità di Manuel, ragazzo belloccio ospitato nell’ala maschile della scuola.

Molto riusciti anche gli episodi di Ginko, alle prese con due pericolose bande di motociclisti per salvare suo padre, e di Diabolik, che troviamo sull’Isola di King intento a sfidare la famosa pantera dalla quale, anni dopo, prenderà poi il nome.

La storia, assolutamente appagante seppur con la consapevolezza di raccontare dettagli “minori” (forse tranne che nel racconto riguardante il futuro Diabolik), non delude affatto i fan del celebre ladro creato dalle sorelle Giussani, e anche a livello di sceneggiatura può vantare delle piccole trovate, che spesso alimentano il grado di empatia coi protagonisti spiazzando un po’ il lettore, ma su una prospettiva niente affatto gridata e non per forza funzionale al succo del narrato in sé (si veda ad esempio la caratterizzazione del docente della classe di Eva, e ciò che ne scaturisce per la stessa).

Chiude l’albo un breve estratto di un romanzo in uscita, che ha poco a che vedere con la testata e i suoi personaggi, ma che propone lo stesso evento celeste visto in questo volume, ossia un’eclissi di sole.

La copertina, ad opera di Palumbo, è una delle più belle cover mai realizzate per Diabolik. Assolutamente evocativa, perfetta nella colorazione e nella scelta delle tonalità cromatiche, spicca decisamente di fianco a quelle delle altre settecentocinquanta e più avventure.

In sostanza: una storia (anzi tre!) ben studiata, ben scritta e ben disegnata, forse un gradino sotto a quelle che esaminarono nel dettaglio l’infanzia e la giovinezza dei protagonisti; una storia comunque riuscita, interessante per ogni aficionado, ma che sembra più voler fare da tassello riempitivo di un mosaico maggiormente ampio, come da raccordo tra ciò che si è già saputo e ciò che si saprà.

E ciò che si saprà, se gli autori manterranno la promessa fatta nell’introduzione, sarà sicuramente qualcosa di esplosivo. Arrivederci alla primavera del 2011, quindi.


Voto: 8

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