Recensioni Fumetti

Un Sacchetto di Biglie di Vincent Bailly e Kris – Recensione

Sergio L. Duma 06/03/2013

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Rizzoli/Lizard propone l’imperdibile adattamento a fumetti di un romanzo di Joseph Joffo: Un Sacchetto di Biglie, realizzato dalla magica coppia Bailly/Kris! Seguite le toccanti vicissitudini di due fratelli ebrei nella Francia occupata dai nazisti!

Un Sacchetto di Biglie

Autori: Kris (testi), Vincent Bailly (disegni)

Casa Editrice: Rizzoli/Lizard

Provenienza: Francia

Genere: Avventuroso

Prezzo: € 15,00, 17 x 24, pp. 128, col.

Data di pubblicazione: gennaio 2013


I bambini sono spesso le prime vittime della guerra o comunque quelle che subiscono i peggiori traumi. Se poi si prende in considerazione non una guerra qualsiasi ma il Secondo Conflitto Mondiale contrassegnato dalla piaga dell’Olocausto e dall’orrore nazista, l’affermazione acquista una valenza più drammatica. Lo dimostra un volume pubblicato da Rizzoli/Lizard, Un Sacchetto di Biglie, adattamento dell’omonimo romanzo di Joseph Joffo. La sceneggiatura è di Kris e i disegni sono di Vincent Bailly , entrambi capaci di rappresentare in maniera egregia lo struggente contesto di quell’opera.

La storia è vera e come avrete modo di scoprire non ci sono dettagli crudi ed efferati come sarebbe forse lecito aspettarsi da una trama che affronta le tematiche del nazismo, dell’antisemitismo e del vergognoso collaborazionismo di una parte della società francese. Ma non significa che non sia percepibile una continua, sottile corrente di ansia e tensione che coinvolge due fratelli, figli di un barbiere ebreo che aveva già conosciuto la follia delle persecuzioni in Russia, rifugiatosi nella Francia della Liberté, Egalité e Fraternité.  Costui lavora, ha una famiglia e la sua è un’esistenza tranquilla e serena; ma non manca di far conoscere alla prole il retaggio ebraico e racconta le vicissitudini di un tempo come se si trattasse di qualcosa di irreale che nulla ha a che fare con la quotidianità.

Ma poi l’orrore che si credeva non potesse mai raggiungere la Francia fa la sua comparsa. All’improvviso i fratelli sono costretti ad andare in giro con una spilla che li etichetta come ebrei; a scuola i compagni li maltrattano e li apostrofano con l’epiteto di giudei. E questo è solo l’inizio poiché le cose si fanno più preoccupanti. Quando i nazisti occupano il paese, la famiglia decide di fuggire. I genitori dei ragazzini si nasconderanno in un luogo, i figli in un altro e andranno incontro a una lunga serie di peripezie.

Tuttavia, malgrado l’indubbio disagio della situazione, i due trovano aiuti inaspettati. A volte la solidarietà può giungere da un prete cattolico; in altre occasioni da persone impensabili. E se il male dilaga, anche il bene, in quanto forza opposta, è onnipresente e si può persino celare nei rappresentanti delle autorità francesi ormai al soldo dei nazisti. Non mancano acute riflessioni sulla follia delle discriminazioni, sull’odio, sulla violenza; e sull’insensatezza dei conflitti, espresse con frasi magistrali. Ne scelgo una tra le tante: ‘E’ assurdo. Ho undici anni e non conoscevo nessun tedesco. Come faccio a essere suo nemico?’ Una domanda apparentemente ingenua ma in verità molto più profonda e intelligente di quanto si possa pensare.

Senza anticipare nulla, specifico che la storia si conclude con un lieto fine e quindi con la speranza.

Ma il lavoro è encomiabile poiché spinge a non abbassare la guardia in tempi in cui il veleno dell’antisemitismo sembra nuovamente ricomparire in Europa. I testi di Kris sono leggibili a più livelli e rivelano una sorprendente varietà di registri: c’è un’espressività iniziale quasi infantile che diventa man mano più profonda e matura. Questo perché la storia è narrata in prima persona da uno dei fratelli, perciò da un bambino interessato ai giochi e ai divertimenti infantili che la forza delle circostanze costringe a crescere in fretta.

I disegni di Vincent Bailly sono ottimi e il penciler rappresenta le intense emozioni dei protagonisti con una delicatezza mozzafiato. Ma sono da prendere in considerazione pure l’accurata impostazione degli sfondi (da ammirare le architetture dei palazzi e le atmosfere oscure e opprimenti degli interni), e non vanno trascurati i colori tenui e delicati che valorizzano ulteriormente l’opera. Questo libro ha il merito di intrigare e di far riflettere e vale certamente la spesa.


Voto: 8 ½

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