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One Piece: 28 anni dal primo capitolo – un viaggio ancora in corso

Eleonora Masala 21/07/2025

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Il 19 luglio 1997, sulle pagine di Weekly Shonen Jump, compariva il primo capitolo di One Piece. Ventotto anni dopo, l’opera di Eiichiro Oda è diventata un fenomeno globale: oltre 110 volumi pubblicati, più di 1.110 episodi animati e più di 500 milioni di copie in circolazione nel mondo.

Numeri enormi, ma da soli non raccontano davvero cosa abbia significato seguire Rufy e la sua ciurma per quasi tre decenni di uscite settimanali, pause, attese e discussioni infinite tra lettori.

Dalla promessa al mito

All’inizio era “solo” un’avventura piratesca insolita, con un protagonista fatto di gomma e un tesoro misterioso da raggiungere. Col tempo si è trasformata in un racconto corale gigantesco, capace di tenere in equilibrio comicità slapstick, world building stratificato, tragedia, politica, amicizia e sogni testardi.

Oda ha allargato il mare narrativo pezzo dopo pezzo, facendo sembrare naturale una struttura che in qualsiasi altra serie sarebbe apparsa ingestibile.

Un linguaggio condiviso

Espressioni, risate, brindisi, pose e simboli sono entrati nel lessico dei fan. Le teorie settimanali, le mappe fatte a mano, i pannelli analizzati al pixel sono diventati parte dell’esperienza tanto quanto il capitolo stesso. One Piece non si “legge soltanto”: si abita.

Italia: un rapporto fedele

Nel nostro Paese l’edizione manga (Star Comics) e l’anime in TV e in streaming hanno accompagnato intere generazioni. Molti lettori oggi adulti ricordano i primi volumetti dal formato sottile accanto alle nuove tirature più recenti, mentre i recuperi digitali e gli store online hanno reso più semplice colmare i vuoti di collezione.

Un’opera ancora viva

Pur entrando nella fase conclusiva annunciata da Oda negli ultimi anni, la serie continua ad aggiungere tasselli senza smettere di seminare domande. Il segreto del One Piece, le origini del “Secolo Buio”, il peso della Volontà della D: elementi che mantengono alta la tensione emotiva e spingono i lettori a restare a bordo fino all’ultimo porto.

Guardare avanti

Ventotto anni dopo, l’energia iniziale non è evaporata: si è evoluta. Che manchino pochi anni o un po’ di più all’epilogo, il patto è chiaro: si resta fino al “Grazie per l’avventura” finale. E intanto si continua a sognare “quel” giorno d’estate del 1997.

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