Recensioni Comics
Joker: Joker’s Asylum – Un’antologia dedicata ai villain del Cavaliere Oscuro
Marco -Spider-Ci- Novelli 30/09/2025

- Autori: Jason Aaron, Kelley Jones, Bill Sienkiewicz, David Hine, AA.VV.
- Formato: 17X26, C., 240p.
- Prezzo: 31,00 euro
- Casa editrice: Panini Comics
- Data di uscita: 18 set. 2025
Batman è senza dubbio uno dei personaggi più amati del mondo dei comics, ma buona parte del suo successo è dovuto anche alla folta schiera di avversari che deve affrontare in ogni sua avventura. Le buie strade di Gotham City, infatti, sono infestate da strambi e pericolosissimi freak, tanto particolari quanto inquietanti, spesso caratterizzati da pittoreschi costumi e perverse ossessioni.
Generalmente questi pazzi assassini vengono rinchiusi nel famigerato Arkham Asylum, un imponente e lugubre edificio, talmente “impregnato” dalla follia dei suoi internati da diventare esso stesso un “personaggio” dell’universo batmaniano, come dimostrato in vari racconti, tra cui la graphic novel omonima di Grant Morrison e Dave McKean, ormai diventata un cult per tutti gli appassionati.
Per celebrare quindi l’affascinante rogue gallery del Cavaliere Oscuro, nel 2008 la Dc decise di pubblicare una miniserie antologica, dedicata ad alcuni di loro, con storie autoconclusive realizzate da team artistici differenti. Nel 2010 ne seguì subito un’altra, sempre di cinque numeri e con la stessa formula, con protagonisti altri celebri villain dell’Uomo Pipistrello.

Un’operazione simile, per intendersi, alla più recente Una Brutta Giornata, serie che in egual modo celebrava alcuni dei più noti criminali di Gotham City, prendendo spunto dal capolavoro di Alan Moore e Brian Bolland, The Killing Joke, dove il noto scrittore affermava che sia sufficiente una “giornata storta” per trasformare anche un normale individuo in un pazzo omicida.
Se includiamo anche i volumi speciali usciti per gli ottant’anni di Joker e Catwoman, e quello dedicato a vari villain, come il Pinguino, Poison Ivy e R’as al Ghul, che festeggiavano il medesimo anniversario, ci possiamo rendere conto di quanto sia determinante il ruolo dei cattivi per un personaggio dei fumetti, e quanta attenzione gli dedichi (giustamente) anche la casa editrice.
Panini ha deciso dunque di pubblicare in un unico volume le due serie del 2008 e del 2010 di Joker’s Asylum (Il Manicomio del Joker): dieci storie autoconclusive introdotte proprio dal folle Pagliaccio del Crimine, che qui svolge l’inedito ruolo di narratore, con quel tocco di cinismo e humour nero che ricorda il mitico Zio Tibia (The Crypt-Keeper) di Tales from the Crypt (chi mastica un po’ di horror sa di cosa stiamo parlando).

Il bello di questi racconti è che non hanno necessariamente un lieto fine, anzi, generalmente NON ce l’hanno, proprio perché rispecchiano a pieno i loro protagonisti, ovvero esseri abietti e crudeli, che godono nel vedere gli altri soffrire, spesso attraverso giochi mentali, machiavellici piani o manipolazioni di altro tipo.
Persino l’intervento di Batman, qui ovviamente relegato a un ruolo minore o di contorno, stavolta non è sufficiente a risolvere la situazione, o comunque a “lavare lo sporco” di cui sono intrise le anime di questi personaggi, ormai del tutto dediti al male e incapaci di redimersi in qualche modo.
L’apripista non poteva che essere la voce narrante di questa antologia, ovvero Joker, il quale riesce nell’incredibile (e anomala) impresa di infliggere dolore senza uccidere nessuno, ma solo utilizzando l’ingegno che in più occasioni ha dimostrato di possedere. Camuffandosi per entrare in uno show televisivo, il perfido Pagliaccio approfitta per prendersi le luci della ribalta e l’attenzione del pubblico, facendo quello che gli riesce meglio: esibirsi in maniera istrionica davanti a migliaia di persone, incutendo terrore e raccapriccio.

Il suo vero scopo, però, risulta quasi nobile, visto che con la sua folle incursione intendeva scardinare quei meccanismi televisivi che puntano solo a raggiungere il massimo di share, anche a costo di mostrare il peggio che un essere umano possa offrire e stimolare i suoi istinti più bassi, sempre in nome del “dio denaro”…
Si prosegue con il Pinguino di Jason Aaron, arcinoto scrittore di titoli acclamati come Scalped, Thor e The Punisher, il quale ci mostra nuovamente la triste adolescenza di Oswald Cobblepot, bullizzato e deriso anche dalle ragazze, per via del suo aspetto sgraziato e deforme. Quando si arricchirà grazie al crimine, avrà la sua rivalsa, ma questo non significa che non si vendicherà di chiunque lo abbia umiliato, in modalità che nemmeno potrete immaginare, tanto sono crudeli e articolate.
Questo avveniva già prima che diventasse il Pinguino della malavita, ma l’incontro con una dolce ragazza, trovata come schiava sessuale in vendita al migliore offerente, sembra finalmente abbattere un po’ della sua scorza dura, anche se la sua vera natura prima o poi tornerà fuori…

Del resto, il lato sentimentale non è mai troppo facile da gestire per un supercriminale: basti vedere il racconto di Peter Calloway con l’Enigmista, nel quale anche lui si innamorerà perdutamente, tanto da arrivare a cambiare persino la sua personalità, pur di conquistare il cuore della sua amata. Uno dei pochi enigmi che non è riuscito a risolvere è proprio quello dell’amore, ma cosa succederà una volta che ce l’avrà fatta ? Si accontenterà di esserci riuscito, o avrà bisogno di nuovi stimoli…???
E se si parla di relazioni affettive, come potrebbe mancare quella tra Joker ed Harley Quinn, nata nella mitica serie animata di Bruce Timm e Paul Dini, e consacrata anche nei fumetti in quel piccolo cult che è Mad Love, realizzato dagli stessi autori. In questo caso James Patrick e il “fumettoso” Joe Quinones ci mostrano tutta la determinazione e la tenacia della folle Arlecchina, fuggita dal manicomio Arkham e pronta ad affrontare qualunque sfida pur di rivedere il suo amato “Mister J” il giorno di San Valentino. Tutto questo in nome di un amore tossico e chiaramente unilaterale, visto che la nemesi di Batman sembra incapace di provare vero affetto nei confronti di qualcuno…

E sempre di amore non corrisposto si parla anche nella storia del Cappellaio Matto, perennemente alla ricerca della sua “Alice”, e così ossessivo da utilizzare degli apparecchi per il controllo mentale di sua creazione, per costringere le povere malcapitate che rapisce a stare con lui, in un immaginario Paese delle Meraviglie che è solo nella sua testa.
Purtroppo c’è anche chi riesce a mettere in crisi una relazione amorosa vera, come quella tra un pompiere di nome Holman, orribilmente sfigurato per metà del viso a causa di un incidente di lavoro, e sua moglie. Pensando di poter essere utile, Holmand cerca di fornire supporto morale ad Harvey Dent/Due Facce, condividendo la sua stessa condizione, ma questo susciterà tutt’altro che compassione e gratitudine nell’animo dell’ex procuratore distrettuale, la cui sanità mentale è ormai irrimediabilmente compromessa… Entrambi i novelli sposi si pentiranno amaramente di aver avvicinato questo criminale, il quale affiderà le loro sorti al caso e al lancio di una moneta, secondo la sua deviata visione della vita.

Un amore incondizionato, invece, è quello che prova Poison Ivy per le sue piante, tanto da arrivare ad uccidere brutalmente chiunque le danneggi, come i costruttori edili che vediamo nel racconto di J.T. Krul, scrittore caro ai fan di Green Arrow, e Guillem March, disegnatore spagnolo noto per la sua abilità nel raffigurare sinuose e sensuali figure femminili (non a caso si è cimentato spesso con le “sirene” di Gotham City: Catwoman, Harley Quinn e la stessa Poison Ivy).
Di sentimenti nobili e profondi però non c’è solo l’amore, ma anche l’amicizia e la fiducia, ad esempio, come possiamo vedere nel crudo racconto di Mike Raicht, con protagonista Killer Croc. Il mostruoso villain del Cavaliere Oscuro è qui più che mai animalesco e feroce, ma sembra trovare una sua dimensione mettendosi al servizio di un aspirante boss della malavita. Peccato che entrerà anche in un vortice di bugie, ricatti e tradimenti che lo costringeranno a versare altro sangue, ma soprattutto a domandarsi chi siano i veri “mostri” in questo intreccio… spesso, purtroppo, non è solo l’aspetto fisico a definire tale un essere umano.

Infine, altre due storie ci fanno riflettere, invece, su quanto questi supercriminali possano influenzare (ovviamente in maniera negativa) le persone più fragili e indifese, che addirittura tendono a indentificarsi con loro, dato che si sentono emarginate e incomprese. Lo scrittore Kevin Shinick, infatti, ci mostra come persino un essere abominevole come Clayface possa avere dei seguaci, oltretutto giovanissimi e disposti ad immolarsi per lui, che è solo un ex attore caduto in disgrazia e trasformatosi in un mostro di argilla, pur di tornare a essere una star di Hollywood.
Leggermente diversa la situazione per la giovane ragazza che seguirà i consigli dello psicologo Jonathan Crane, meglio noto come lo Spaventapasseri, il quale aiuterà la sua fragile paziente ad affrontare le sue paure e a punire i compagni di scuola che la deridono e la tengono a distanza. Speriamo che l’allieva, in questo caso, non superi il maestro…!

Due perle per gli amanti dell’horror, queste ultime, rese ancora più speciali dalle tavole inconfondibili di Kelley Jones e Juan Doe: il primo con uno stile esagerato e grottesco, che tutti gli appassionati del Cavaliere Oscuro conoscono bene, visto quanto ha militato nelle sue collane, mentre il secondo sembra sbalzarci nelle atmosfere di un cartoon a tinte dark, con uno stile retrò ed essenziale che ricorda quello di Bruce Timm e le sue serie animate.
Se parliamo di stili di disegno, comunque, in questo volume potete trovare davvero di tutto: da quelli più realistici e tradizionali, come il raffinato e preciso Andy Clarke e il suo Due Facce, o lo spagnolo Andres Guinaldo, che già si era cimentato con l’Enigmista nella serie Gotham City Sirens. Più sporco e particolare invece il tratto di Alex Sanchez, che firma proprio la storia di apertura del Joker, utilizzando riferimenti fotografici del famoso film muto L’Uomo che ride, che di fatto ispirò il folle villain, e della più recente interpretazione del compianto Heat Ledger.

Se andiamo su stili più particolari, invece, non possiamo non citare nuovamente Kelley Jones (celebre la sua trilogia del “Batman Vampiro”) e Jason Pearson, che con il suo tratto caricaturale delinea un Pinguino tanto buffo e simpatico quanto inquietante, cogliendo a pieno l’essenza del personaggio, perennemente in cerca di vendetta e di rivalsa nei confronti di tutti coloro che lo hanno deriso per il suo aspetto…
Menzione speciale anche per i veterani Keith Giffen e Bill Sienkiewicz, che uniscono il tratto nervoso del primo alle inchiostrazioni ruvide del secondo, così da dare vita a un Cappellaio Matto più folle e crudele che mai, simile al Pinguino per la sua fisicità surreale e fuori dal comune, a cui si aggiunge un’allucinante (e allucinata) malvagità.

E’ curioso, senza dubbio, che un’antologia dedicata a dei supercriminali abbia come principale filo conduttore l’amore, un sentimento così nobile che non penseremmo mai di accostare a personaggi di questo tipo… Ma se ci pensiamo bene, è proprio l’amore ciò che ci spoglia di ogni corazza e ci mette a nudo, facendo emergere sia il meglio di noi stessi che le nostre fragilità.
Anche i villain del Cavaliere Oscuro, dunque, devono confrontarsi coi loro sentimenti più intimi per essere compresi a pieno, nel bene e (soprattutto) nel male. Non è detto infatti che l’amore renda tutti migliori, anzi…in certi casi può accentuare ancora di più ossessioni e insicurezze, sfociando in violenza e frustrazione, nel caso di persone disturbate e sociopatiche come loro.

In conclusione, Joker’s Asylum è un’antologia sicuramente ben riuscita, con protagonisti alcuni dei più noti avversari del Crociato Incappucciato. La varietà dei team artistici garantisce punti di vista differenti, ma sempre molto centrati sui character che vogliono approfondire, riuscendo a mettere in risalto la loro complessità e, in certi casi, la loro “umanità”, che li rende dei personaggi a tutto tondo e non dei semplici villain bidimensionali.
Come detto all’inizio, il valore di un eroe si misura anche in base a quello dei suoi nemici, e Batman in questo non è secondo a nessuno.
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