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Il Mio Miglior Nemico – Prima Parte – 1783/1953 – Recensione

Sergio L. Duma 23/11/2012

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Arriva il primo volume di una monumentale opera a fumetti che narra la storia dell’annoso dissidio tra mondo occidentale e mondo islamico: Il Mio Miglior Nemico, scritto dallo storico Filiu e disegnato da David B.
Il Mio Miglior Nemico – Prima Parte – 1783/1953

Autori: Jean-Pierre Filiu (testi), David B. (disegni)

Casa Editrice: Rizzoli/Lizard

Provenienza: Francia

Genere: Storico

Prezzo: € 18,00, 21 x 28, pp. 120, b/n

Data di pubblicazione: ottobre 2012

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Dopo i tragici eventi dell’undici settembre i conflitti e le incomprensioni riguardanti Stati Uniti e Medio Oriente sono entrati nel nostro quotidiano a causa di un sistema informativo che ha esasperato tale aspetto. Ma in realtà i rapporti tra queste due complesse e problematiche realtà sono di lunga data e implicano un lasso di tempo di duecentoventinove anni.

È questo il calcolo effettuato da Jean-Pierre Filiu, uno dei massimi storici e arabisti contemporanei, esperto di Al Qaeda e autore di numerosi saggi tradotti in varie lingue. Ultimamente ha ottenuto risonanza nel campo del fumetto con un’opera da tenere d’occhio: Il Mio Miglior Nemico. Filiu, infatti, ha deciso di realizzare un romanzo grafico in più volumi che si pone un obiettivo ambizioso: descrivere la nascita dei contrasti tra Medio Oriente e USA. Tale compito avrebbe fatto tremare chiunque, considerata la vastità dell’argomento, ma bisogna ammettere, perlomeno prendendo in considerazione la prima uscita tradotta da Rizzoli/Lizard, che Filiu ha vinto la sfida.

Il volume prende in esame un lasso di tempo che parte dal 1783 e si conclude nel 1953. Ormai la letteratura disegnata affronta qualsiasi tematica, comprese quelle storiche (basta pensare ai volumi della serie Historica), e di conseguenza non è inusuale avere a che fare con operazioni del genere. Tuttavia, Il Mio Miglior Nemico, a mio parere, non si basa esclusivamente sulla dura realtà dei fatti. Filiu è indubbiamente rigoroso e fornisce dati e informazioni che inseriscono un avvenimento in un contesto sociale e cronologico preciso; ma la narrazione assume spesso una valenza metaforica e immaginativa che non può non incuriosire.

La storia si apre con la leggenda ancestrale del mitico dio Gilgamesh e del suo amico Enkidu, in una situazione che potremmo quasi definire fantasy; e non mancano elementi surreali mixati, però, a quelli meramente storici, appunto. In altre sequenze, Filiu traccia curiosi e intriganti parallelismi tra l’antica piramide corporea della Stele degli avvoltoi sumeri e la terribile piramide corporea dei detenuti seviziati nel carcere di Abu Ghraib. Con precisione ammirevole, l’autore delinea, anno dopo anno, gli eventi più salienti che hanno contribuito a far nascere un odio feroce tra realtà sociali divergenti.

È encomiabile pure l’equanimità del giudizio di Filiu. Non rinuncia ad evidenziare gli aspetti più discutibili delle società islamiche nonché l’istinto guerresco e di conquista che ha indubbiamente fatto parte dei popoli mediorientali. Ma questi ultimi non vengono descritti, a differenza di ciò che tende a fare la propaganda odierna, come fanatici fondamentalisti e basta; e per giunta Filiu non si esime dal denunciare i mali della nazione americana, a cominciare dallo schiavismo; e a condannare l’avidità dell’occidente (stimolata da questioni inerenti al petrolio) e in generale l’ipocrisia e il colonialismo europei. E da questo punto di vista USA e Gran Bretagna non fanno bella figura in quanto potenze pronte a organizzare sanguinosi colpi di stato pur di soddisfare i propri interessi. E mette sotto la luce dei riflettori l’atroce ingiustizia subita dai palestinesi.

I testi hanno un tono freddo, distaccato, quasi didascalico; d’altronde, Il Mio Miglior Nemico va considerato alla stregua della versione fumettistica di un saggio e non era possibile fare diversamente. Qualche dialogo in più avrebbe contribuito, secondo me, a rendere la lettura più scorrevole, ma nel complesso Filiu che, lo ricordo, è uno storico e non uno sceneggiatore, se la cava egregiamente.

Graficamente, inoltre, il libro è un gioiello grazie al grande David B. che contribuisce a rendere vive le descrizioni di Filiu con un tratto graffiante, non privo di influssi indie ma mai grottesco o cartoon. David B. non è realista e i personaggi da lui disegnati assumono una valenza iconica. Molte pagine sono ricche di simboli e possiedono un valore metaforico di notevole impatto concettuale, e va lodata la costruzione del lay-out. In un bianco e nero suggestivo, David B. illustra quindi una serie turbinante di guerre, dissidi, rivoluzioni, complotti con un esaltante senso dell’azione e del movimento. Il Mio Miglior Nemico è una proposta diversa e non va trascurata. Si rivolge agli amanti del fumetto d’autore e agli appassionati di storia.


Voto: 7 ½

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