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Addio a Tatsuya Nagamine: il regista che ha segnato Dragon Ball e One Piece
Eleonora Masala 15/11/2025

La notizia è arrivata solo ieri, all’improvviso, e ha scosso profondamente il mondo dell’animazione: Tatsuya Nagamine, uno dei registi più importanti degli ultimi anni in casa Toei Animation, è scomparso questa estate, il 20 agosto, all’età di 53 anni. A comunicarlo sono stati i suoi familiari e i colleghi storici tramite X, spiegando che la causa è una malattia non specificata.
Nagamine era uno di quei nomi che magari il pubblico casual non nota subito, ma che chiunque ami anime come Dragon Ball e One Piece conosce bene. È stato infatti il regista di Dragon Ball Super: Broly, ancora oggi considerato uno dei film meglio riusciti del franchise per ritmo, energia e cura visiva. Un lavoro che ha rimesso Broly al centro della scena e che ha riportato l’attenzione mondiale su Dragon Ball come non succedeva da tempo.
Ma il suo contributo non finiva certo lì. Prima e dopo Broly, Nagamine ha lavorato per anni su One Piece, firmando un gran numero di episodi e soprattutto dirigendo uno dei film più amati dai fan: One Piece Film Z. Negli ultimi anni aveva anche supervisionato diverse parti della saga di Wano, dando un’impronta forte a un arco narrativo che molti considerano uno dei migliori dell’intera serie.
Era un autore con uno stile riconoscibile: dinamico, energico, capace di rendere ogni combattimento più grande della vita. Chi lo conosceva racconta anche una persona gentile, riservata e appassionata, che non amava mettersi al centro, ma che viveva per il suo lavoro e per le storie che contribuiva a portare sullo schermo.
La sua scomparsa arriva come un fulmine a ciel sereno in una comunità che negli anni aveva imparato a riconoscere e apprezzare la sua firma visiva. Sapere che non ci sarà più un suo “prossimo progetto” fa un certo effetto, soprattutto per chi è cresciuto con le opere a cui ha dato vita.
Nagamine lascia un vuoto enorme, ma anche un’eredità che continuerà a brillare. I suoi film e i suoi episodi rimarranno lì, a ricordarci quanto può essere potente il lavoro silenzioso di chi l’animazione la costruisce un frame alla volta.


