Severed di Scott Snyder – Recensione Panini Comics

Pubblicato il 12 Aprile 2013 alle 16:00

Il terrore non proviene sempre dagli spettri, dai vampiri o dagli zombie! Ce lo dimostra Scott Snyder con Severed, graffiante miniserie Image disegnata dal grande Attila Futaki! Chi è il terribile assassino che si aggira negli Stati Uniti del 1916? Scopritelo in questo tp targato Panini Comics!

100% Panini Comics – Severed

Autori: Scott Snyder, Scott Tuft (testi), Attila Futaki (disegni)

Casa Editrice: Panini Comics

Genere: Horror

Provenienza: USA

Prezzo: € 16,00, 17 x 26, pp. 176, col.

Data di pubblicazione: febbraio 2013


L’horror spesso è imperniato su vampiri, licantropi, fantasmi, demoni e morti viventi e tali concetti sono da parecchio tempo una delle ragioni del successo di questo genere narrativo. Come critici e sociologi hanno affermato, può essere considerato una forma di evasione ma anche un modo di esorcizzare le paure più concrete che ci tormentano nel nostro quotidiano. Esistono però anche scrittori horror sovente concentrati su elementi meno immaginifici come, per esempio, quello del serial killer. Basti pensare al Norman Bates ideato da Robert Bloch nel celeberrimo Psycho e ripreso al cinema da Hitchcock; o all’Hannibal Lecter de Il Silenzio degli Innocenti di Thomas Harris anch’esso divenuto un successo cinematografico con Jonathan Demme. E potrei fare altri esempi ma credo di aver reso l’idea.

Tuttavia, l’assassino seriale ha maggiormente colpito l’immaginario americano forse perché è proprio negli Stati Uniti che folli come Jeffrey Dhamer e Albert Fish si resero colpevoli di efferati omicidi che sconvolsero (e terrorizzarono) l’opinione pubblica. Non intendo affermare che simili psicopatici non esistano altrove ma è sintomatico che i casi più eclatanti siano americani e non è casuale che Bret Easton Ellis scrisse American Psycho utilizzando il serial killer come simbolo dell’aggressività e della competitività della società statunitense e che Neil Gaiman, nella story-line Doll’s House del comic-book Sandman, usò la medesima idea situando una delle sequenze più dark della saga di Morfeo negli USA (il terribile Corinzio arrivò addirittura a considerarsi ‘americano come la torta di mele’).

Di ciò ne è consapevole Scott Snyder che, oltre ad essere un attivo romanziere horror, sta facendo parlare di sé in ambito fumettistico con la sua run di Batman e con American Vampire. Se in quest’ultima serie, però, utilizza i vampiri, in Severed, bella miniserie Image scritta con Scott Tuft, lo spavento e il brivido sono provocati dagli esseri umani. La storia si colloca nel 1916, in un periodo di crisi economica che spinse tanti a viaggiare come clandestini nei treni in cerca di fortuna e campando di espedienti. Snyder descrive quindi la realtà degli hoboes, quella che già un’opera diversissima da Severed, e cioè Kings In Disguise, aveva presentato.

Tra costoro c’è il giovane Jack Garron, un ragazzo che suona il violino e che scopre di essere stato adottato. Suo padre è un musicista e Jack si mette in testa di cercarlo. Del resto, nel corso della storia appaiono alcune lettere che dovrebbero essere state scritte dal genitore e dalle quali si intuisce che pure costui vorrebbe unirsi al figlio. Durante le sue peregrinazioni, Jack conosce un coetaneo, Sam (che poi si scoprirà essere una ragazza che si finge maschio per evitare molestie), e i due diventano inseparabili.

Ma poi incontrano un uomo che prende a cuore il destino di Jack e Sam (specialmente del primo). Non ci sta tanto bene con la testa e molti atteggiamenti sono piuttosto stravaganti. Tuttavia, Sam, forse in cerca di un surrogato di figura paterna, si avvicina a lui, inizia a frequentarlo, a rivelargli i suoi sogni e le sue aspirazioni. E la trama, in principio dimessa e tranquilla, diventa sempre più carica di tensione. E se l’uomo non fosse ciò che sembra? E se avesse qualche collegamento con il padre di Jack? E se fosse un cannibale?

Snyder e Tuft delineano una vicenda macabra e intrigante che ha il pregio di catturare l’attenzione sin dalla prima pagina, con testi intensi e riflessivi, a tratti lirici, di grande valenza espressiva. E pure i dialoghi sono ben costruiti e farebbero ottima figura in un romanzo. Gli autori oltretutto suscitano brividi senza essere espliciti, ricorrendo più ad accenni che ad efferatezze sanguinolente che irrompono invece nello sconvolgente, deflagrante finale. In un certo qual modo, i due evidenziano, con il pretesto di una storia di serial killer, le devianze e le perversioni insite nel sogno americano.

A rendere ulteriormente suggestivo Severed è la parte grafica, appannaggio dell’oscuro Attila Futaki che con il suo stile fosco ed evocativo ci regala tavole di raffinata bellezza formale. Gli interni intimidenti delle case, i vicoli squallidi delle grandi città, i sotterranei pieni di cadaveri fatti a pezzi, gli sguardi torbidi dell’assassino e quelli in parte ingenui in parte malinconici di Jack sono gli elementi più apprezzabili del suo stile. E non vanno trascurati i colori tenui, ombrosi, di impostazione quasi impressionista, dello stesso Futaki e di Greg Guilhaumond. Insomma, Severed è una delle migliori proposte degli ultimi tempi.


Voto: 8

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